Estate calda anche per la cannabis medica
Gli argomenti di cui parlo oggi sono 3:
1. la nuova trovata dell’ufficio stupefacenti per “risolvere” la mancanza di cannabis medica;
2. l’intervento del ministro della Salute Giulia Grillo sulla cannabis medica;
3. la “qualità” dei corsi di formazione dell’ISS (Istituto Superiore Sanità) sulla cannabis medica.
Per il primo punto, anche i muri ormai sanno che in Italia la disponibilità di cannabis terapeutica è carente. Sarà forse perché ne abbiamo richiesta/prodotta per poco più di 600Kg/anno a fronte di 1,5 tonnellate/anno di fabbisogno? Macché! È colpa dei fornitori italiani che non la distribuiscono “bene”, colpevoli di evadere le richieste in ordine di arrivo da parte delle Farmacie anziché inviarla arbitrariamente per garantire una distribuzione uniforme. Quindi, come risulta da comunicazioni inviate da alcuni fornitori alle farmacie, spetta ai fornitori il compito di fare il miracolo contabile di riuscire a distribuire 3-4 Kg al mese (!!) a tutte le farmacie, in maniera univoca. Così ognuna avrà 10 grammi in casa, ad alcuni scadrà, altri non la useranno proprio. E i pazienti? Al solito dovranno girare, telefonare, cercare, per sapere quale farmacia ne ha (poca) disponibilità.
Ricordate tutti, vero?!?, che per l’Ufficio Centrale Stupefacenti, scrivere su internet quali farmacie hanno cannabis (alleviando la già difficile vita a chi soffre) è pubblicità indiretta a sostanze stupefacenti e va sanzionata?
Una piccola precisazione (e plauso), invece, lo merita l’intervento del ministro della Salute Giulia Grillo che si è mostrata attenta al problema e ha proposto interventi pratici e celeri. In particolare:
1. L’aver inserito la cannabis nella terapia del dolore.
2. L’aver richiesto altri 250 kg all’Olanda per il 2018.
Puntini sulle “i”:
1. la cannabis era già, da sempre, prescrivibile nella terapia del dolore: dal punto di vista tecnico, il DM emanato a luglio non ha cambiato nulla (se non per infermieri e personale sanitario) su cosa e come la cannabis poteva essere prescritta nella terapia del dolore. Lo è adesso, lo era prima, lo è sempre stato.
2. Sottolineo che sono stati chiesti, non ottenuti 250 kg all’Olanda. L’anno scorso (a fine 2017) ne vennero chiesti 50 kg all’Olanda, che non li mandò.
Conclusione in bellezza con il corso di aggiornamento dell’Istituto Superiore di Sanità che, nello “spiegare” per quali indicazioni terapeutiche può essere prescritta la cannabis, afferma più e più volte che la cannabis può essere prescritta solo per il dolore e solo per le indicazioni riportate nel DM 9/11/15, quindi circa 8 patologie, quando lo stesso DM 9/11/15 e lo stesso ministero della Salute negli anni passati (e aggiungo, la stessa Legge 94/98, Di Bella) hanno sempre indicato come sia prescrivibile «per qualunque patologia per la quale esiste documentazione scientifica accreditata». Poi ci stupiamo se il medico dice (sbagliando) che non può prescrivere la cannabis per (es.) l’epilessia o per la psoriasi.