GAS: dal produttore al consumatore grazie al web
Una sorta di Gas 2.0 (Gruppi di Acquisto Solidale) che unisce tecnologia e sharing economy per permettere una distribuzione efficiente dei prodotti locali secondo i principi dell’economia solidale. Stiamo parlando dell’Alveare che dice di sì, una piattaforma di vendita online nata in Francia nel 2011 e riproposta, con crescente popolarità, anche in Italia.
Attraverso gli Alveari, che possono essere un luogo pubblico (sala municipale, biblioteca) o privato (ristorante, bar, centro medico) oltre 2.900 aziende agricole oggi servono 231 gruppi di acquisto che effettuano ogni mese più di 25mila ordini di latte, uova, frutta e verdura sfruttando internet, i pagamenti on-line e la geolocalizzazione.
Negli ultimi 5 anni i produttori iscritti al network hanno guadagnato attraverso le vendite online più di 19 milioni di euro, di cui 11, complice l’emergenza sanitaria in corso che ha spinto sempre più persone ad acquistare online, solo nell’anno appena passato.
In pratica i produttori aderenti vendono i loro prodotti attraverso la piattaforma che organizza i tempi, in genere a cadenza settimanale, e i luoghi di consegna ai consumatori; è però il produttore stesso che si occupa di consegnare la merce ordinata nel punto di raccolta, come se fosse una vendita diretta. Sul venduto, il produttore paga poi una quota del 20%. Il 10% va alla startup per coprire le spese di gestione del sito, assistenza tecnica e commerciale, il 10% al gestore dell’Alveare, che organizza le vendite e raduna la comunità.
I consumatori interessati invece si registrano sul sito www.alvearechedicesi.it e acquistano i prodotti messi in vendita dai produttori locali che fanno parte del network: perlopiù frutta e verdura, che costituiscono il 70% della spesa dei membri degli Alveari che si dimostrano sempre più attenti a provenienza e genuinità dei prodotti.
La regione più attenta ai prodotti di filiera corta è la Lombardia, dove sono presenti 102 Alveari. A seguire il Piemonte con 57 Alveari, la Toscana con 35, il Lazio con 25, l’Emilia-Romagna con 23 e il Veneto. Tutti gli indirizzi sono prontamente segnalati sul sito.
a cura di Mena Toscano
Giornalista underground dal 1999