Germania: finisce la “caccia” ai consumatori di cannabis
Mentre la Germania legalizza, l’Italia a livello istituzionale continua a fare passi indietro, criminalizzando i consumatori e lasciando il mercato ai criminali veri
Se vi sta a cuore la legalizzazione, avrete letto ovunque che i tedeschi ce l’hanno fatta.
Oggi in Germania è legale la detenzione di 3 piante di cannabis, per uso personale.
Doveroso sottolineare che, ancora non hanno regolamentato il mercato della produzione e della vendita, ma arrivano già i primi benefici economici per chi vende semi e prodotti specifici per la coltivazione. Sono aumentati gli introiti per i growshop, e lo stesso vale per chi produce e vende fertilizzanti e terricci.
I benefici maggiori però stanno per arrivare: anche se, ancor prima che fosse legale, un buon numero di cittadini tedeschi si dedicava all’autoproduzione e quindi non sovvenzionava il mercato nero, la maggior parte preferiva rivolgersi ad uno spacciatore piuttosto che auto-produrre e rischiare d’esser accusati di “coltivazione a fine di spaccio”.
Probabilmente moltissimi consumatori continueranno a rivolgersi al mercato nero almeno per i prossimi 3 mesi, ossia il tempo minimo che serve ad un seme per germinare, crescere e fiorire.
Ma in futuro, ad ogni fiore maturo che verrà raccolto, dal mercato nero scomparirà un acquirente.
Se prima infatti si rischiava di più a coltivare, adesso si rischia di più a comprare.
Da noi in Italia è ancora l’opposto, e rischia di esser accusato di coltivazione ai fini di spaccio persino chi produce legalmente cannabis “light”, nel rispetto della legge.
Di continuo finiscono nei guai con la giustizia cittadini che si macchiano di un reato senza vittima: quello di coltivare per il proprio consumo.
In Germania non è più così, ma nonostante la libertà concessa ai tedeschi, per i loro motivi o semplicemente per pigrizia, purtroppo tanti consumatori non coltiveranno e continueranno a rivolgersi al pusher. Questo problema verrà risolto quando verranno ufficialmente regolamentati i cannabis social club, molti già attivi nonostante manchi una legge specifica.
Una statistica condotta nel 2021 ha dimostrato che in Germania, l’8,8% degli adulti di età compresa tra i 18 ed i 64 anni, ha consumato cannabis almeno una volta nell’arco dei precedenti 12 mesi.
In Germania la popolazione adulta, nel 2021, era di oltre 50 milioni di individui (esclusi gli over 65). Quindi, in base alle statistiche, i consumatori erano quasi 4,5 milioni che, considerato il prezzo medio della cannabis in Europa (10 euro al grammo), hanno creato un giro d’affari notevole; peccato che tutti questi soldi siano finiti nelle tasche di associazioni criminali.
Il “denaro” è dunque il motivo principale che sta portando i governi più progressisti a legalizzare. Più precisamente, autorizzando l’autoproduzione mirano a sottrarre soldi alle narcomafie, e la cosa funziona realmente: le statistiche dimostrano che il proibizionismo della cannabis fa crescere il suo valore economico sul mercato nero, ma non ferma comunque la produzione ed il commercio illegale che restano proporzionali alla richiesta.
Al contrario, permettere di coltivare liberamente un numero limitato di piante per uso personale fa scendere il valore della cannabis perché tutti possono produrla in casa senza rischiare nulla.
In Germania finalmente si conclude la caccia al consumatore che, con l’autoproduzione, ha anche la possibilità di scegliere quali genetiche usare. Tra le libertà concesse ai tedeschi, quella di tenere 50 gr. di cannabis essiccata in casa.
Se da 3 piante si raccolgono appena 50 grammi di fiori secchi in totale, vuol dire che la coltivazione è andata malissimo. Le moderne tecniche di coltivazione permettono di raccogliere centinaia di grammi per metro quadrato, a prescindere dal numero di piante coltivate. Consentire la coltivazione di 3 piante, e poi il possesso in casa di soli 50 grammi sembra davvero ridicolo, soprattutto se pensiamo che viene concesso al cittadino maggiorenne di andare in giro con 25 grammi in tasca! A meno che non si stia partendo per una vacanza di 10 giorni con gli amici, 25 gr. sono davvero troppi da portare “in giro”!
Molto più logico sarebbe stato consentire il possesso di 500 grammi in casa, ed un massimo di 2,5 grammi da detenere in tasca. Tale analisi deriva dal semplice gusto di criticare perché, con qualsiasi imperfezione, noi italiani invidiamo la legalizzazione che hanno ottenuto i tedeschi.
Ci complimentiamo con loro che già coltivano, mentre noi raccogliamo firme: per l’ennesima volta sogniamo l’approvazione di una legge di iniziativa popolare pro-legalizzazione.
Oltretutto abbiamo un Governo estremamente proibizionista, che scredita o ignora i dati scientifici e statistici, e mantiene una posizione pregiudiziale sull’argomento cannabis.
Purtroppo, anche quando la maggioranza di governo è stata costituita da rappresentanti favorevoli alla legalizzazione, c’è stato qualche altro intoppo a impedirne l’approvazione di una legge che il popolo chiede ufficialmente dal 1993.
Sulla carta il nostro Paese è tra quelli che permettono l’uso personale, escludendolo dai reati penalmente perseguibili.
Poi, in pratica, se sei un consumatore occasionale e vieni fermato dalla polizia ad una settimana dall’ultima canna, con i nuovi drug test salivari possono toglierti la patente per 3 anni (quando il nuovo Codice della strada sarà approvato, ndr); nonostante tu sia perfettamente lucido, dai riflessi pronti e nel pieno delle tue capacità cognitive.
Insomma, mentre il proibizionismo vacilla nei Paesi europei considerati tra i migliori, in Italia si persiste nel disincentivare il consumo con mezzi coercitivi al limite della legalità.
È ormai evidentemente troppo estremo trattare da pericoloso criminale, da mettere in galera, chi coltiva qualche pianta. Allo stesso modo è assurdo trattare da “drogato” chi fuma responsabilmente cannabis, e impedirgli persino di guidare non perché costituisce realmente un pericolo ma solo per il fatto che ha preferito un fiore ad un bicchiere di vino.