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"Enter the Wu-Tang (36 Chambers)": le origini del Mito

Wu-Tang+Clan+-+Protect+Ya+Neck+-+12'+RECORD_MAXI+SINGLE-421994Il Wu-Tang Clan è apparso al mondo circondato da un alone di mistero. Indicando il quartiere di Staten Island come loro terra natale, il gruppo di nove MC’s con nomi ispirati dal kung-fu ha realizzato un assalto in stile ninja all’industria discografica. Il loro primo singolo “Protect Ya Neck” offriva poche notizie sul gruppo, vista la sola illustrazione in bianco e nero sulla cover, raffigurante un libro e una spada. Quando il disco d’esordio del gruppo, “Enter The Wu-Tang (36 Chambers)”, fu rilasciato il 9 Novembre 1993, la speranza di ottenere una rivelazione sui volti del Clan è andata temporaneamente in frantumi, visto che sulla cover sei rapper erano rappresentati con felpe e maschere. Ancora oggi ci si domanda il perché di un roster ridotto sulla copertina.
Vent’anni dopo, il misticismo che circondava il Wu-Tang Clan si è rivelato essere parte del piano di RZA per trasformare dei rapper underground in icone. Funzionò: i nove membri del gruppo – compreso il povero Ol’ Dirty Bastard – sono riconosciuti in tutto il mondo, potenti superstar del rap provenienti dalle terre di Shaolin (Staten Island). Nonostante il Wu sia uscito dall’ombra, ci sono altre persone molto meno note all’industria musicale coinvolte nel monumentale esordio del gruppo. Abbiamo chiesto a cinque di questi inediti collaboratori di tornare indietro con la memoria e ricordare i tempi in cui aiutarono a fare del casino [bring the ruckus, ndr].

Yoram Vazan, co-fondatore del Firehouse Studio: “Mi incontrai con loro prima che diventassero il Wu-Tang, quando RZA e GZA erano (Prince) Rakeem e Genius. La mia prima impressione era che Genius fosse un rapper estremamente talentuoso e molto divertente – era molto allegro e tutti erano impressionati dalla sua abilità nel rappare. Rakeem era il tipo dalla personalità più rilassata, una persona che emana vibrazioni positive. Parlava piano e aspettava il suo turno per poter rappare. C’era un’atmosfera molto familiare.”

Ethan Ryman, aiuto-ingegnere: “Quando cominciammo a registrare “Enter The Wu-Tang”, l’intero gruppo era solitamente lì per ogni sessione; a volte sembrava che l’intero quartiere fosse in studio! Ogni tanto RZA ed io dovevamo fare spazio nella stanza in modo da portare l’attrezzatura. Ricordo un’energia molto potente in quella stanza con loro. Non perdevano tempo a cazzeggiare. Si davano ordini a vicenda, senza alcuna leggerezza ma assumendo un tono di solennità, come se ogni cosa fosse super-importante. Era bellissimo e cominciai a farlo anch’io. Era come se nessuno volesse mostrare alcuna debolezza.”

Liz Fierro, coordinatrice: Oddio che gruppo di personaggi che era! Ero dannatamente nervosa prima di incontrarli. Avevano queste personalità da rapper mafiosi, ma erano il gruppo di ragazzi più simpatici con cui abbia mai avuto il piacere di lavorare nell’ambiente discografico. Avevamo un enorme bus e andammo a Staten Island per trovarli e prenderli e non sapevamo chi era chi, visto che indossavano tutti questi felponi. Due di loro erano a fare colazione al McDonald’s, uno era al molo.. era folle cercare di riunirli tutti. Ma li facemmo salire tutti sul bus e alla fine, dopo aver fatto la sessione di foto, li lasciavamo tutti in posti diversi, come se fossimo diventati già migliori amici. E Ol’ Dirty Bastard era tipo “se mai avessi bisogno di qualcosa Liz, sai chi chiamare!”.

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Vazan: “Tutti loro ti salutavano e ti abbracciavano, ma RZA mi parlava e raccontava di come voleva diventare un rapper aggressivo per mordere l’industria e la vita.”

Chris Gehringer, ingegnere del suono, Hit Factory: “RZA ha sempre tantissime cose che gli girano per la testa, si capisce. Potevi stare a guardare mentre lui prendeva il commando delle operazioni.”

