Eutanasia, sentenza storica: non è punibile chi la agevola a determinate condizioni

Con una sentenza molto attesa, la Corte costituzionale si è pronunciata sul caso DJ Fabo stabilendo che “a determinate condizioni” è “non punibile chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.”
Cappato, che rischiava fino a 12 anni di carcere, ha commentato dicendo che “da oggi siamo tutti più liberi. È una vittoria della disobbedienza civile”. Per la sentenza hanno esultato anche tutte le associazioni e gli attivisti che da anni si battono per il diritto all’eutanasia. Mina Welby ha commentato: “Ricorderò questo 25 settembre tra i giorni più belli della mia vita”.
Sono ferme dieci proposte di legge sull’argomento, ma adesso il parlamento sarà costretto a legiferare. Tra l’altro la maggioranza del governo Conte bis è la prima da anni concorde sulla necessità di una legge sul fine vita. Ciononostante sarà comunque un percorso difficile.