Giardinaggio

Funghi parassiti delle radici: il Pythium nella coltura idroponica

2015-12-10 02.19.36 pmDi solito alle radici non si presta la dovuta attenzione. Quest’affermazione è vera qualsiasi sia il metodo di coltivazione prescelto ma ancora di più per quello idroponico, dal momento che le radici sono sterili e vulnerabili. Pertanto, quando si sceglie la coltura idroponica, il discorso riguardo alla cura delle radici è estremamente importante.

Ma le radici non si prendono cura di sé da sole? In genere si, ma solo no a un certo punto. Se si trovano in situazioni avverse, sono facile preda di diverse malattie. Un buon coltivatore deve prevenire il problema prima che esso si presenti. La domanda è come mantenere sano e in buona salute il sistema radicale.

Nella coltivazione idroponica i principali ingredienti di successo sono: un sistema di coltivazione dinamico e ben progettato; acqua pulita e altamente ossigenata; un substrato ben irrigato; una buona ventilazione e livelli adeguati di temperatura e di umidità. Ovviamente esistono molti altri parametri da prendere in considerazione ma, se seguite queste indicazioni di base e le tabelle di utilizzo sulle bottiglie dei nutrimenti, riuscirete a mantenere le vostre piante felici e in salute. E, in fin dei conti, è proprio quello che volete, perché insetti e malattie iniziano ad invadere una pianta quando questa è stressata.

La radice è una parte della pianta particolarmente vulnerabile, sia se si coltiva in terreno che in acqua. Se la temperatura è alta e la circolazione dell’acqua è scarsa, le vostre piante soffrono per mancanza di ossigeno. A livello radicale, questa scarsità di ossigeno riduce la permeabilità delle radici all’acqua e di conseguenza anche l’assorbimento dei sali minerali, il che porterà ad un indebolimento della pianta e, infine, ad uno scarso raccolto. Se la pianta viene sottoposta a condizioni persistenti di stress, le radici producono etilene, un ormone dello stress che si accumula nelle radici e partecipa alla lenta degradazione del sistema radicale. Inoltre, alcuni agenti patogeni riconoscono l’etilene come segnale di debolezza della pianta ed un motivo per attaccare.

Cos’è un agente patogeno?

E’ un organismo che provoca una malattia. Nel nostro ambiente esiste un’immensa varietà di agenti patogeni, alcuni dei quali sono funghi come il Fusarium, il Pythium, il Verticillium, la Phytophtora e molti altri ancora. Il Fusarium e il Pythium sono i più distruttivi e comuni aggressori radicali noti sia ai coltivatori idroponici che a quelli che coltivano nel terreno. Questi invasori molto feroci sono spesso la causa della totale distruzione di un raccolto.

Cos’è il Pythium?

Il Pythium è un fungo distruttivo parassita delle radici. In condizioni idonee, il Pythium si moltiplica molto rapidamente e libera delle spore microscopiche che infettano la radice e privano la pianta del suo nutrimento. Attacca soprattutto semi e pianticelle, che offrono una minore resistenza alle malattie. Le piante più grandi sono più resistenti ma possono essere attaccate lo stesso con la differenza che, se si riesce ad individuare l’agente patogeno velocemente, possono essere curate e salvate, anche se il vostro raccolto sarà comunque scarso. Come altri funghi, il Pythium è presente in qualunque parte della pianta ed attacca praticamente tutte le varietà. Le migliori condizioni per il suo sviluppo sono alti livelli di umidità ed una temperatura tra i 20 ed i 30 gradi, oltre ovviamente ad una scarsa ossigenazione delle sostanze nutritive nel caso di coltivazione idroponica. Si tratta di una spora fungina che vive nell’aria e nell’acqua ed è presente nell’area di coltivazione, anche se la mantenete sempre pulita. Si arrampica sulle vostre scarpe, sui vostri vestiti, sulle vostre mani, ecc. Va a finire nella vostra acqua, specialmente quando questa arriva da pozzi, fiumi o correnti. Sono milioni le occasioni a disposizione di questo fungo per entrare nel vostro giardino. Perciò è importante mantenere pulito il vostro ambiente di coltivazione e cercare di capire da dove arriva l’acqua che utilizzate.
Il Pythium viene spesso identificato come “infezione secondaria” dal momento che attacca la pianta solo quando questa ha già iniziato a subire danni oppure quando le condizioni di coltivazione non sono le migliori. Approfitta di tessuti malati o feriti per colonizzare la radice e creare colatura o marciume radicale.

Come riconoscere l’attacco di un Pythium?

In linea di massima, quando il Pythium attacca, i semi infettati diventano morbidi, molli e neri, dopodiché muoiono. I gambi delle pianticelle diventano deboli e le stesse si indeboliscono. Le piante più grandi e le madri iniziano ad appassire e ad ingiallirsi senza un apparente motivo (per tale ragione il processo viene erroneamente definito deficienza nutritiva) e a volte le foglie tendono ad incurvarsi verso il basso. Le piante mostrano una scarsa crescita e il raccolto si riduce. Può anche avvenire la perdita totale del raccolto.

