Francia: un passo in avanti verso la legalizzazione
Il Consiglio Economico, Sociale e Ambientale (CESE) di Francia, si esprime a favore della legalizzazione della cannabis ad uso adulto
In Francia, uno dei Paesi più proibizionisti d’Europa, il Consiglio Economico, Sociale e Ambientale (CESE) ha descritto la politica di repressione perseguita finora come un “clamoroso fallimento” e ha proposto di autorizzare la vendita di cannabis agli adulti, con delle garanzie.
Questa proposta arriva da una commissione temporanea presieduta da Jean-François Naton, consigliere federale della CGT (Confédération générale du travail) che, dopo un anno di duro lavoro e monitoraggio, ha definito la via della repressione come un “amaro fallimento della politica perseguita negli ultimi cinquant’anni”.
FRANCIA: LA LEGALIZZAZIONE PER LA SALUTE PUBBLICA E IL TRAFFICO ILLECITO
La guerra alla droga ha fallito. Il proibizionismo, così come il traffico illecito che ne consegue, mina il benessere sociale delle persone, costretti a rifornirsi in maniera illegale con prodotti che spesso nuocciono alla salute. È un danno alle casse dello Stato che, invece di essere rimpinguate dalle tasse derivanti da una legalizzazione, si impoveriscono perseguendo semplici consumatori.
Tra i sostenitori della legalizzazione c’è Florent Compain, portavoce di Friends of the Earth France, che sottolinea l’esigenza di “muoversi per la salute pubblica”. Dichiarazione a cui si aggiunge quella di Helno Eyriey, ex presidente dell’Unef, che definisce una regolamentazione come l’opportunità di “indebolire e prosciugare il più possibile il traffico illegale – anche se – sappiamo che una parte di esso rimarrà”.
Il CESE, consapevole che la cannabis è la sostanza illecita più consumata, valuta l’apertura di negozi autorizzati alla vendita muniti di licenza, a patto che i gestori si prestino per una “formazione obbligatoria in materia di prevenzione e riduzione dei rischi”. Inoltre, la vendita ai minori resta proibita e “qualsiasi propaganda o pubblicità a favore della cannabis così come qualsiasi distribuzione gratuita o promozionale” sarebbe vietata.
AUTORIZZARE LA VENDITA? I PARERI DISCORDANTI DEI MEDICI
Amine Benyamina, capo del dipartimento di tossicologia dell’ospedale Paul-Brousse de Villejuif, è completamente favorevole alla legalizzazione della cannabis, considerandola “una strategia valida per limitare i danni alla salute pubblica – confessando che – la repressione non sia realmente efficace”.
Jean-Claude Alvarez, responsabile del reparto di tossicologia dell’ospedale di Garches, non è dello stesso parere. Egli “non vede perché dovremmo legalizzare una droga con il pretesto che non riusciamo a proibirla – e continua – Dobbiamo smetterla con l’ipocrisia di dire che la gente fumerà cannabis solo a partire dai 18 anni perché la vendita sarà vietata ai minori, e di pensare che il mercato illegale scomparirà legalizzando la vendita”.
Il CESE si difende sottolineando che la legalizzazione “deve essere sostenuta da una politica di educazione, prevenzione e lavoro per combattere tutte le forme di traffico”. L’ente raccomanda quindi di “tutelare i minori in via prioritaria, sviluppando una politica di sostegno e cura del loro consumo, in particolare quando è problematico, e vietando la vendita o l’istigazione al consumo di cannabis per loro”.
Inoltre suggerisce di “creare un istituto nazionale sulla cannabis sotto la guida dell’Osservatorio francese delle droghe e delle dipendenze per sviluppare la ricerca e diffondere informazioni chiare, obiettive e accessibili”. Infine, il CESE si augura che “per la produzione di marijuana si preferisca l’agricoltura biologica e che venga autorizzata l’autoproduzione e l’apertura di Cannabis Social Club”.
LEGALIZZAZIONE DELLA CANNABIS IN FRACIA: COSA DICE MACRON
Il CESE, anche se composto da esponenti della società civile, ha un ruolo puramente consultivo e il governo non ha l’obbligo di seguirne le raccomandazioni, nonostante possano giovare all’intero Stato. In questi anni, lo stesso Emmanuel Macron ha assunto diverse posizioni sul fronte della legalizzazione.
Nel settembre del 2016, in qualità di Ministro dell’Economia, Macron ha dichiarato che la legalizzazione della cannabis avesse “interessi” e risultasse “efficace” in termini di sicurezza e di lotta al “finanziamento delle rete occulte”. Ma lo scorso marzo, presentando il suo programma per la rielezione, ha detto di non essere favorevole alla legalizzazione della cannabis.
Amine Benyamina, conscia del fatto che il CESE non abbia molto potere, stenta nel credere a una prossima legalizzazione. “Sono come tutti gli altri. Quando vedo i sequestri di cannabis da parte del Ministero degli Interni, vedo che le politiche repressive hanno il vento in poppa“, confessa amareggiato il tossicologo.
Il professor Nicolas Authier, psichiatra specializzato in farmacologia e tossicologia presso l’Ospedale Universitario di Clermont-Ferrand, precisa che “la legalizzazione non si otterrebbe in tre o sei mesi. E se non sappiamo come fare prevenzione, non ha senso legalizzare. Dobbiamo passare da un modello di lotta a uno di prevenzione“.
Tuttavia, la legalizzazione della cannabis light in Francia accende un barlume di speranza tra i cittadini che sperano in una regolamentazione al più presto. Tenuto vivo anche dalle posizioni favorevoli prese ultimamente dall’Europa che, con un incontro storico, conferma di muoversi in questa direzione.