Fermati, derisi dalla polizia, e accusati di spaccio per possesso di cannabis terapeutica
Due attivisti dell’associazione Canapa info point sono stati fermati e a lungo trattenuti dalla polizia nella giornata di lunedì, proprio dopo aver partecipato alle audizioni per discutere del progetto di legge per la legalizzazione della cannabis alla Camera dei Deputati. Hanno subito perquisizioni casalinghe, analisi e ora sono accusati di spaccio e guida sotto effetto di cannabis, nonostante fossero in possesso di regolari ricette mediche per l’uso terapeutico della cannabis. Un nuovo esempio (l’ennesimo) delle difficoltà e dei pregiudizi che un malato che utilizza cannabis a scopo medico deve subire nel nostro paese.
Di seguito la lettera pubblicata da Carlo Monaco, nella quale racconta ciò che hanno dovuto subire. A loro, e a tutti i malati che quotidianamente devono subire ingiustizie e maltrattamenti, va naturalmente la solidarietà di tutta la redazione di Dolce Vita.
Il giorno 20/06/2016 dopo l’audizione alla Camera in commissione Giustizia e Affari Sociali io e un altro attivista del CIP, verso le ore 20.00 venivamo in un primo momento seguiti su Via Tuscolana per essere poi invitati ad accostare da una volante della Polizia di Stato. In seguito ad un primo controllo, alla richiesta se avessimo sostanze stupefacenti, abbiamo consegnato i due barattolini (ognuno aveva il suo) contenenti infiorescenze del farmaco Bedrocan (cannabis terapeutica venduta in farmacia, ndr), nel mio caso con tutte le relative documentazioni che attestavano il mio diritto alla cura, il ritiro presso la Asl di competenza, le prescrizioni mediche e vario materiale informativo che occasionalmente detenevo essendo stato in audizione alla Camera.
Abbiamo fatto una vera e propria opera di informazione che però sembra essere risultata, anzi è risultata, vana. Ho proposto più volte una collaborazione con le forze dell’ordine spiegando di come sarebbe utile il loro appoggio alle nostre cause… abbiamo spiegato tutte le difficoltà incontrate dai pazienti, ma mentre inizialmente sembrava di essere ascoltati, verso la fine, vedendo l’evoluzione dei fatti, mi sono sentito davvero preso per i fondelli. Nonostante il trattamento, a loro dire di favore, numerose sono state le disattenzioni e i pregiudizi e per questo non ho potuto firmare nemmeno una delle loro carte.
Nel mio barattolino c’era circa un grammo di Bedrocan. I due poliziotti, inizialmente incuriositi da quanto stavamo raccontando, dicendoci che avevano sentito qualche accenno ma era la prima volta che avevano a che fare col farmaco Bedrocan, hanno chiamato rinforzi>. Nel frattempo venivamo cortesemente perquisiti e denudati mentre i nostri beni entravano in loro possesso, tra cui circa 820 euro in contanti che costituivano la cassa della Canapacaffè srls appena costituita. All’arrivo del maresciallo abbiamo perso ogni possibilità di avere indietro i nostri cellulari da cui i poliziotti han cominciato a controllare le rubriche, notando foto a loro dire sospette. Hanno cominciato a fare battute su presunte coltivazioni. Ho spiegato anche del progetto “Saracinesco in Canapa”, e se alla fine non avessero rinvenuto quel che han rinvenuto, sicuramente avremmo avuto anche una perquisizione a Saracinesco nella sede legale del Canapacaffè.
Il Maresciallo non essendo a conoscenza del fatto che la mia autorizzazione per detenere 120 grammi fosse autentica ha cominciato a fare indagini e chiamate, ha inviato una pattuglia mobile alla mia residenza che ha rinvenuto alcune carte che attestavano che avevo ritirato il farmaco, ma questo non è bastato perché fosse fugato il dubbio di come fosse possibile che io potessi detenere tutta quella cannabis.
