Fuck to the fake
Tre, quattro stages e si pretende d’insegnare un passo che viene visto solo come tale, solo un gesto puramente tecnico e non la storica ripetizione di quanto un b-boy dall’altra parte del mondo ha eseguito esattamente uguale anni prima cercando un modo per comunicare attraverso il suo corpo un’emozione che gli stava scoppiando nel cuore. Adoro i miei ragazzi, allievi volenterosi che ad ogni backspin (la rotazione che si esegue con le scapole al suolo, le gambe ruotano in un movimento ellittico ed innescano la forza centrifuga, la schiena inizia a girare a mo’ di scudo in una rotazione veloce e duratura con le gambe dirette verso l’alto) mi regalano una gioia profonda, che ad ogni toprock (i passi che non prevedono il contatto del corpo con il suolo) vissuto con stile, che trasmette il flow di cui sono capaci, aggiungono un gradino alla scala che li condurrà al loro sogno di partecipare, e perchè no vincere, un contest.
Insegnare Breakdance non è un lavoro nella palestra giusto per arrotondare, è molto di più, va vissuto come lo scopo di trasmettere tutta la cultura e la ricerca d’identità che rappresenta. Gli allievi vanno rispettati, non ci si può improvvisare b-boys Old School, non ci si pùò improvvisare insegnanti dopo qualche anno di stages, non è possibile consentire un degrado della qualità di cui anche l’Italia è capace in questo stile di danza consentendo a chiunque di poter avere uno spazio o riconoscimenti spropositati rispetto le reali competenze. Nel nostro Paese ci sono tante belle storie, sentimenti leali di questa cultura, eppure sono sempre le solite quattro faccie a rappresentare un mondo più simile ai videoclip musicali più commerciali che la reale cultura di strada di cui essere fieri fino al midollo. I nomi? Tranne alcuni, non si trovano in Internet, non si trovano nelle prime possibilità che propone Google nelle ricerche di settore, si trovano negli angoli delle strade a sudare nelle ore serali, a raccontare ai ragazzini quanto ancora hanno davanti prima di sentire il tifo di un pubblico e la gioia di quando questo accadrà.
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Andrea Giuliano aka MisterX