Fiano d’Avellino: l’intuizione di Guido Marsella
Guido Marsella è un’eccezione nel panorama italiano. Senza trascorsi familiari nel settore, nel 1995 ha un’intuizione: allungare la maturazione sulle fecce fini e l’invecchiamento in bottiglia di vini tradizionalmente vinificati e venduti “freschi e giovani”. Quando si presentò ai ristoratori con un Fiano di due anni in molti lo accusarono di vendere un vino rimasto invenduto. Oggi la sua cantina è una realtà solida e affermata in una terra tradizionalmente vocata come l’Irpinia.
Il segreto di Guido, come lui stesso non si stanca di ripetere, è non avere fretta: tutti i vini dell’azienda sono commercializzati almeno dopo 18 mesi dalla vendemmia, lasciando il mosto a maturare naturalmente sprigionando le sue caratteristiche. Tale modus operandi consente ai vini, se conservati a temperatura costante in ambienti salubri e in assenza di luce, una durata di oltre 10 anni.
Abbiamo assaggiato l’annata 2018 del Fiano di Avellino e l’abbiamo trovata eccezionale: il colore è un giallo paglierino che presenta già riflessi e tendenze al dorato, ma è all’olfatto che si svela la sua straordinarietà con una grande intensità e persistenza e con un bouquet fine e ampio che spazia dal fruttato (agrumi, mela, litchi, pesca) al floreale (sambuco, mandorlo), come tipico del vitigno, arrivando a sentori balsamici e affumicati che riescono comunque a non intaccare freschezza e delicatezza del profumo.