Fernanda de la Figuera: una vita spesa ad aiutare gli altri con la cannabis
Fernanda de la Figuera da 30 anni si dedica alla lotta per normalizzare l’uso terapeutico della marijuana. In Spagna ha fondato l’Associazione Arseca (Asociación Roman Santos para el estudio del cannabis en Andalusia) e l’MXM (Maria por las Marias) ed è stata fondatrice e presidentessa della FAC (Federación de las Asociaciones cannàbicas). Tutta la sua vita è stata dedicata a questa pianta che le ha permesso vivere esperienze gratificanti aiutando a pazienti e appoggiando chi come lei crede nelle potenzialità terapeutiche della cannabis. Ci troviamo di fronte a una signora determinata e seria che ci racconta la sua esperienza e i possibili usi terapeutici.
Si presenti ai lettori italiani che non la conoscono…
Mi chiamo Fernanda de la Figuera e mi dedico dal 1968 ad attività relazionate con la cannabis quando ebbi l’occasione di entrare in contatto con questo mondo e quindi utilizzare le sostanze della cannabis e i suoi derivati. Da quel momento ho cominciato a interessarmi alla coltivazione e mi dedico ad essa dal 1973.
Ha avuto esperienze negative per questa sua battaglia?
Nel 1995 ho dovuto affrontare il tribunale a causa delle accuse di coltivazione illegale ma il mio avvocato è riuscito a dimostrare che sono una coltivatrice legale grazie al fatto che realizzo questa attività nell’ambito privato e per il consumo personale senza dedicarmi alla vendita.
E riguardo alla cannabis terapeutica?
Nell’anno 2010, con dei compagni dell’associazione Arseca decidemmo fondare un’altra associazione che si chiama MXM o Maria por las Marias, che è un’associazione che si occupa di appoggiare i pazienti che hanno bisogno per ragioni mediche di utilizzare i cannabinoidi ed è specialmente dedicata alle donne. Fino ad oggi le autorità ci hanno lasciato lavorare in pace senza darci nessun problema.
Con che pazienti ha avuto a che fare?
I pazienti con cui ho avuto maggior contatto sono quelli oncologici perché la cannabis è fondamentale per contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia, che è un trattamento molto aggressivo e rende impossibile condurre una vita normale. Grazie ai cannabinoidi molte persone migliorano la propria qualità di vita durante il trattamento. Ma la cannabis ha molte proprietà curative che ho potuto verificare in varie patologie.
Ricorda qualcuno in particolare?
Ricordo una paziente italiana, sposata con uno spagnolo, che era affetta da sclerosi multipla e io le preparavo l’estratto di cannabis e i biscotti perché per assumere i principi attivi non bisogna necessariamente fumarla, si può consumare in vari modi, con estratti, ingerendola o tramite vaporizzatore. Uno dei migliori modi che ho trovato è quello di preparare delle gocce estraendo i principi attivi della pianta attraverso l’alcool. Poche gocce dell’estratto possono contrastare ad esempio la nausea e le vertigini e se si aumenta la quantità si ottiene un effetto rilassante che concilia il sonno. Ho avuto anche pazienti con glaucoma che dopo poco tempo che prendevano questo trattamento cominciavano a vedere meglio, perché contrasta la pressione intraoculare. Ho avuto pazienti con malattie degenerative come il Parkinson o Alzheimer.
Quali sono invece i problemi?
Il problema principale della proibizione è legato al THC, che è il cannabinoide responsabile del cosiddetto “sballo”, ma bisogna considerare che questo rappresenta una piccola parte delle virtù di questa pianta, infatti, oggi possiamo affermare che sono presenti circa 300 principi attivi nella cannabis tra i quali troviamo il CBD che si sta dimostrando efficace terapeuticamente senza essere psicoattivo. Il paziente non vuole “sballarsi”, anzi quello che cerca è una migliore qualità della vita e ridurre i sintomi che non gli permetto avere una vita normale. Come diceva il chimico Paracelso: la sostanza è la dose, quindi tutto dipende dalla dose di una sostanza che si utilizza.
Avete altri progetti?
Ci poniamo degli obiettivi a breve termine perché le cose cambiano costantemente. Per noi è stato un successo la legalizzazione dei Cannabis Social Club perché ci permette aiutare le persone che hanno bisogno di questa pianta però vorremo raggiungere molti più obiettivi e lavoriamo giorno per giorno.
Com’è la situazione in Spagna riguardo alla cannabis terapeutica?
In Spagna è totalmente accettata, anche le persone più di destra e più conservatrici hanno avuto una persona ammalata di cancro o con qualche problema di salute che ha avuto benefici dalla cannabis. Quando si vedono gli effetti benefici le persone ne accettano l’uso più facilmente. Speriamo che questa pianta acquisti il suo posto nel mondo e che un giorno tutti possano beneficiarne senza dover temere l’arrivo della polizia.
Scilla Tamburini
Videomaker interessata al mondo dei documentari e alla sperimentazione con immagini. Dopo la laurea specialistica in teorie e Metodi per la Comunicazione si trasferisce in Spagna dove vive e lavora da 8 anni.