Cannabis

Frenchy Cannoli: il famoso re dell’Hashish si racconta a Dolce Vita

Frenchy Cannoli: il famoso re dell'Hashish si racconta a Dolce VitaChi ha seguito in questi anni l’ascesa del cannabusiness negli Stati Uniti, non può non conoscere Frenchy Cannoli, famoso “hashmaker” della California nonché uno dei pochi a produrre ancora Hashish in un paese in cui le estrazioni di cannabis tramite solvente padroneggiano.
Mentre l’industria muta, Frenchy segue le nuove tecnologie del settore, mettendo insieme tradizione ed innovazione e ci racconta come la cannabis è diventata la sua “raison de vivre”.

Sei considerato uno dei migliori hashmaker degli Stati Uniti. Quando e dove inizia la tua passione per la cannabis?
Il mio profondo amore per la cannabis è nato quando avevo diciassette anni e ho fumato un po’ di Hashish libanese per la prima volta. Sperimentare il gusto e l’odore di Hashish era come assorbire l’essenza stessa delle storie di Mille e una notte, Marco Polo, Laurence d’Arabia e Kipling che avevano riempito la mia infanzia ed erano la fonte della mia sete di viaggiare. Dopo la mia prima esperienza, durante l’adolescenza, è diventata man mano una passione che dura ormai da quarant’anni.
Tutto è iniziato in Francia, nei paesi produttori che ho visitato, dove ho imparato ad apprezzarne l’aspetto culturale che si è trasformato in un’intimità spirituale con un Dio in India, ed in seguito ho scoperto l’aspetto medicinale della pianta di cannabis che ha consolidato la mia passione fino ad oggi. Una conoscenza più approfondita della pianta era necessaria per portare un adolescente alla sua prima esperienza ad una vita intera consacrata a questa passione.

Hai sempre supportato i piccoli coltivatori di cannabis piuttosto che le grandi aziende del settore. Confermi?
Ho dedicato la mia vita alla qualità, è la mia “ragion d’essere”. La produzione di massa o la monocoltura di qualsiasi prodotto agricolo non produrrà mai qualità, poiché le sostanze chimiche e i pesticidi chimici sono sempre utilizzati nella produzione di massa, la mia scelta va ben oltre il campo della qualità: essa affonda le sue radici nel campo della salute.
Sono come un enologo o uno chef cinque stelle Michelin, ogni grappolo di uva o verdura è coltivato con amore e dedizione, e raccolto al culmine della maturità. Ricerco semplicemente l’apice della qualità, il non plus ultra delle infiorescenze di cannabis.

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Il tuo mantra è il setacciamento della cannabis attraverso l’uso di acqua o ghiaccio. Quali sono i vantaggi nella produzione di Hashish?
Credo che l’uso dell’acqua sia l’unica evoluzione nella pratica di setacciare e conservare la resina di cannabis, una pratica che è sicuramente vecchia come l’agricoltura. L’uso dell’acqua come mezzo per agitare e filtrare i tricomi colmi di resina è più che un miglioramento, cambia tutto. Il problema principale con la setacciatura a secco è costituito dai contaminanti, poiché è quasi impossibile lavorare le infiorescenze secche senza rompere i tricomi e più forte è l’agitazione più contaminanti si creano. L’uso di acqua per reidratare i fiori ci dà la possibilità di agitare a fondo senza causare alcun danno al materiale fogliare.
La setacciatura a secco è una metodologia composta da due processi, l’agitazione della materia vegetale per rompere le teste dei tricomi dai loro gambi e la separazione per dimensione delle teste di tricomi attraverso le perforazioni del materiale del setaccio. L’uso dell’acqua mi dà la possibilità di avere due processi separati, il materiale è agitato in un vortice d’acqua in una lavatrice e la separazione delle teste dei tricomi avviene nei sacchetti di setacciatura. L’uso del ghiaccio è necessario per creare un mezzo che sia abbastanza freddo da poter gestire le principali caratteristiche della resina che al momento del raccolto è praticamente una colla naturale. È obbligatorio lavorare in un ambiente freddo per massimizzare il processo di setacciatura, se può essere fatto a secco o con acqua.

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Spesso metti a confronto l’industria del vino con quella della cannabis. I nostri lettori vivono in Italia, e qui sappiamo come fare del buon vino. Credi che potremmo produrre anche una cannabis eccellente?
Vino e cannabis hanno molto in comune a partire dall’importanza dell’aroma. La terra, il clima, la genetica e la conoscenza del contadino definiscono la qualità. L’Italia sarà sicuramente in grado di produrre cannabis di alta qualità come di alta qualità è il vino che producete, famoso in tutto il mondo.

Hai visitato innumerevoli paesi in cui hai perfezionato l’arte della produzione di Hashish. Ma negli Stati Uniti l’Hashish non è apprezzato particolarmente mentre molti solventi sono utilizzati per l’estrazione, perché?
Gli Stati Uniti non sono sempre stati solo un produttore e un consumatore di fiori di cannabis. Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 c’è stato un mercato di nicchia per l’Hashish tradizionale, prima che importare prodotti da paesi produttori diventasse quasi impossibile. I concentrati di cannabis sono ricomparsi circa dieci anni fa sotto forma di butano e prodotti a base di CO2 e le estrazioni mediante acqua e ghiaccio hanno sfruttato il successo dell’estrazioni con solvente come piattaforma per ribadire il valore fondamentale unico per ottenere resine non adulterate.

Visiterai mai l’Italia? Forse puoi insegnarci qualcosa di utile…
Verrò sicuramente a visitare l’Italia quanto prima, spero vivamente che possiate legalizzare la cannabis, non chiedo niente di meglio che aiutare questo processo in qualunque modo mi sia possibile. Grazie.

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Rosin


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