Industriale

Freeweed, la nuova battaglia contro il proibizionismo

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FreeWeed è il nuovo progetto referendario che ha lo scopo di modificare alcuni punti della legge Fini-Giovanardi e giungere alla tanto desiderata legalizzazione. E’ un progetto che nasce e si diffonde sul web, attestando l’attuale importanza del mezzo. Abbiamo avuto l’opportunità di parlare con Stefano Auditore, ideatore del progetto FreeWeed, per approfondire il suo ammirevole lavoro.

Ciao Stefano, tu sei l’ideatore del progetto FreeWeed. Come hai iniziato e quali sono i punti fondamentali di FreeWeed?
Il Progetto FreeWeed nasce dall’idea di proporre un Referendum che parlasse di Cannabis. Il Progetto si è creato all’inizio tramite i Social Network e si è sviluppato nella Rete Web grazie alla nascita del sito www.freeweed.it. L’Organizzazione si è ampliata nel tempo, proprio perché l’idea alla base è la collaborazione di tutti per il raggiungimento di uno scopo comune; il Progetto ha le sue fondamenta nella gente comune, nei semplici cittadini, che si mobilitano per sviluppare tematiche e proposte all’interno del Progetto stesso. FreeWeed crede nella Legalizzazione della Cannabis, sia a scopo medico che ludico, ed è questo il suo obiettivo finale. Per raggiungere questo si passerà attraverso la proposizione di un Referendum abrogativo, l’unica tipologia consentita in Italia, per togliere alcune norme che penalizzano l’uso, la detenzione e la coltivazione della Cannabis. Il Progetto si fonda sulla partecipazione di ciascun cittadino, perché solo compattandosi tutti si può raggiungere un obiettivo cosi grande e cosi importante. Il Referendum, la mobilitazione di tutti e l’informazione per tutti sono quindi i punti fondamentali del Progetto FreeWeed.

Il vostro intento è di cambiare alcuni punti della legge Fini-Giovanardi tramite il referendum, perché tramite un referendum e non cambiando direttamente la legge?
Cambiare direttamente la legge sarebbe possibile se la vita politica dei nostri giorni si interessasse ai veri problemi ed alle vere richieste dei cittadini. Purtroppo non è ancora cosi, e non possiamo più ignorare che danni stia facendo il Proibizionismo sulla popolazione italiana. 1 italiano su 3 fa uso di Cannabis, non si può più ignorare questo dato, continuando a tenere illegale questa sostanza. Cosi come non si possono più ignorare le proprietà mediche riconosciute alla Cannabis ed i vari studi che ne dimostrano la Non-Neurotossicità. Inoltre il Proibizionismo porta un danno economico di circa 5,5 miliardi di Euro l’anno, spesi dal nostro Stato per la lotta alla sostanza Cannabis; fondi pubblici e quindi finanziati anche e soprattutto dai semplici cittadini, dei quali viene ignorata la richiesta popolare di legalizzazione, come avvenne nel referendum del 1993. Un controsenso all’italiana. Lo strumento del Referendum è stato scelto quindi come soluzione di partecipazione collettiva e di domanda popolare. Solo in questo modo si può chiedere direttamente al popolo italiano cosa ne pensa davvero della legalizzazione della cannabis. Tutti dovrebbero partecipare a questo Progetto, perché l’informazione è un diritto di tutti. Il referendum inoltre, per Costituzione, sancisce la volontà popolare. E la Volontà popolare deve essere imposta al nostro Stato. Ecco perché portiamo avanti la nostra battaglia sociale.

Nel vostro sito è in corso una raccolta fondi per la copertura delle spese utili ad attuare il referendum, come sta andando?
La Raccolta Fondi procede, anche se ovviamente i contributi arrivano lentamente, anche a causa della cattiva reputazione che la “vecchia politica” ha lasciato alle iniziative di questo genere, spesso illudendo le persone per lucrare soldi. Chiunque può comunque fare la sua parte tramite il sito internet www.freeweed.it nella sezione raccolta fondi.

In che modo il singolo individuo può promuovere e appoggiare l’iniziativa?
Tutte le informazioni sono disponibili sul sito internet www.freeweed.it, e la parte fondamentale è l’informazione su questo Progetto. Da quando partirà la raccolta firme ufficiale si potrà firmare in tutti i comuni sopra i 10.000 abitanti, oltre che ai banchetti firme che organizzeremo, per proporre il Referendum. Si dovranno raggiungere 500.000 firme nei tempi stabiliti dalla legge. Stiamo a questo proposito cercando referenti che si occupino della raccolta firme ed autenticatori per la certificazione ed autenticazione delle firme raccolte.

Lascia un messaggio ai lettori…
La strada è sicuramente lunga e complicata, ma la motivazione è tanta cosi come la mobilitazione delle persone. Non ci fermeremo. Il Progetto FreeWeed crede nella volontà popolare, e la volontà del popolo italiano è diretta verso la Legalizzazione della Cannabis.
Progetto FreeWeed: Tutti Uniti verso la Legalizzazione della Cannabis.
Contatto: [email protected]



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