Quando glielo hanno confermato, hanno comunque deciso di alimentare i loro sospetti e in seguito ad una perquisizione più approfondita e intima>, risultata inopportuna e infruttuosa, hanno deciso di procedere con più zelo alla perquisizione della mia abitazione e poi in quella dei miei genitori dove avevo la residenza rinvenendo un totale di circa 70 grammi di fiori e foglie. Ho cercato quindi di spiegare che la cannabis terapeutica è una realtà, ma che ancora non funziona al meglio, e che ho dovuto aspettare 6 mesi per avere solo uno dei farmaci prescritti, per questo in questi mesi ho dovuto provvedere diversamente, procurandomi un approvvigionamento con cui supplire per la mancanza del farmaco.
Tutto quello che ho raccontato è stato invece usato come elemento di indagine per provare un presunto spaccio. Art 73 e art. 187 (visto che ero alla guida di uno scooter), cosi si è conclusa per me la vicenda e art 73 per il mio amico paziente, anche lui con prescrizioni firmate da più medici e che si stava muovendo per ottenere l’importazione con la sua Asl. Nella sua abitazione han trovato altri 30 grammi.
Ma, fatto strano ed increscioso, durante la perquisizione nella mia abitazione, mi è stato concesso di poter accedere alla mia terapia e solo dopo mi è stato richiesto di sottopormi alle analisi, questo davanti a 2 agenti e al mio coinquilino disponibile a testimoniarlo. L’esito delle analisi sarà quindi sicuramente positivo, ma che senso ha se non quello di incastrare ulteriormente una persona assolutamente estranea allo spaccio che ha il solo torto di consumare cannabis, sottovalutando addirittura la funzione terapeutica?
Dopo ore di perquisizioni e di stress, di corse sfrenate notturne per la città, chiuso come un pericoloso criminale nella loro macchina e dopo vari scambi di stanze tra i poliziotti del commissariato Casilino, sono stato accompagnato in ospedale per fare le analisi per la patente, (non sapevano più bene come procedere). Alle 6 di mattina stavamo ancora in ospedale, alle 9 dopo averci preso le impronte come criminali, ritenendoci fortunati per non essere processati in direttissima, ci han lasciato in zona Tor Cervara, all’altezza del raccordo. Ognuno per se e dio per tutti…. il loro lavoro era finito, avevano segnalato alla “Giustizia” due potenziali pericolosi criminali!
Non sono minimamente stato trattato come un paziente, anche se i poliziotti dicono il contrario, il mio amico può testimoniare che in un momento in cui urlavo per quanto stavo male cercando di spiegare la mia patologia: anoressia nervosa. Ho rischiato le botte, ci ho messo ore a tornare a casa la mattina del 21 ed ero completamente disorientato.
Se fossi andato in giro con una scatola mezza vuota di qualsiasi altro medicinale, non mi avrebbero chiesto dove fosse il rimanente, l’ignoranza sulla cannabis e le sue proprietà terapeutiche imperversa!
Ho sempre sostenuto che mi erano stati prescritti dallo specialista almeno 3 farmaci della linea Bedrocan ma purtroppo le difficoltà nell’importazione han scoraggiato me e il mio medico di base ad adoperarmi nell’importazione di tutti i farmaci. Vivendo a Roma e con quello di cui mi occupo, spesso ho assaggi di “erbe” mediche con cui posso integrare le mie terapie. Ho avuto difficoltà e ritardi con la mia Asl e per non comprarla in farmacia a 25 euro al grammo ho provveduto in maniera alternativa in questi mesi per non trovarmi sprovvisto del farmaco, come farebbe qualsiasi persona di buon senso.
Anche perché l’ultima volta, per cercare di essere ligio alle regole, in farmacia ho pagato 300 euro per 9 grammi, può essere sostenibile?
Carlo Monaco, direttivo Canapa Info Point