Er Costa – Mors Tua Vita Mea (txt)
Dopo aver vissuto una vita a combattere sulla strada,
senza lasciarsi abbattere in questo mondo non paga,
senza perdersi in chiacchiere o sto mondo qua ti sbraga,
contando sul carattere, in fondo basta qualunque cosa accada, a testa alta fra le bestie per vedere i suoi figli ridere,
dedito al crimine per vederli sopravvivere,
impossibile riuscirci con la coscienza pulita,
pronto a spingersi al limite fino a che c’è vita, fino a che non è finita
Questo è un campione nella partita,
senza paura, stringendo le dita nelle nocche dure,
è come un samurai, bushido nell’hagakure,
passa guai, ma ogni volta ne è uscito e lo appaga pure,
ma il destino ha un gran senso dell’umorismo e della beffa,
a volte punisce il punto e favorisce chi bleffa,
i sogni di gloria nella partita col demonio si infrangono,
benvenuto nella storia di Antonio,
Lavoratore, 12 ore al molo da scaricatore,
non bastano alla famiglia vuole una vita migliore,
lacrime, sudore e pugni,
spacca grugni, per lavoro,
recupero crediti per i debiti che ha con loro,
e boxe illegale, clandestina, per arrotondare,
non sente nemmeno più il dolore se gli fanno male,
sapore di sale, sapore di mare, sapore di sangue nella bocca per campare,
è un animale!
RIT.
Capitolo conclusivo,
sopravvivere è un fatto istintivo,
e vige la legge del più cattivo (Augh, augh, augh)
non perdi qualche incisivo,
perdi la vita, con la foto sulla lapide
e il nome scritto in corsivo,
è un macabro primitivo gioco nel quale,
l’unico obiettivo resta soltanto restare vivo!
Lo spirito combattivo è Mors Tua – Vita Mea
quando arrivi all’incontro definitivo!
Lui è solo uno strumento, bassa manovalanza,
efficace si, ma è soltanto un cane senza importanza,
riporta il bastone al padrone, forse mangia un osso dopo,
cane da guardia, cane da caccia, cane da gioco, cane da riporto,
finché qualcosa non va storto,
finché quel giorno giù al porto
sul molo Antonio s’è accorto,
che in questo gioco contorto,
quanto gli hanno estorto, è troppo e decide o uomo libero o uomo morto,
assorto,
ripensa in che cazzo è stato coinvolto,
mai assolto dai suoi peccati, ha torto,
ma cerca solo se stesso e non un’assoluzione,
anche se questo è un problema spesso e non una soluzione,
è carne da macello,
senza un fratello,
intrappolato fra l’incudine e il martello,
schierato dal suo boss di quartiere,
contro il boss del Cartello, del narcotraffico,
pronto per l’ultimo duello,
il giorno arriva, pompa l’adrenalina, saliva,
quando Antonio resta da solo in piedi al centro del ring,
c’era paura, solo che Antonio non la sentiva,
era un pedone sacrificato al nome del king pin,
contro il boia, Antonio nemmeno combatte,
è già come se fosse morto prima di aver tirato le cuoia,
sputa sulla vita troia,
tutti i denti che non ingoia,
non serve più niente, serve che cada, serve che muoia!
RIT.