Funky Pushertz – La grande abbuffata (recensione)
I Funky Pushertz provengono da una cittadina sul mare dell’hinterland napoletano: la sola connotazione territoriale anticiperebbe le peculiarità fondanti della loro musica, che suona tuttora solare, contaminata e non asservita a dinamiche metropolitane. “La grande abbuffata” rappresenta la summa delle esperienze pregresse su palchi di mezza Italia, sempre tenendo in piedi side-project dal gusto reggae, dub e soul: un menu che contempla sapori e odori più variegati, che faticano a rientrare in un unico, monolitico contenitore. Il sound e l’attitudine del team di Torre del Greco sono peculiari, veri e propri marchi di fabbrica di un’idea musicale che ha pochi eguali in Italia e non ha esempi cui attingere nella nostra penisola.
Boom Buzz, Reddog e MastuNzò sono i rapper, Kayaman il singer e Tonico70 il producer con licenza da mc: “La grande abbuffata” era un po’ la prova del nove, il disco che fungeva da culmine di un percorso inebriato da aperitivi, snack e dal primo pasto completo, ovvero l’album “Lunch”. La ricetta rimane la stessa, ma non stanca mai: le pietanze che l’FP-menu offre variano dal piatto tradizionale (“Comm’ a fierr’ viecchio”), a quello più rustico (“Veng ‘e patan”), talvolta preparato con metodi più vintage (“Funksteppas”), spesso ossequioso dei precursori (“Music as soundtrack”). Si può alzare anche un po’ il gomito a tavola eh, così si muove il culo con la brava Wena in “Party Shit”, o ci si nasconde nel retro del locale per farne su una assieme ai soci di una vita, i GanjaFarm (“So High”). Il tutto è filtrato da un’ironia che non risulta mai banale, immatura o fine a se stessa: i Funky Pushertz allestiscono il convivio con meticolosità ed esperienza, lasciando poco al caso. In brani come “Emigrantes” o la title track si tralascia momentaneamente il sarcasmo, senza però mai affogare nella disillusione: la realtà strutturale che vivono è di primaria importanza e ha influenzato la loro crescita personale ed artistica.
Il suono di Tonico70 è sempre sapido, caldo e pieno di groove che strizzano l’occhio a sonorità sincopate, mescolate a soul e funk. Il perfetto tappeto per una batteria di mc’s così complementari e versatili: se Kayaman stavolta alza l’asticella al massimo, i rapper lo seguono a ruota con prove che certificano consapevolezza e maturità. Il singer è in assoluto tra le voci soul più forti d’Italia, la ciliegina su una torta che i compari infarciscono con stile, attitudine e flow. L’hip hop italiano non è ricordato per vantare tra le proprie fila un team così composto, una proposta musicale tanto variegata ed un’attitudine altrettanto personale: “La grande abbuffata” è stato un episodio saziante e i Funky Pushertz non sono mica alla frutta, anzi.
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