Geoingegneria e manipolazione climatica
La geoingegneria consiste nell’applicazione di tecniche artificiali di intervento umano sull’ambiente fisico, dall’atmosfera, agli oceani, alla biosfera, crisosfera, idrosfera, litosfera.
Nel luglio del 2012 il prestigioso quotidiano britannico The Guardian, pubblicava sul proprio sito web la mappa che vedete di seguito. Si tratta di una mappa mondiale della geoingegneria prodotta dall’ETC Group, un’organizzazione internazionale che si batte per l’ambiente, la sostenibilità e i diritti umani.
Allegato alla mappa vi era un interessante documento (disponibile QUI) che elencava – suddividendoli geograficamente paese per paese e nominando le istituzioni, gli enti e le multinazionali coinvolte – tutti gli esperimenti sul clima effettuati nel corso degli anni.
Il documento si compone in tutto di 115 pagine piene di dati certificati che attestano un proliferare di studi ed esperimenti su come modificare il clima terrestre, per vari scopi. I più frequenti sono quelli riguardanti l’aumento o la diminuzione delle piogge; solo l’Italia ne conte ben sette differenti, dagli anni Settanta fino ai giorni nostri.
Difficile se non impossibile fornire risposte certe sull’argomento, causa mancanza di documentazioni, reticenza da parte dei media e della classe politica ad affrontare apertamente queste tematiche, oscurantismo e tentativi di nascondere i veri scopi delle operazioni in questione.
Ciò che possiamo fare è prendere in considerazione le varie teorie, vagliare le ipotesi ed usare il buon senso per provare a rispondere – ovviamente non in via definitiva – ai tanti interrogativi che ci affollano la mente quando ci addentriamo in questioni così delicate.
Secondo la scienza e la ricerca ufficiali la capacità umana di influire sul clima è minima. D’altra parte è ipotizzabile che molti esperimenti sul clima si svolgano all’interno di operazioni segrete finanziate dai governi e gestite dai servizi d’intelligence; che dunque i loro risultati non vengano divulgati pubblicamente né acquisiti all’interno del sapere scientifico condiviso. Alcuni dati sembrano dimostrare che la capacità di manipolazione climatica va molto oltre la posizione ufficiale della comunità scientifica.
Negli Emirati Arabi Uniti, nel 2011, un’equipe di scienziati, è stata in grado di generare 50 temporali ad Abu Dhabi. Nell’aprile 2007 il governo cinese annunciava fiero di aver provocato la prima nevicata artificiale sulla città di Nagqu.
D’altronde basta tornare con la mente agli esperimenti del prof. Pier Luigi Ighina per rendersi conto che condizionare il meteo non è cosa poi così fantascientifica: davanti alle telecamere di Report, in una puntata del 1998, lo scienziato italiano collaboratore in gioventù di Guglielmo Marconi, mostrava come addensare o disperdere le nuvole tramite uno strumento da lui realizzato: un’elica coperta di polvere di alluminio che a seconda del senso di rotazione si caricava positivamente o negativamente ed aveva effetti opposti sulle nubi, ora attirandole, ora respingendole.
Nikola Tesla, nell’ultimo periodo della sua vita, stava lavorando ad un metodo di trasmissione dell’energia senza fili detto teleforce. Alla sua morte molti dei documenti dello scienziato furono sequestrati dalle autorità governative statunitensi e bollate come top secret. Riprendendo gli studi di Tesla, negli anni Ottanta il fisico texano Bernard J. Eastlund, del MIT di Boston, registrò una serie di brevetti, di cui il primo chiamato “Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell’atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre”. I suoi brevetti furono in seguito segretati e infine utilizzati per lo sviluppo del laboratorio Haarp. Secondo un rapporto della Duma, il parlamento russo: “Sotto il programma HAARP, gli Stati Uniti stanno creando nuove armi geofisiche integrali”.
Nel 2012 due ingegneri dell’Università di Harvard hanno annunciato l’intenzione di immettere solfati nell’atmosfera attraverso dei palloni aerostatici: una sorta di spray che sarebbe in grado di riflettere parte dei raggi solari, diminuendo così la temperatura del pianeta. L’esperimento si svolgerebbe per adesso soltanto su aree ristrette, ma i due non negano l’ipotesi di un futuro uso più esteso del metodo.
Esiste un’infinità di teorie, più o meno originali e fantasiose, sui motivi che stanno alla base della manipolazione climatica. Ciò che è importante ricordare è che seppure tali esperimenti fossero condotti in buona fede con lo scopo di limitare i mutamenti climatici, mettere le mani sul clima è di per sé un gioco rischioso e dalle conseguenze imprevedibili.
Articolo originale di Andrea Degl’Innocenti
Laureato in “Editoria, comunicazione multimediale e giornalismo”, facoltà di Scienze della Comunicazione e Sociologia, La Sapienza.
Fonte: ilcambiamento.it – rieditato dalla redazione di Dolce Vita