Europa: il ritorno della leva militare obbligatoria
Germania, Francia, Danimarca e altri (tra cui l'Italia). Tutti i Paesi europei che stanno lavorando alla leva militare obbligatoria
All’alba del nuovo disordine mondiale geopolitico, caratterizzato dalla perdita di potere degli USA, l’invasione dell’Ucraina e lo sviluppo galoppante della BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), sempre più Paesi in Europa stanno pensando di reintrodurre la leva militare obbligatoria, estendendola in alcuni casi anche alle donne. Lo confermano le dichiarazioni delle varie forze politiche. L’ultimo in ordine di tempo è stato il Presidente della Lettonia Edgars Rinkevics, che in un’intervista al Financial Times ha sottolineato che gli Stati europei devono discutere il ritorno del servizio militare obbligatorio. Oltre a ritornare “ai livelli di spesa dell’era della guerra fredda”.
Spesa militare globale che non è mai stata così alta dal 1949, toccando nel 2022 la somma record di 2.240 miliardi di dollari complessivi, con una crescita del 3,7% rispetto all’anno precedente.
LEVA MILITARE OBBLIGATORIA IN EUROPA: GLI STATI CHE SI STANNO ATTIVANDO
Sebbene a fine marzo il Presidente Putin abbia dichiarato che: “l’accusa secondo cui stiamo progettando di invadere l’Europa dopo l’Ucraina, si tratta di una totale assurdità volta esclusivamente a intimidire la popolazione per farle pagare più soldi”, sono diversi i Paesi sotto la bandiera blu a stelle gialle che si stanno preparando ad un possibile conflitto.
In particolare, la Germania ha recentemente espresso la sua volontà di reintrodurre la coscrizione (abolita nel 2011) basandosi sul modello svedese. Boris Pistorius infatti, il Ministro della Difesa tedesco, ha incaricato i suoi uffici di presentare un programma che si muova in tale senso entro il 1° aprile scorso.
L’obiettivo sarebbe quello di ritornare alla “Wehrpflicht” (la leva militare obbligatoria) per la fine dell’attuale legislatura e l’inizio della prossima, che partirà nel 2025.
Dal 2026 invece la Danimarca, dove la leva militare è già in vigore, diventerà il terzo Paese in Europa ad introdurre la coscrizione femminile. Estendo il servizio militare da 4 a 11 mesi sia per gli uomini che per le donne. L’obiettivo, secondo quanto dichiarato dalla Ministra Mette Frederiksen, è raggiungere “la piena uguaglianza tra i sessi”.
Anche la Repubblica Ceca prevede di reintrodurre il servizio militare o qualche altra forma di reclutamento.
La Francia invece vuole puntare sui riservisti. L’obiettivo, reso noto dal Ministro delle forze armate francese Lecornu, è quello di avere un soldato di riserva per ogni due soldati attivi. Infatti, se attualmente se ne contano 77mila, di cui 7mila richiamati in servizio, si prospetta di arrivare a 100mila riservisti entro il 2024.
Completiamo l’elenco con i Paesi europei in cui la leva militare obbligatoria è già attiva. In particolare la neutrale Svizzera, la Norvegia, la Finlandia e la già citata Danimarca.
Segue la Lituania e la Lettonia, che l’hanno reintrodotta rispettivamente nel 2015 e nel 2023. Infine l’Austria, Cipro e la Grecia. E l’Italia invece, come pensa di muoversi?
ITALIA: AUMENTARE I RISERVISTI PER PREPARARSI A SCENARI PEGGIORI
“Noi non vogliamo la guerra, i riservisti non servono per fare la guerra, ma per difendersi, in supporto alle forze armate regolari, e solo nel caso, poco probabile, di un attacco diretto”, ha dichiarato il Ministro della Difesa Guido Crosetto.
In Italia infatti non si è ancora discusso di reintrodurre la leva militare obbligatoria, ma di prepararsi agli scenari peggiori, dettati dalla “minaccia russa” che sta avanzando in Ucraina, alzando il numero di riservisti.
Riserva di militari che Crosetto immagina come una forza “di volontari che, in caso di necessità, possono essere attivati per affiancare le forze armate. I militari dovranno specializzarsi sempre di più, ma poi serve un bacino più ampio”.
L’obiettivo per il titolare della Difesa è quello di creare una riserva ausiliaria dello Stato di circa 10mila riservisti, per far fronte alla “capacità produttiva militare – di Russia, Cina e Corea del Nord – superiore a quella della NATO”.