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“L’ERBA VOGLIO” a Milano: report della conferenza sulla legalizzazione

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Le intenzioni dell’intergruppo parlamentare
per la legalizzazione guidato dal Senatore Della Vedova sono state rese pubbliche in un incontro a Milano, lunedì 20 aprile 2015, all’Auditorium Comunale di via Valvassori Peroni. Giuseppe Civati ha promosso l’incontro. Chi scrive è disposto a organizzare un gruppo di autoaiuto fra copywriter per evitare che escano titoli di conferenze come “L’erba voglio. Legalizzare è giusto e conviene”. Ma le intenzioni sono buone, ed è questo che conta.

(Di seguito il video dell’intervento del nostro direttore Matteo Gracis, in fondo all’articolo il video integrale della serata)

L'onorevole Civati, alla fine dell'evento, si è fatto fotografare con una canna in mano
L’onorevole Civati, alla fine dell’evento, si è fatto fotografare con una canna in mano

Giuseppe Civati ha aperto la conferenza confermandosi promotore di una legalizzazione in grado di separare nettamente la figura del consumatore da quella dei trafficanti e della criminalità. Ha poi concluso rilevando la necessità di unire le forze in un testo che possa essere votato dalla maggioranza e che faccia proseguire il dibattito. Civati vede la strada referendaria ancora oggi utile per superare l’immobilismo parlamentare sul tema cannabis nel caso la proposta di legge elaborata dall’Intergruppo non venga presa in sufficiente considerazione. Civati ha inoltre commentato la foto che trovate qui a fianco, che sta girando in internet accompagnata da molte polemiche. “Ieri sera – ha scritto – in un passaggio della manifestazione degli antiproibizionisti, laici e liberali, mi hanno passato una sigaretta che forse era una ‘canna’ o forse no. Com’è noto, non sono un fumatore di spinelli, per una serie di ragioni che attengono alla mia libertà e alle mie scelte. Mi avessero passato del vino, nessuno se ne sarebbe accorto. Una sigaretta, ancora meno. Eppure possono fare più male della cannabis”. Per poi concludere spiegando che la legalizzazione: “Non è un gioco, è una misura che vale la libertà. E anche miliardi di euro. Alla faccia degli ipocriti e dei conservatori di tutte le specie. Che non la piantano mai”.

Achille Saletti, criminologo e presidente della comunità Saman per il recupero dalle dipendenze, sottolinea che Saman è una comunità di recupero laica da sempre schierata a favore della legalizzazione. Conferma l’ipotesi referendaria e riflette sul problema della tutela di minori e adolescenti.

Tancredi Turco deputato di Alternativa Libera (ex M5S), componente del Gruppo Misto, ha portato la sua testimonianza dalla commissione giustizia in direzione antiproibizionistica garantendo il proprio impegno in tal senso.

L’avvocato Carlo Alberto Zaina, patrocinante in Cassazione e nostro storico collaboratore, nonché membro di antiproibizionisti.it, premette che sarebbe necessaria una legge complessiva sugli stupefacenti, senza stravolgere il testo attualmente in vigore ma rivedendo alcuni punti. Rileva poi che risulta vietata anche la coltivazione di cannabis per estrazione di CBD ed è scettico sulla produzione da parte dello stabilimento farmaceutico militare di Firenze. Secondo l’avvocato l’obiettivo è quello di evitare monopoli e favoritismi per arrivare a una legge dove i malati possano coltivare secondo la propria necessità e avere libero accesso. Ma con limiti alle patologie prescrivibili. Prevenzione, informazione, ausilio e sostegno sulla base che il consumatore di qualsiasi sostanza non è un criminale. Le norme penali invece sanciscono pene in relazione alla detenzione e al possesso all’acquisto di qualsiasi tipo di sostanza. Legalizzazione significa creare un diritto anzitutto per l’uso terapeutico, mentre uso non terapeutico regolamentato in modo simile ad alcool e tabacco, ma si lascia aperto il dubbio sull’approvvigionamento. Zaina ipotizza la possibilità di coltivazione di un numero limitato di piante con condotta depenalizzata se dimostrato dal coltivatore la non destinazione alla vendita del prodotto. Coltivazione quindi come rispetto della legge che mira a contrastare il traffico e le attività criminali.
L’Avvocato Zaina ha ipotizzato una nuova legge sugli stupefacenti che depenalizzi la coltivazione per uso personale. Evidenziando poi l’inutilità delle sanzioni amministrative dell’Articolo 75, in particolare quelle riguardanti patente, passaporto e permesso di soggiorno, che puniscono severamente il consumatore, mentre i trafficanti possono invece usufruire di sconti di pena e nessuna sanzione accessoria. Zaina ha precisato che l’azione ora deve essere politica e richiama l’attenzione sul modello di legalizzazione adottato dalla Repubblica Ceca, mentre è contrario alla proposta di consentire la cessione di piccoli quantitativi, facilmente interpretabile a favore della criminalità organizzata per alimentare un mercato di spaccio.

Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri, è il promotore dell’Intergruppo parlamentare e ricorda che la realtà ha dato ragione a chi, come i Radicali, lotta da oltre vent’anni per la legalizzazione; inoltre ha ricordato a chi sostiene che ci siano problemi più importanti da affrontare, che criminalità, salute, evasione fiscale, sicurezza e carcere, sono problemi seri e legati alla legge sugli stupefacenti. Il senatore ha sottolineato l’importanza di un disegno di legge unico e condiviso che includa l’autoproduzione, consumo collettivo ed eventuali attività economiche correlate, ipotizzando anche una filiera come avviene oggi in Colorado e altri stati USA. Della Vedova spera in 100-150 firme di parlamentari per una discussione sulla nuova legge. Il sostegno popolare a questo obiettivo parlamentare può essere  decisivo e secondo Della Vedova è oggi possibile avvicinare il momento, ormai certo, della legalizzazione. Il senatore rileva infine che il consumo di cannabis attraverso le diverse generazioni si è finora dimostrato, oltre che diffuso, pienamente compatibile con i valori e il modo di vivere degli italiani. Questo dovrà necessariamente riflettersi sulla politica e sulle leggi dello Stato.

Erba Voglio Milano 2015

Enrico Fletzer, membro del direttivo Encod Italia, ha ricordato il ruolo di ENCOD e le contraddizioni delle leggi degli stati e degli accordi internazionali sugli stupefacenti. indicando le informazioni sul sito.

Alessandro Gingi, avvocato penalista e consigliere comunale di Milano (PD) ha parlato della condizione dei giovani arrestati e incarcerati per reati di piccola entità legati agli stupefacenti e agli effetti disastrosi sugli individui e sulle famiglie. Proseguito con dati sulla situazione nelle carceri italiane comparati con la situazione, molto migliore, del Portogallo.

Luca Marola, proprietario del Canapaio Ducale di Parma ha raccontato la propria storia partendo dalla recente assoluzione in secondo grado e ripercorrendo la storia della persecuzione nel 2008 ad opera della Procura di Ferrara e della Guardia di Finanza contro numerosi growshop italiani. Processo dopo processo i titolari dei negozi dedicati alla coltivazione sono stati tutti assolti dall’accusa di istigazione alla produzione e al consumo di stupefacenti e il costo dell’operazione di “giustizia” è stimato attorno al milione di euro di soldi pubblici. Marola propone di replicare gli eventi dedicati alla legalizzazione e alla cultura della cannabis in tutte le città italiane.

Matteo Gracis, editore e direttore editoriale di Dolce Vita è intervenuto sottolineando che da tempo tutte le persone che hanno votato nel 1993 il referendum sulla legalizzazione sanno che è giusto e conviene ma finora abbiamo molte proposte di legge e null’altro. Prima di iniziare ha sottolineato come un evento del genere lo lasciasse scettico, “visto che di serate così ne abbiamo viste tante senza che cambiasse nulla”. Poi, dopo aver chiesto ai politici presenti dove fossero durante l’approvazione della Fini-Giovanardi, che ha significato il carcere per migliaia di semplici fumatori, ha sottolineato che leggi a favore della legalizzazione ci sono già e basterebbe discutere quelle, come ad esempio quella di Ferraresi (M5S),  di cui Gracis ha sottolineato l’assenza, in quanto non invitato all’evento. La soluzione migliore secondo il nostro direttore resta l’autoproduzione, superando quindi la semplice legalizzazione ed evitando di regolarizzare la cannabis come alcol e tabacco in regime monopolistico. Idea sviluppata dal network di Dolce Vita in molti anni di lavoro in collaborazione anche con il forum di Enjoint e la rete. Sottolineata poi l’importanza degli utilizzi industriali della canapa, ragione per cui è cominciato il proibizionismo.

Poi, dopo la testimonianza del paziente Osvaldo Giovannini, che utilizza la cannabis a scopo terapeutico, è stata la volta di Carlo Monguzzi, insegnante che ha parlato degli enormi problemi della scuola nell’educazione dei ragazzi e nell’uso diffuso di cannabis nelle scuole.

Poi Markab Mattossi, associazione Overgrow, ruolo nel supporto a consumatori e pazienti nella corretta e approfondita informazione sulla cannabis. E poi ancora Emanuele Lazzarini, (PD), Sergio De Mura, associazione Luca Coscioni, Paola Omodeo Zorini, del Coordinamento Piemontese Unitario per la Legalizzazione della Canapa. È restato sul tavolo il nodo dell’autoproduzione per uso personale, sulla quale i relatori sembrano trovarsi d’accordo in linea di principio, sottolineando però che l’attuale maggioranza parlamentare difficilmente approverebbe una legge in tal senso.



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