“Errore” non è una brutta parola
Sbagliando s’impara, recita un vecchio detto, ma spesso lo dimentichiamo. Una delle origini del disagio della nostra attuale società risiede proprio nel nostro rifiuto, o incapacità, di accettare e comprendere l’errore, non solo degli altri ma anche quello compiuto da noi stessi.
Giulio Giorello e Pino Donghi, autori del breve saggio Errore, edito da Il Mulino, si domandano cosa saremmo noi se fossimo a prova di errore. O peggio ancora: cosa sarebbe di noi se non riconoscessimo gli errori e non imparassimo da essi?
L’errore è nella natura stessa delle cose, talvolta è inevitabile, ma può essere sempre e comunque un’opportunità: di imparare, di migliorare, di capire. Attraverso una serie di esempi di errori tratti dalle esperienze in campo aerospaziale, dalla genetica, dalla medicina e dal metodo scientifico, gli autori di questo libro ci portano a riflettere su come l’errore rivesta un ruolo fondamentale non solo per il progresso dell’umanità, ma anche nello sviluppo personale dell’individuo. L’errore ci destabilizza ma è parte indispensabile del cammino della conoscenza. Per questo non dovremmo averne paura.