La Francia è il primo paese europeo a legalizzare la sorveglianza biometrica
Una legge "temporanea" promulgata ufficialmente per prevenire movimenti di folla o attacchi terroristici introduce per la prima volta la sorveglianza di massa in Europa
La Francia ha introdotto formalmente la videosorveglianza algoritmica (AVS) nella sua legislazione. Il provvedimento ha carattere temporaneo e specifico: ufficialmente è stato introdotto per prevenire movimenti di folla o attacchi terroristici durante i giochi olimpici, dunque resterà in vigore fino alla fine del 2024.
Ciononostante si tratta di un esperimento i cui risvolti nascondono questioni importanti in una democrazia.
Secondo il sito La Quadrature du net all’ombra del tumulto della riforma delle pensioni, il governo francese avrebbe legalizzato una tecnologia ad alto rischio non solo senza una seria discussione parlamentare ma portando avanti argomentazioni discutibili. Nello specifico:
- La bugia sulla biometria: il governo francese avrebbe ripetutamente affermato che la VSA non sarebbe una sorveglianza biometrica. Ma questo è falso. Questa tecnologia identifica, analizza e classifica costantemente corpi, caratteristiche fisiche, gesti, sagome e movimenti, che sono senza dubbio dati biometrici. Su questo punto 38 organizzazioni internazionali e una quarantina di europarlamentari anno chiesto spiegazioni al governo.
- La bugia sull’utilità: il governo francese avrebbe usato le Olimpiadi come pretesto per accelerare l’obiettivo pluriennale di legalizzare queste tecnologie. Il governo avrebbe creato l’illusione di una necessità di “tracciare pacchi sospetti” o “prevenire i movimenti di folla”. In questo modo, il VSA è stato accettato sulla sola base di un mito consolidato secondo cui la tecnologia garantirebbe la sicurezza, senza alcuna valutazione o dimostrazione onesta dell’utilità di queste tecnologie.
- La bugia sulla tecnologia: l’applicazione principale del VSA è quella di identificare comportamenti che la polizia ha precedentemente definito “sospetti”. Nel dibattito parlamentare sarebbe emersa la poca competenza del Parlamento nel discutere di questioni tecnologie e di coglierne i contorni e i pericoli.
Nel momento storico in cui viviamo è lecito avere il timore che l’aumento della sorveglianza della polizia faccia parte di una strategia politica volta a soffocare qualsiasi protesta. D’altronde negli ultimi vent’anni in Francia si è assistito a un aumento di telecamere, sorveglianza e dossier. Si cerca di convincere la popolazione che “la sorveglianza è protezione”, che “la sicurezza è libertà”, ma è davvero così?
Con la sua sola presenza in aree accessibili al pubblico, la videosorveglianza algoritmica non mirata (spesso definita “indiscriminata”) può avere un effetto raggelante sulle libertà civili fondamentali, compreso il diritto alla libertà di riunione, associazione ed espressione.
Inoltre non è da paranoici pensare che questa prima legalizzazione della videosorveglianza automatizzata aprirà la strada a tutte le altre tecnologie di sorveglianza biometrica: sorveglianza audio algoritmica, riconoscimento facciale, monitoraggio biometrico degli individui a posteriori, ecc.
Qual è il futuro che stiamo costruendo?