Se sei un gamer il CBD può aiutare corpo e mente
Sono diverse le ricadute positive su corpo e mente del cannabidiolo in generale e in particolare tra chi gioca per lunghe ore ai videogiochi. Tra gli effetti positivi riscontrati, troviamo quelli contro ansia, stress, insonnia e disturbi fisici da postura errata
Il cannabidiolo o CBD viene usato da anni in numerosi ambiti della medicina e le sue proprietà sono ormai note e sfruttate da tempo.
Ma cos’è il CBD? È uno dei numerosi composti chimici presenti nella cannabis sativa ed è grazie alla progressiva liberalizzazione di questa pianta che si sono e si stanno tuttora conducendo vari studi sui potenziali utilizzi terapeutici del CBD; in particolare, è grazie al fatto che questo cannabinoide non ha gli effetti psicoattivi del THC – il principale agente psicotropo della cannabis – e da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che il CBD non è tra le sostanze controllate e anche l’ONU ha recepito le raccomandazioni dell’OMS che è esplosa la ricerca clinica sul cannabidiolo.
Questa sostanza invero, non smette mai di stupire. Per motivi di sintesi però, in questo articolo evidenzieremo solo le principali scoperte che fanno di questo composto un efficace alleato della salute, in particolare per chi passa lunghe ore al pc, come i gamers.
CBD CONTRO ANSIA, STRESS, INSONNIA
I disturbi d’ansia hanno la più alta prevalenza nel corso della vita di qualsiasi altra malattia mentale nel mondo, con un carico sociale ed economico molto elevato e il periodo pandemico ha esteso ulteriormente questo carico, come dimostra uno studio pubblicato nel 2020 da The Lancet. L’ansia è un disturbo emotivo caratterizzato da sentimenti di tensione e uno stato di preoccupazione più o meno costante, che si traducono inoltre in veri e propri disturbi fisici come l’aumento della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca. Uno degli studi analitici più recenti ed interessanti sull’uso terapeutico del CBD, pubblicato a gennaio di quest’anno su Basic & Clinical Phamacology & Toxicology (BCPT): “A narrative review of molecular mechanism and therapeutic effect of cannabidiol (CBD)” evidenzia che nel complesso, gli attuali studi clinici supportano il CBD come terapia promettente per il trattamento dell’ansia.
Anche lo stress è un disturbo diffuso nelle società odierne, e particolarmente su quelle urbane, caratterizzate da ritmi sempre più serrati e un bilanciamento non adeguato tra lavoro e riposo, andando ad incidere negativamente sul sistema cardio-circolatorio. Dallo stesso studio del BCPT risulta che anche una singola dose di cannabidiolo riduce la pressione sanguigna in volontari sani in uno studio incrociato randomizzato e più in generale è stato dimostrato che il trattamento con CBD riduce la risposta cardiovascolare a vari tipi di stress.
Entrambi i disturbi possono risultare prevalenti in chi passa lunghe ore al pc come i gamers, specie se si prediligono videogiochi competitivi.
L’insonnia è un altro problema molto frequente, anche tra i gamers ed alcuni studi evidenzierebbero un miglioramento della qualità del sonno grazie ad un’assunzione regolare di prodotti a base di cannabidiolo.
CBD CONTRO DOLORI ARTICOLARI E INFIAMMAZIONE AL POSTO DELL’IBUPROFENE
Sono numerose le cause che determinano l’infiammazione dei nostri tessuti muscolari e il dolore che ne deriva, spesso però sono disturbi associati anche ad una cattiva postura.
Gli studi effettuati sui cannabinoidi e in particolare sul CBD, oltre a dimostrare la potenziale azione antidolorifica e antinfiammatoria hanno messo in luce anche la scarsità di possibili effetti collaterali derivati dall’utilizzo della sostanza. Stando infatti agli studi clinici effettuati, il CBD sembra essere ben tollerato dai pazienti che ne fanno uso. Al contrario, l’ibuprofene, principio attivo largamente usato per il trattamento del dolore e dell’infiammazione, presenta effetti collaterali frequenti ed impattanti sul benessere generale dei pazienti a cui viene somministrato.
Ecco perché il CBD nei casi di infiammazione dei tessuti e dolore muscolare risulterebbe più sicuro ed efficace dell’ibuprofene, specie per quanto riguarda i problemi cronici che richiederebbero un uso prolungato di questo principio attivo.