Esperimenti di micromobilità autonoma: addio rider, benvenuti fattorini robot
I servizi di food delivery si stanno diffondendo a macchia d’olio, dalle grandi città fino alle periferie. Nel 2019, l’utilizzo di applicazioni per la consegna è aumentato del 21% rispetto al 2018 e continuerà a crescere nei prossimi anni. Eppure, nonostante la loro popolarità, aziende come Uber Eats, Deliveroo e Glovo hanno un disperato bisogno di innovazione. L’uso di servizi di consegna di generi alimentari per brevi distanze e piccoli ordini è inefficiente e costoso. Per evitare vendite che non valgono il loro tempo, la maggior parte delle aziende impone una spesa minima per l’ordine, ma anche questa è una frizione nella user experience che alcuni ritengono sia arrivata l’ora di abbattere.
Il sistema di consegna robotica più avanzato del pianeta è probabilmente quello di Kiwibot, nato in maniera semi-sperimentale nel campus dell’università di Berkeley. Da lì, Kiwibot si è esteso ad altre università e l’obiettivo è quello di raggiungere con le proprie attività oltre cento campus universitari. I campus universitari sono la soluzione perfetta per i robot di consegna del cibo grazie alla loro piccola scala e alla propensione degli studenti a richiedere cibi pronti. Un altro vantaggio è che le strade nei campus universitari sono private, semplificando di gran lunga gli intralci normativi dell’operare su suolo pubblico.
Consegna autonoma: un mercato in espansione
Non tutte le consegne sono convenienti se effettuate via automobile. Con fattorini in bicicletta, la faccenda migliora per l’ambiente, ma non è detto che le condizioni dei lavoratori raggiungano livelli accettabili. La California, che non è certo la patria dei luddisti, ha introdotto leggi abbastanza rigide sull’utilizzo di rider e ha cercato di normare con più attenzione questo mercato, che corre il rischio di diventare selvaggio.
Grazie al loro peso ridotto e alla bassa velocità, i robot per la consegna del cibo hanno già dimostrato la loro efficienza e gli investitori sembrano crederci: si prevede che le dimensioni del mercato dei piccoli veicoli autonomi per la consegna di alimenti raggiungerà i 34 milioni di dollari entro il 2024. Non male per qualcosa di cui il grande pubblico ancora ignora l’esistenza.
Mini-Robot per la consegna di alimenti: cosa sono e come funzionano
Ma facciamo un passo indietro. Cosa sono esattamente i robot per la consegna degli alimenti? In breve, un robot per la consegna di alimenti è un automa su ruote che consegna i pasti direttamente ai consumatori. La sua funzione è la stessa dei veicoli a cui siamo più abituati a vedere il cibo da trasporto (biciclette, motorini o automobili), ma i robot di consegna sono molto più compatti. Generalmente, sono alti fino al ginocchio e pesano meno di 50 chili. Sono inoltre ideali per brevi distanze, pochi chilometri al massimo.
Il processo di consegna del cibo funziona in un modo che è familiare alla maggior parte delle persone, con solo alcune sottili modifiche. I consumatori ordinano cibo online o tramite il proprio smartphone, quindi gli esercizi alimentari ricevono tali ordini e li preparano. La differenza principale è che il cibo viene trasportato da uno di questi piccoli veicoli autonomi. Ogni robot contiene un vano di conservazione isolato, che assicura che il cibo rimanga sicuro e alla temperatura corretta. Il compartimento rimane bloccato per tutto il viaggio e può quindi essere sbloccato dal consumatore all’arrivo con l’uso dell’app per smartphone.
Quanto sono davvero autonomi questi robot?
Sebbene nell’emergente settore venga con disinvoltura utilizzato il termine “consegna autonoma”, la maggior parte dei robot impiegati in questo tipo di consegne sono solo semi-autonomi. Ad esempio, i veicoli di Kiwi sono attualmente monitorati in remoto da lavoratori localizzati in Colombia.
Un robot leggero è molto più efficiente dal punto di vista energetico rispetto a un’automobile. Questi piccoli veicoli, inoltre, sono alimentati elettricamente, riducendo contemporaneamente le emissioni. Dal punto di vista dei costi, l’uso di impiegati da remoto per monitorare e controllare più robot contemporaneamente è senza dubbio un miglioramento rispetto all’utilizzo di singoli conducenti o fattorini. Tuttavia, non sono pochi i dubbi riguardo il raggiungimento della piena autonomia.
Ci sono molte domande a cui bisogna ancora rispondere. I robot sostituiranno mai completamente i driver di consegna umani e li ridurranno senza lavoro, oppure i due esisteranno fianco a fianco?
Certamente questi nuovi mezzi che condividono le città con gli umani sono un primo passo verso una profonda trasformazione del paesaggio urbano da parte della tecnologia. I piccoli robot per la consegna sul modello di quelli impiegati a Berkeley, insieme a biciclette, monopattini e altri ibridi elettrificati, potrebbero rappresentare la risposta di micromobilità in grado di scalfire l’approccio automobile-centrico che purtroppo molti di noi continuano ad avere riguardo ai propri spostamenti.