Ryman: “Uno dei miei ricordi più belli era vedere RZA spiegare al gruppo (che non erano i personaggi che sono oggi) – come Meth che mi disse all’epoca di come vivesse come un vichingo: senza acqua calda e senza riscaldamento! – che lui (RZA) aveva rifiutato un’offerta milionaria dalla RCA che voleva firmare sia i rapper individualmente che l’intero gruppo. Sappiamo tutti com’è andata, fu una mossa brillante.”

Vazan: “Mi fecero ascoltare “Protect Ya Neck” ed era qualcosa di potentissimo, ti entrava in testa. Era così linea dopo linea, verso dopo verso, ma quando arrivava ad ODB e poi a Method Man, era tipo “Wow, chi diavolo sono questi tizi?”. La prima volta che ascolti ODB è assurdo; era come il Louis Armstrong dell’hip-hop con tantissimo carisma nella sua voce, come se stesse raccontando una storia. ODB ti portava nel testo dei suoi versi come un vero storyteller, ma anche come un vero attore.”

Ryman: “Non ricordo su quale pezzo lavorammo prima, e a quel punto doveva essere un demo, ma ricordo quanto Rakeem fosse intelligente e quanto andavamo d’accordo. Poco dopo lo studio si ingrandì e si spostò sulla 38esima Strada a Manhattan ed è lì che iniziò la prima vera sessione del Wu-Tang Clan”.

Vazan: “Stavamo ultimanda il disco di Masta Ace “Sittin’ On Chrome”, e ci spostammo a Manhattan. Ci volle una settimana per ri-organizzare lo studio in modo che Ace potesse continuare il suo lavoro, e ricordo che il Wu-Tang entrò. Avevamo in programma quattro album, ma ricordo che RZA entrò e disse “Io e te dobbiamo fare sei dischi”. Erano quelli del Wu-Tang Clan, Method Man, ODB e dei Gravediggaz, e credo ne fece altri due nello stesso periodo. Non potevano permettersi di pagare, ma RZA disse “Non preoccuparti, avrai i tuoi soldi”. Rimase lì per sei mesi. Il Firehouse divenne la loro casa.

Ryman: “Mi ricordo di come Genius distruggesse chiunque a scacchi, e di come persi io stesso con lui e con RZA diverse volte, e di come giocassimo a dadi per qualche dollaro nella sala. I taxi non si fermavano per RZA a quei tempi, così quando andavamo via la notte, andavo sulla Settima Strada per fermare un taxi in modo che lui potesse tornare a Staten Island. La reazione dell’autista al cambio del cliente era fantastica!”

Vazan: “RZA pensava sempre a tante cose; lui era l’uomo nella sala comandi che realizzava la sua visione.. Ricordo che un giorno RZA venne con una chitarra e disse “Io non la so suonare, ma dovremo ricavare qualche sample da questo strumento!”. Ogni cosa era tipo: portala, la campioniamo e la usiamo. E io vidi l’evoluzione lì. Prima loro venivano allo studio con scatole piene di dischi con i sample che volevano usare, poi RZA cominciò ad entrare con la sua tastiera Ensoniq, che era anche un sequencer e registrava ODB con quella macchina. La registrazione era grezza perché loro sapevano come fare beats, ma non sapevano esattamente come registrare, e il suono era terribile ma era una rivoluzione tecnologica che avveniva davanti ai miei occhi. Niente più scatole, questi ragazzi cominciano ad usare le macchine!”

Gehringer: “Era una vera merda! Era un audio sporco, e non era roba professionale, loro non passavano molto tempo al microfono ed a registrare roba, ma a volte l’arte si mostra in modi imprevedibili. Ho capito che quando qualcuno fa cose grezze (grimy), quel tipo di registrazione funziona. Ho utilizzato questo tipo di approccio quando lavoravo per mantenerne intatto lo “sporco” del suono, ma allo stesso tempo per farlo spaccare di più. Quasi tutto il gruppo era lì per il mastering del disco e dei dicevano “It is what it is”, credo fosse questa la frase, “non siamo audiofili, siamo negri grezzi da Staten Island!

