Fondi europei per la canapa: 800mila euro per valorizzarla in Italia
La Fondazione De Claricini è capofila di un progetto sulla coltivazione della canapa che coinvolge Italia e Austria
È il progetto SPARE (Percorsi sostenibili per la valorizzazione olistica della canapa per applicazioni innovative) a guadagnarsi gli 800mila euro provenienti dal Programma Interreg Italia-Austria 2021-2027.
Il programma, guidato dalla Fondazione De Claricini Dornpacher, coinvolgerà importanti realtà italiane e austriache, tra cui: l’Università degli Studi di Trieste, in particolare il Dipartimento di Scienze della Vita, il team di ricerca Green Long Fiber Materials del Kompetenzzentrum Holz GmbH di St. Veit dell’Austria, l’Unità di Tecnologia dei Materiali dell’Università di Innsbruck e il Centro Consorzi di Belluno.
I diversi player lavoreranno in sinergia per implementare le capacità di ricerca applicata sulla valorizzazione olistica della canapa e per favorire il trasferimento dei risultati alle imprese del settore primario, industriale e dei servizi in modo efficace e trasversale.
FILIERE CIRCOLARI PER LA CANAPA INDUSTRIALE
Come raccontato dal direttore Paolo Dolce a Canapa Industriale, la Fondazione De Claricini, che “nasce 50 anni fa con una missione prettamente culturale, di valorizzazione del territorio e della storia”, oggi si occupa principalmente di coltivare canapa, cereali, legumi, viticoltura e vinificazione.
Il punto cruciale però è come lo fa: seguendo pratiche biologiche, di carbon farming e adottando metodi circolari ed efficienti per le risorse.
Ed è questo l’obiettivo di SPARE. Ossia quello di promuovere filiere circolari che impiegano – ad esempio – materiali sostenibili, tessuti sostenibili e la canapa come biomassa per produrre energia.
SPARE: COME SI SVILUPPERÀ IL PROGETTO
Diffondere le conoscenze maturate dai partner per creare una filiera allargata, puntando soprattutto sugli utilizzi della fibra nel settore tessile, dei biopolimeri e della bioedilizia. È questa la mossa iniziale prevista dal progetto.
“È stata boicottata per decenni, ancora oggi si fa una grande confusione, ma siamo decisi a lavorare per la canapa e per il territorio – ha concludo il direttore – Speriamo che il momento giusto sia arrivato, sentiamo la responsabilità di questo progetto e di tante persone che, come me, stavano aspettando per poter mettere a terra, nel vero senso della parola, la coltura. L’agricoltura ha bisogno di sbocchi diversi, che esulino dalla solita alternanza di mais e soia, e la canapa può essere importante”.