Non è semplice intercettare in tempo un attacco da Pythium, specialmente se si coltiva in terreno, perché è difficile vedere in superficie i primi segnali di stress della pianta. Solo dopo alcuni giorni si nota che la pianta ha un aspetto triste. Nel frattempo, a livello radicale, il processo è già iniziato da molto tempo. Nella coltura idroponica il Pythium, che ama e prospera nell’acqua, è una malattia abbastanza comune.

Se non si è abbastanza vigili, le conseguenze possono essere disastrose. Tuttavia, l’idroponica porta una nuova dimensione alla coltivazione ed offre al coltivatore un vantaggio impagabile, vale a dire l’accesso al sistema radicale. Per avere un migliore controllo sul raccolto futuro, un buon coltivatore idroponico deve ispezionare regolarmente il sistema radicale, dal momento che le radici dicono molto sulla salute della pianta, sulla qualità delle sostanze nutritive e sul buon funzionamento del sistema di coltura.

Se osservate le radici quando il Pythium ha già iniziato ad attaccare le vostre piante, potrete notare diversi sintomi, a seconda dell’estensione del danno. L’infezione parte dall’estremità della radice per poi disintegrare lentamente i lamenti radicali e le radici laterali, importantissime per l’assorbimento delle sostanze nutritive. Il bianco luminoso delle radici si trasforma prima in marrone chiaro, poi in marrone scuro ed infine in nero. Quando l’infezione in atto è acuta, la parte inferiore dello stelo può diventare vischiosa e nera. In genere, è possibile separare la parte marcia della radice, che va dal molle al vischioso, dalla parte più interna.

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Come combattere il Pythium?

La risposta è abbastanza semplice: mantenendo le vostre piante in salute, permetterete loro di resistere agli attacchi dei funghi. Nella coltura idroponica, esistono alcune regole basilari ed obbligatorie per mantenere le piante in salute, vale a dire acqua di buona qualità, ottima ossigenazione della soluzione nutritiva, buona ventilazione, un substrato ben irrorato, adeguati livelli di temperatura e di umidità, programmi di nutrizione adatti e una pulizia generale. Queste sono le misure preventive essenziali che tutti i coltivatori di idroponica dovrebbero sempre tenere a mente, dal momento che la prevenzione resta l’arma più efficace.
Esistono però dei momenti in cui le vostre piante sono più vulnerabili ed è proprio allora che dovrete prestare loro maggiore attenzione.

1. Controllate da vicino le pianticelle e le talee, perché di solito è in questa fase che le piante vengono attaccate. E’ importante scegliere con molta attenzione il substrato di germinazione e mantenere l’area di germinazione il più pulita possibile.

2. Quando preparate le talee per la propagazione, utilizzate utensili puliti ed abbiate molta cura sia delle talee che delle piante madri, perché le cesure operate sulle piante durante quest’operazione rappresentano un’ottima opportunità per la penetrazione patogena.

3. Quanto alla pianta madre, nel momento in cui vengono tagliati via alcuni gambi, interviene un altro fenomeno: la massa radicale diventa troppo grande per le nuove necessità della pianta e quindi alcune parti iniziano a deteriorarsi. A questo punto, la pianta rilascia una maggiore quantità di etilene e molti agenti patogeni, tra cui il Pythium, vi si gettano a capofitto.

4. Non esitate a rinnovare le vostre piante madri. Dopo un po’ di tempo, infatti, la pianta madre diventa vecchia e molto probabilmente porta con sé delle spore di Pythium. Ed anche le talee ne saranno ovviamente piene. Per questa ragione è consigliabile utilizzare la pianta madre due o tre volte per poi sostituirla con una delle nuove talee radicate. In questo modo, riprodurrete sempre piante madri giovani e in salute ed otterrete talee in salute e vigorose, prive di malattie.

5. Il trapianto rappresenta un’altra operazione chiave, dal momento che una radice ferita rappresenta l’ambiente ideale per un’infezione. Perciò quando trapiantate, utilizzate sempre luoghi puliti e siate particolarmente gentili con le giovani radici. Per evitare alla pianta lo stress da trapianto e per non manipolare eccessivamente le radici, potete utilizzare sistemi di propagazione aero-idroponici, soprattutto quando si tratta semplicemente di spostare le vostre piante da un vaso a un altro, in modo da non interferire con il sistema radicale.

6. In linea di massima, iniziate con piante e semi privi di malattie. Evitate di nutrire ed affollare eccessivamente le piante e mantenete una buona ventilazione. Sembra che il Pythium prosperi meglio in presenza di alti livelli di alcalinità, perciò cercate di mantenere il pH delle vostre piante il più basso possibile cercando però di soddisfare sempre i bisogni della pianta.

Esistono altri metodi per prevenire il Pythium e gli altri funghi in genere. Alcune compagnie offrono prodotti come polveri silicate speciali, batteri o funghi bene ci, o miscele di varie specie di entrambi da aggiungere alla vostra soluzione nutritiva. Altre ancora vanno oltre ed offrono un “filtro batterico” che filtra tutti i residui, aumenta l’ossigenazione dell’acqua ed include una miscela di microrganismi che, una volta colonizzati, formano una barriera protettiva sulle radici, bloccando quindi l’invasione di organismi patogeni. Affinché questo filtro funzioni bene è necessario mantenere in salute le radici, anche se non riuscite a tenere sotto controllo i livelli della temperatura.

a cura di Noucetta Kedhi – GHE



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