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Genova, il consiglio comunale approva mozione per la legalizzazione della cannabis

genovaIl Consiglio comunale di Genova ha approvato con il voto a favore di 23 consiglieri su 27 una mozione che impegna il sindaco Marco Doria (Sel) e gli assessori della giunta ad “attivarsi presso il parlamento italiano affinché sia avviata la transizione da un impianto legislativo proibizionistico a un nuovo approccio di legalità della produzione e distribuzione delle droghe leggere”.

FAVOREVOLE ANCHE IL SINDACO DORIA. Sui 27 consiglieri presenti, 23 hanno votato a favore, tre contro e uno si è astenuto. Favorevoli Lista Doria, Federazione della Sinistra, Sel, Pd (escluso un consigliere), Lista Musso, M5S e un consigliere di Forza Italia. Contrari Lega Nord, Ncd e un consigliere di Forza Italia. Astenuto un consigliere del Pd. Ha votato a favore il sindaco Doria, secondo il quale “l’impianto normativo italiano si è rivelato palesemente inefficace, alimentando circuiti di illegalità e impiegando eccesivamente le risorse della magistratura e forze dell’ordine, che sarebbero potute essere impiegate diversamente. La linea seguita va cambiata soprattutto per una seria lotta alla criminalità organizzata. Inontre la materia delle droghe leggere deve essere normata a livello nazionale per regolarne e monitorarne la diffusione”.

LA SECONDA GRANDE CITTA’ A RICHIEDERE LA LEGALIZZAZIONE. Genova è la seconda tra le grandi città italiane ad approvare una mozione per chiedere al governo centrale di rivedere l’impianto della legislazione sulle droghe, la prima era stata Torino che aveva approvato una mozione analoga nel gennaio 2014. A differenza del capoluogo piemontese, dove la mozione era passata di misura e spaccato il Pd con l’astensione del sindaco Fassino e il voto contrario di diversi consiglieri di maggioranza, a Genova la mozione è passata con una grande maggioranza, alla quale si è unito anche un consigliere di centro-destra. Ovviamente la mozione non avrà ricadute pratiche immediate e, in verità, potrebbe anche non averne alcuna; tuttavia essa segna un nuovo, importante, passo in avanti della politica italiana verso una riconsiderazione complessiva del tema delle droghe leggere.



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