Frenchy Cannoli, the king of hashishin, è passato a miglior vita
Secondo quanto riferito in un sentito post su Instagram di sua moglie Kimberly, l’amato insegnante, consulente, artigiano e attivista, nonché hashmaker Frenchy Cannoli è morto lo scorso 18 luglio a causa di complicazioni durante un intervento chirurgico, un evento totalmente inaspettato, secondo la sua famiglia.
Cannoli era noto per il suo hashish “senza pari”, e la maggior parte delle persone che gli erano vicine descrivono il suo personaggio come assolutamente unico. Era una vera e propria autorità nel mondo degli estratti solventless e per questo era molto rispettato, tant’è che si usa il “metodo Cannoli” per la particolare lavorazione di alcuni tipi di hash pressati con bottiglie di acqua calda.
Cannoli, nato il 13 dicembre 1956, è cresciuto a Nizza, in Francia, ed è stato naturalmente attratto dall’hashish importato nella zona alla fine degli anni ’60. Ha vissuto come nomade per oltre 20 anni, spesso presso i tradizionali produttori di hashish imparando così tecniche tramandate da generazioni; di cui ne ha preservato la storia nel tempo rendendola fruibile al pubblico nei suoi innumerevoli workshop e seminari chiamati “Lost art of The hashashin” dove parlava dei suoi viaggi nelle comunità rurali dove si produce hashish, dal Messico al Pakistan, passando per il Marocco e l’India.
Trasferitosi nei primi anni del 2000 stabilmente in California, ha continuato a promuovere l’istruzione pubblica post-legalizzazione, sviluppando standard di classificazione dell’hashish e supportando le certificazioni regionali di coltivazione per la produzione di cannabis, ispirate alle regole della “appellation d’origine contrôlée”.
Nel 2018 abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistarlo, inoltre Frenchy ha curato per Dolce Vita la rubrica “Art of Hashishin“, dedicata al mondo dell’hashish. Qui tutti i suoi articoli.
Ci uniamo al dolore della famiglia e della moglie Kimberly che lo ha sempre assistito, anche nelle pubblicazioni, oggi perdiamo un uomo buono che nutriva un profondo rispetto per questa pianta e le sue molteplici sfaccettature e che sicuramente aveva ancora tanto da insegnarci.