Festa Parmigiana Antiproibizionista, report del dibattito sulla legalizzazione
Al dibattito sulla legalizzazione della cannabis organizzato alla Festa parmigiana antiproibizionista erano presenti Rita Bernardini (segretaria dei Radicali Italiani), Vittorio Ferraresi (deputato, Movimento 5 Stelle), Giuditta Pini e Patrizia Maestri (deputate, Partito Democratico), ed in collegamento telefonico Benedetto Della Vedova (senatore e fondatore dell’intergruppo per la legalizzazione) e Pippo Civati (deputato del Gruppo Misto).
Buona la cornice di pubblico, nonostante il maltempo abbia costretto gli organizzatori del Canapaio Ducale a spostare l’evento al chiuso, anziché in piazza come inizialmente previsto.
Benedetto Della Vedova ha aperto il dibattito dichiarandosi ottimista circa le possibilità dell’intergruppo di giungere in tempi rapidi ad una proposta di legge condivisa che abbia come basi “il diritto al consumo e all’autocoltivazione della cannabis e la possibilità di aprire anche al settore commerciale“, con l’apertura di dispensari per la vendita che siano “regolati e controllati”. Secondo il senatore “la legalizzazione in Italia non sarà certo una passeggiata, ma il fatto che oltre 100 parlamentari abbiano già aderito all’intergruppo, dichiarando pubblicamente di volersi impegnare in questa battaglia, mostra un cambiamento di mentalità importante”. I cambiamenti che arrivano dagli Usa, per Della Vedova, ci impongono di essere ottimisti circa il fatto che la storia del proibizionismo si stia avviando al termine, anche al di quà dell’Atlantico, perché “se è vero che Usa, Europa e Italia non sono la stessa cosa, è anche vero che le politiche in Occidente viaggiano spesso di pari passo”.
Vittorio Ferraresi ha confermato che gli interi gruppi di Camera e Senato del M5S sono pronti a votare la proposta di legge sulla legalizzazione che uscirà dall’intergruppo, ma ha chiesto ai membri del governo presenti di evitare di trasformare il tutto in una perdita di tempo: “E’ ovvio che il Partito Democratico non voterà a favore della legalizzazione a meno che non sia Renzi in persona a decidere di appoggiare la legge, per questo credo che dentro al Pd dovrebbero innanzitutto occuparsi di trovare una linea comune sul tema, visto che senza questo passo tutto il lavoro dell’intergruppo rischia di essere completamente inutile”. Non sono mancati anche alcuni battibecchi tra Ferraresi e le due deputate del Pd presenti al dibattito, con il primo a ricordare che i deputati del Pd appena un anno fa’, al momento dell’approvazione del decreto Lorenzin, votarono contro agli emendamenti che proponevano la depenalizzazione della coltivazione di cannabis ad uso personale.
Un certo grado di scetticismo verso le possibilità dell’intergruppo è stato mostrato anche da Rita Bernardini, la quale ha ricordato che “storicamente gli intergruppi parlamentari si sono rivelati un metodo inutile”, secondo la segretaria dei Radicali, “in passato sono stati fatti su tutto, ma quasi mai sono riusciti a rivelarsi uno strumento politicamente efficace. La speranza è che questa possa essere l’eccezione”. La segretaria radicale ha anche chiesto ai deputati presenti di rafforzare l’impegno parlamentare, attraverso la presentazione di interrogazioni, e di attuare forme di disobbedienza civile.
Se Ferraresi aveva la possibilità di parlare a nome del M5S e la Bernardini a nome di tutti i Radicali, le due deputate del Pd, Giuditta Pini e Patrizia Maestri, hanno precisato di partecipare all’incontro di Parma solamente a titolo personale. E questo rischia di essere il limite oggettivo per le possibilità di riuscita dell’intergruppo: se nel Pd ogni iscritto al gruppo per la legalizzazione (sono 55 al momento) rappresenta solo sé stesso, le possibilità di riuscita della proposta di legge che ne uscirà sono oggettivamente scarse, a meno di non sperare in (decisamente improbabili) voti a favore da parte di un buon numero di deputati di Nuovo Centro Destra, Forza Italia e Lega Nord.
Giuditta Pini si è comunque dichiarata convinta che all’interno del Pd, se si dovesse arrivare al voto su una proposta di legalizzazione, “i favorevoli potrebbero essere molti di più dei 55 che si sono già esposti aderendo all’intergruppo” ed ha sottolineato l’importanza di procedere nei lavori dell’intergruppo con spirito unitario per arrivare alla stesura di un Ddl che sia firmato da un grande numero di deputati per permetterne una rapida calendarizzazione in aula. Patrizia Maestri, ultima iscritta in ordine di tempo all’intergruppo, ha ribadito l’importanza di cogliere il segnale che per la prima volta in Italia sia cominciato un vero lavoro parlamentare per giungere ad una nuova legge che superi il proibizionismo; concludendo con una frecciata verso i 5 Stelle, sottolineando come “il Pd si sia trovato costretto a governare insieme all’Ncd di Giovanardi a causa del rifiuto del M5S di entrare al governo”.
Pippo Civati, in collegamento telefonico, si è mostrato ottimista circa la possibilità che da parte dei deputati del Pd possano arrivare un buon numero di voti a favore: “Credo che all’interno del Partito Democratico sia in aumento la componente dei parlamentari resisi conto della necessità di una svolta sulle droghe, e che il loro numero sia non trascurabile. I lavori dell’intergruppo possono essere fondamentali non solo per arrivare ad una proposta di legge condivisa, ma anche per creare una nuova consapevolezza tra i banchi del governo”. Per questo Civati si è detto tutto sommato ottimista, anche se sottolineando come possa esistere il rischio che il tutto si riveli un bluff, ma in questo caso “lo scopriremo molto presto vista la nostra intenzione di arrivare ad una proposta di legge in tempi brevi”.
In conclusione, si può certamente essere soddisfatti per un dibattito che ha avuto il pregio di consentire al pubblico di capirne di più sulle prospettive di lavoro dell’intergruppo per la legalizzazione. Tuttavia alcuni nodi rimangono lungi dall’essere risolti, primo fra tutti quello delle contraddizioni interne al Pd, i cui membri danno troppo spesso l’impressione di procedere in ordine sparso, non potendo far altro che rappresentare solamente sé stessi, date le differenti visioni presenti nel partito. Non rimane che continuare a vigilare sui lavori dell’intergruppo e sulle reali potenzialità di un percorso che ha il forte rischio di rimanere esclusivamente propagandistico. Noi continueremo a farlo, e come detto da Civati, se si tratta di un bluff lo scopriremo presto.