HHC: la Finlandia ne vieta la vendita
La Finlandia ha classificato l'HHC come sostanza stupefacente, vietandone la produzione e la vendita, ma non il possesso e l'uso personale
L’HHC, o esaidrocannabinolo, un cannabinoide psicoattivo della cannabis, ha letteralmente invaso il mercato mondiale attirando sia aziende e consumatori che sempre più governi intenzionati a vietarne il commercio.
Infatti dopo l’Austria, che ha ufficialmente proibito la produzione e la vendita dell’HHC, anche la Finlandia ha recentemente classificato questo cannabinoide come sostanza psicoattiva, dichiarando illegale la sua diffusione sul mercato dei consumatori.
FINLANDIA: VIETATO IL COMMERCIO DELL’HHC
Come riportato dal giornale finlandese Yle, Katja Pihlainen, ispettore senior dell’Agenzia finlandese per i medicinali (Fimea), ha dichiarato che, approfittando del vuoto legislativo presente nella legge sugli stupefacenti, che non disciplina esplicitamente l’esaidrocannabinolo, i prodotti a base di HHC si sono diffusi in almeno 20 Paesi dell’UE.
Pihlainen ha sottolineato che l‘Osservatorio Europeo delle Droghe e delle Tossicodipendenze (OEDT) e le agenzie degli Stati membri sono preoccupati per l’aumento dei prodotti HHC sul mercato. Ciò sta spingendo i diversi governi ad agire.
“L’HHC è venduto come sostituto ‘legale’ del THC in una gamma di prodotti di marca e non, molto attraenti, alcuni dei quali sono venduti come ‘legal highs‘ (sballo legale) – si legge da un documento dell’OEDT – Questi includono canapa spruzzata o mescolata, così come vapes ed edibili.”
HHC: UN MONDO ANCORA SCONOSCIUTO
Pihlainen ha sottolineato che, nonostante la sintesi dell’HHC risalga al 1940, gli studi a riguardo sono ancora nettamente limitati. “Non sappiamo come influisce sul corpo”, ha affermato l’espettore senior e i suoi effetti, apparentemente simili al THC, non ne fanno un prodotto sicuro da consumare.
Tra i problemi evidenziati spicca la mancanza di un sistema di controllo che garantisca la qualità dei prodotti, poiché l’intera catena di produzione è completamente autonoma e durante la preparazione, che non si sa effettivamente dove avvenga, potrebbero essere aggiunte sostanza chimiche dannose per l’organismo.
Inoltre Pihlainen ha specificato che la produzione commerciale di HHC è partita dagli Stati Uniti, dopo che il Farm Bill del 2018 ha legalizzato la canapa industriale contenente fino allo 0,3% di THC, destando l’attenzione di alcuni imprenditori – americani e non – che, per trarne profitto, cercavano una scappatoia nella legge che proibiva la cannabis.
ANCHE LA SVEZIA SI MUOVE PER VIETARE L’HHC
Secondo Pihlainen, così come la Finlandia che ha vietato la produzione, lo stoccaggio, l’importazione e la vendita di questa sostanza, consentendone – per ora – solo il possesso e il consumo personale, anche altri Paesi dell’UE si stanno mobilitando per proibire l’HHC.
A seguire l’Austria e l’Estonia c’è la Svezia che, nonostante i negozi online continuino imperterriti a vendere prodotti ricchi di esaidrocannabinolo, ha già avviato dei provvedimenti che mirano a vietarne la vendita.
“Se vogliamo bandire l’HHC come droga – ha concluso Pihlainen – tutti i Paesi devono apprestarsi a farlo in maniera separata e indipendente“.