Erbaluce di Caluso
La leggenda racconta che un tempo le colline del Canavese fossero popolate da ninfe e dei. Tra questi Alba e Sole, innamorati ma destinati a non incontrarsi mai. Dal loro amore, grazie ad un’eclissi e all’intercessione della Luna, nacque la ninfa Albaluce, la cui bellezza e grazia spinse l’uomo ad offrire ogni sorta di dono e omaggio. Privatosi di ogni sostentamento l’uomo ricercò nuove terre fertili deviando il corso del lago che però travolse ogni cosa seminando morte. Il dolore fu tale che dalle lacrime di Albaluce stillate in terra nacquero tralci di vite dai dolci frutti: un’uva bianca dal nome Erbaluce.
Dalla leggenda alla storia: le tracce della produzione di questo vino risalgono fino al Seicento e oggi viene prodotto in tre versioni: fermo, passito e spumante; dal 2010 ha ottenuto il riconoscimento della DOCG. Abbiamo assaggiato l’annata 2015, nella versione ferma della Cooperativa Produttori Erbaluce di Caluso, nata nel 1975 e che con 160 soci raccoglie circa l’80% dei produttori di Caluso.
Il colore è un giallo paglierino, scarico ma limpido e con riflessi brillanti, al naso è vinoso, aromatico, floreale, con decisi sentori di erba di campo, fiori bianchi e frutta a polpa gialla. In bocca è secco, fresco, con una gradevole persistenza e una piacevole nota minerale che rimanda alle colline moreniche del Canavese dalle quali trae vita e linfa. Grazie alle sue note aromatiche si abbina perfettamente ad antipasti, risotti, carni bianche e piatti di pesce, perfetto anche come aperitivo. Insomma il vino adatto a salutare l’arrivo della bella stagione da sorseggiare affacciati sui magnifici panorami delle colline del Canavese e del lago di Candia.