Reggae vibrationsInterviste

Geneticamente microfonato

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“Geneticamente Microfonato” forse è il titolo che Raina avrebbe dovuto dare a tutti i suoi dischi; che piaccia o no il suo stile, l’artista romano d’adozione incarna la parte più genuina e divertente dell’mcing e questo disco ne è l’ennesima conferma. Seguendo un copione ormai rodato e conosciuto ma mai banale, troviamo alle produzioni il team Bizzarri che fornisce i riddim per le liriche scanzonate e divertenti ma spesso molto riflessive nella loro semplicità.
È il caso della traccia d’apertura “Corre” dove il dj ripercorre alcune tappe della sua vita e di “La Gente è Pazza” in combo con Brusco. A metà disco il singolo di lancio, ovvero “Ganjamelier”, la classica ganja tune dove Raina si esprime come sempre al meglio: si vede che quello per la weeda è vero amore! Sicuramente questo disco non entrerà negli annali della musica italiana ma è un lavoro genuino in cui traspare tutta la voglia di fare musica e la passione di una persona che tanto ha dato al Reggae made in Italy, supportatelo!

Ennesima proficua collaborazione con Bizzarri Records, come nascono i vostri lavori?
Ormai sono anni che come Villa Ada Crew collaboro con l’etichetta Bizzarri, prima di tutto grossi amici e poi anche grossi professionisti. Anche se Modena non è vicina, vale la pena fare qualche chilometro se lo scopo finale è fare buona musica.

Perché hai deciso di chiamare l’album “Geneticamente microfonato”?
È un po’ un gioco di parole che mi piaceva, e un titolo di resistenza musicale ad un mondo in veloce cambiamento in cui la tecnologia sta modificando le nostre vite, a volte in maniera catastrofica e irreversibile. La terra è una sola, la nostra casa, dobbiamo volerle bene!

“Con pochi semi vado avanti tutto l’anno contro la mafia che ne trae sempre guadagno…”, ritorna il tema del proibizionismo a te caro da sempre. Come vedi la situazione di fermento degli ultimi anni e come pensi possa cambiare nel futuro?
La legge a parte poche e piccole variazioni per ora è sempre la stessa. Vedo che sta cambiando la percezione della gente sulla Cannabis, sta diventando più accettata a livello sociale. La coscienza popolare la sta sdoganando prima delle istituzioni e speriamo che questo cambiamento sociale a breve diventi anche un cambiamento legale. Dopo anni di proibizionismo e persecuzioni dobbiamo avere il diritto di poter usare, come vogliamo, una pianta che porta solo tanti benefici, soprattutto per chi è malato! Basterebbe togliere la cannabis dalla tabella ministeriale delle sostanze vietate per farla diventare pari al basilico o ai broccoletti, molto semplice.

2016-08-30 11.17.29 am

Nell’ambito delle etichette e dei produttori italiani, sembra che dopo un periodo di calma ci sia nuovo fermento. Dal tuo punto di vista quali sono le realtà più interessanti?
In Italia ci sono pochi aiuti per la musica soprattutto quella underground, e sempre meno spazi per la cultura. Le grosse radio e i network televisivi hanno già playlist pronte a soddisfare e pubblicizzare artisti spinti dai colossi industriali della musica. Il reggae con i suoi contenuti è una musica scomoda per diventare “pop”. In questo scenario in salita c’è chi spinge sempre e comunque da anni. Ci sono anche tanti gruppi, di giovani e non, che mi piace ascoltare e mi fanno capire che il reggae è ancora vivo. Ne menziono qualcuno ma molti li sto scordando sicuramente: Lion D, Raphael, Adriano Bono con il Reggae Circus, Chisco, Dabadub, Inna Cantina, Baracca, jaka, Shakalab, Seal’d in vain, Gillo, Sprea, Gamba, Anemame, Piero Dread, Marvanza, Mellow Mood e tutti i massicci del Salento!

Credo sia innegabile che la dancehall in Italia stia avendo una forte flessione dopo anni in cui i numeri erano, forse guardando ad oggi, “eccezionali”. Qual è il tuo punto di vista a riguardo?
Sono d’accordo con te, anche se il calo di affluenza tocca tutti i generi. Molto di questo cambiamento è stato causato proprio dalla repressione delle istituzioni verso la nostra musica. Guarda il Rototom che, perseguitato in Italia, è dovuto emigrare in Spagna. Tutto sto casino portato avanti da un carabiniere, Demetrio Condello, che qualche anno dopo è stato condannato per spaccio di hashish e eroina. Assurdo!
Ma forse non è solo questo, ci sono altri motivi che in qualche modo hanno aiutato il calo: mancanza di spazi, un’evoluzione troppo elettronica dei suoni, poco spessore dei messaggi e troppa violenza in alcuni testi.

Lascia un messaggio ai lettori…
Ringrazio la redazione per lo spazio e saluto i lettori con un augurio di buona estate, spero di incontrarvi a qualche concerto.
Per rimanere aggiornati: twitter @rainavilla o www.villadacrew.it per tutte le info sui live.
Un abbraccio dal vostro GANJAMELIER!

a cura di Leonardo Pascale



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