Estrazioni con solvente e senza, le differenze
Possono essere prodotti con differenti metodi, dai metodi classici a quelli più moderni che prevedono l’utilizzo di solventi
Quando si parla di estrazioni cannabiche si parla in generale di separare la resina dalla parte vegetale, ovvero i tricomi che contengono principi attivi e terpeni dalle foglie e dalle cime. Esistono numerosi metodi per estrarre la resina dalle piante e possiamo dividerli in due macro categorie: estrazioni con solventi e estrazioni senza solventi.
L’obiettivo in entrambe le categorie è quello di ottenere un risultato che soddisfi in termini di sapore, profumo, aspetto ed effetto, eliminando la parte vegetale della pianta, che ha un sapore prevalentemente di clorofilla e degli elementi di cui si è nutrita durante il ciclo di vita (azoto, fosforo, potassio etc.) dai tricomi. I tricomi sono delle ghiandole formate da un piccolo stelo e da un cappello che contiene anche le molecole del THC, per esempio, e dei terpeni che determinano il profumo che sentiamo.
Una volta separati dalla parte vegetale, processati andranno a costituire quella che generalmente chiamiamo resina e che poi a seconda del metodo utilizzato avrà nomi diversi. Quello delle estrazioni è, a mio avviso, uno dei settori che più si è evoluto negli anni, stravolgendo completamente abitudini e gusti dei consumatori.
Fino a non molti anni fa, era un settore principalmente incentrato sulle estrazioni a scopo terapeutico quindi quasi interamente gestito dalle aziende farmaceutiche, fatta eccezione per le piccole realtà di coltivatori che producevano per se stessi o quella piccola fetta di produttori di olio cannabico che utilizzavano metodi oramai obsoleti e al quanto discutibili. Molti di voi ricorderanno per esempio l’olio nero che girava negli anni 90, di solito prodotto in Marocco o Afghanistan che ha visto un rapido declino già agli albori del nuovo millennio, lasciando il posto a estrazioni di qualità decisamente superiore.
Oggi il mercato delle estrazioni cannabiche occupa una grossissima fetta e vede fumatori sempre più esigenti alla ricerca dei prodotti con la migliore qualità. Una delle estrazioni più comuni è sicuramente l’hashish: rientra nelle estrazioni senza solvente perché viene prodotto semplicemente separando la resina tramite battitura a secco. La maggior parte dell’hashish che fumiamo in Europa viene prodotto da piante outdoor coltivate nella famosa valle del Rif. Questo tipo di estrazione è sicuramente una delle più antiche, insieme alla charas che viene prodotta sempre senza solventi da tantissimo tempo. Oggi la charas è meno comune e rimane un prodotto di nicchia, mentre l’hashish marocchino continua a non avere concorrenti sul mercato, sia per le ingenti quantità prodotte sia per i prezzi che lo rendono accessibile a tutte le tasche.
Negli Stati Uniti invece in un primo periodo abbiamo assistito a un boom di estrazioni con solventi che hanno invaso il mercato mondiale. Uno dei solventi più utilizzati è il gas butano, detto BHO, con cui vengono prodotte estrazioni come lo shatter, i crumble, live resin etc. Queste estrazioni per risultare non nocive, necessitano di una produzione controllata in appositi laboratori e si sconsiglia sempre l’auto produzione in casa in quanto il butano è un gas altamente infiammabile. Inoltre con gli anni i consumatori hanno sempre più accantonato le estrazioni con i solventi in favore di estrazioni come il water hash, il Rosin, il drysift, prodotti sia da cannabis coltivata outdoor sia indoor.
Le estrazioni senza solvente risultano più sicure e anche in termini di qualità sono migliori perché esaltano odore e sapore, mantenendo un aspetto invitante senza l’utilizzo di gas o altre sostanze potenzialmente pericolose.
La purezza e la qualità di queste estrazioni solventless è elevatissima e per questo i costi al dettaglio possono risultare proibitivi per molti, cosa che non scoraggia comunque i consumatori perché non hanno eguali. Se un tempo l’effetto era uno degli aspetti più ricercati tra i consumatori, oggi abbiamo palati sempre più esigenti alla ricerca più del profumo e del sapore che dell’effetto in sé. Inoltre le estrazioni senza solvente come il drysift o l’iceolator sono più semplici e sicure da realizzare anche in casa, procurandosi la giusta attrezzatura e tenendo presente la corretta procedura.
Lo sviluppo di nuove tecniche ha sicuramente aiutato nel percorso evolutivo che ha visto le estrazioni cannabiche raggiungere livelli di purezza prima inimmaginabili ed è bello vedere come i consumatori hanno cavalcato l’onda di questo sviluppo come i migliori surfisti, informandosi, sperimentando, provando, viaggiando anche nei paesi produttori come Stati Uniti o Spagna, incentivando un consumo più consapevole che vede protagonisti le sfumature terpeniche e l’intensità del sapore.
A cura di Hilde Cinnamon
Grower residente a Barcellona. Ha un cultivo, un’associazione cannabica e una selezione di genetiche più che rispettabile. Instagram: @hilde.cinnamon