Freestyle Concept – Stile Libero (recensione)
Girando nel web e digitando Freestyle Concept nei motori di ricerca, risulteranno essere poche le informazioni sul trio proveniente da Napoli, che qualche mese fa ha unito le forze e ha dato seguito al mixtape con l’album ufficiale, intitolato “Stile Libero”. Dope One al microfono e Oxroc e Dynamike su macchine e tecnici completano la formazione: una crew che ha forti radici nell’undeground partenopeo, avendo vissuto e contribuito ad accrescere in prima persona molte delle esperienze degli ultimi 15 anni nel capoluogo campano. Non solo in rap e djing, ma con notevole talento e capacità anche nel b-boying: TCK e Double B Rockers sono crew storiche che hanno visto muovere i primi passi di Oxroc e Dynamike aka Mike Vodka sui break beat. Dunque, non proprio gli ultimi arrivati.
Questo doveroso epilogo anticipa in parte il mood del disco: l’amore viscerale per l’hip hop, come cultura nella sua forma globale, è la spina dorsale di Stile Libero. Un titolo eloquente in tal senso, stando ad indicare, appunto, l’affezione al movimento dove i tre sono cresciuti, magari quello di un tempo in cui non si era ancora scesi a compromessi e si manteneva intatto lo spirito e lo stile. Puntare l’attenzione principalmente su quest’aspetto, ovvero veicolare la pura essenza dell’hip hop, è di sicuro una scelta importante, che diventa necessaria in tempi in cui il rap viene depravato, ibridato e magari capitanato da personaggi che non possiedono lo stesso background e la stessa coscienza. Soprattutto di questi tempi, insomma, ci voleva. Nonostante quel pizzico di autoreferenzialità che ne concerne.
Dope è uno di quei rapper che ama aggredire il mic, maneggiarlo con carisma: non a caso, è stato uno dei rappresentanti italiani all’ultimo Hip Hop Kemp. Un ottimo maestro di cerimonia, bravo a non far calare mai l’attenzione su nastro: sinonimo e sintomo di grande personalità (ad esempio, Clementino l’ha definito il miglior rapper italiano). Oxroc e Dynamike, dal canto loro, hanno fatto tesoro dell’esperienza, garantendo un taglio classico alle produzioni che profumano di 90’s. Si nota il cosciente lavoro su sample e vinili, proprio di matrice puramente hip hop. Più di impatto l’approccio di Oluwong, producer che firma tre dei diciassette beats (uno è a cura di Fano dei Cutdealers). Stile Libero non è, certamente, solo rap che parla di rap, ma suona variegato abbracciando diverse tematiche, senza dimenticare il posto che li ha plasmati (che ricorre nell’onirica Una Napoli diversa con Jovine, in maniera piuttosto differente dal solito) ed un certo spirito battagliero (L’hip hop nun è n’alberg, Mocc a te), trovando spazio per spunti riflessivi di carattere sociale (Fight), ma anche emozionale (My life, Per ogni delusione) e per l’entertainment (Main Squeez). Forse manca il pezzo trainante, ma una sufficienza piena generale è ampiamente meritata. Dovendo scegliere tre nomi tra i numerosi featuring, menzione particolare per Paura, Lucariello e Speaker Cenzou. In definitiva, purissimo hip hop filtrato da buonissimi rap e produzioni: questo è Freestyle Concept.
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