Vazan: “Non era molto diverso da quello che facevamo alla Firehouse a quei tempi. Lo chiamavano “stile del seminterrato” (basement flavor), quando uno studio a basso budget fa musica hip-hop che vende centinaia di migliaia di copie. Era il suono dei primi anni 90.

Gehringer: “Non c’erano grosse discussioni del gruppo sulla qualità del suono, ma molte persone dell’etichetta discografica erano tipo “Okay, tutto qui?”, io rispondevo “Si, è quello che mi hanno dato. Non ci sarà modo di farlo suonare meglio di così”. Credo fosse questo ciò che volevano ottenere. I ragazzi lo adoravano, all’etichetta erano tipo “Okay….”.

Ryman: “La versione finale di “Bring Da Ruckus” non era l’originale che avevamo registrato. La prima aveva dei sample blues che la RCA non poteva campionare, così ri-registrammo i sample ed altre tracce. Oltre a quello, l’album che ho comprato al negozio era come lo registrammo.”

Gehringer: “Si, non sono molto orgoglioso del risultato ottenuto al mastering, perché molti mix non suonavano benissimo, ma quando uscì il disco, ogni volta che estraevano un singolo, qualcuno lo remixava ed usciva in qualità migliore. So che la versione di “C.R.E.A.M.” in singolo suonava meglio della versione sul disco.”

Ryman: “Alla fine di “C.R.E.A.M.”, quando Meth dice “dollar dollar bill y’all” l’ultimo “y’all” è pitchato (modulato). Succedeva quando RZA inseriva il sample di Meth che faceva il ritornello, e mentre il nastro andava, lui muoveva la levetta del pitch sul sequencer per creare il tutto. Quello è un tipico esempio della roba fottuta che faceva il Wu-Tang.”

Gehringer: “Prendemmo un registratore VHS e copiammo i sample kung-fu che RZA voleva dalla cassetta del film al registratore audio ed editammo quei pezzetti.. Erano i tempi in cui i computer non erano come oggi, quindi usavamo questi editors digitali che non potevano gestire una dissolvenza superiore al mezzo secondo, ed avevano tanti di quegli skit che dovevamo inserire. E’ stato più faticoso quello che tutto il resto del disco.”

Ryman: “Ricordo che c’erano 10 o 15 skit sul kung-fu che non siamo riusciti ad inserire. Dovevamo tagliare letteralmente cinque secondi qui, due secondi là per mettere insieme tutte queste cose che voleva inserire RZA.”

Enter+the+WuTang+36+ChambersFierro: “L’idea per la cover del disco era una collaborazione di gruppo. Avevamo diversi oggetti di scena – maschere, cappelli, felpe, candele.. io ho ancora delle candele da quello shoot fotografico – e c’era qualche membro che non si presentò, così decidemmo di mettere le maschere ai presenti. Mettemmo anche della vasellina sugli obiettivi della macchina di Daniel Hastings, in modo da ottenere un effetto inquietante, visto che nulla era completamente a fuoco. Anche loro volevano indossare le maschere comunque. “

Jackie Murphy, direttore artistico: “Io e Daniel sapevamo che qualcuno del gruppo era assente e avevamo già queste maschere come oggetti di scena. Quindi visti gli assenti quel giorno mettemmo due manager nella foto. Ci aiutò a capire che tipo di foto sarebbe uscita vista la location.”

Fierro: “La realizzammo in un vecchio tempio a Manhattan. Non credo fosse un edificio abbandonato, ma lo sembrava. Li disponemmo sfalsati perché c’erano degli scalini, che rappresentavano il punto in cui c’era l’altare; mettemmo un paio di loro su ogni livello, erano bravissimi nel seguire le indicazioni. Noi eravamo nervosi nel lavorare con loro, perché non sapevamo che tipi erano, eppure ecco due piccole ragazze bianche di Long Island a dargli ordini, ma loro erano molto collaborativi. Subito dopo il photoshoot ci fu un convegno sulla musica.. e qualcuno del Wu-Tang Clan era lì. Ricordo che Ol’ Dirty Bastard era lì e ballammo con quei ragazzi per tutta la notte. Lui fece anche qualche ballo un po’ spinto, ovviamente!”

Gehringer: “Il mio ricordo principale di ODB era quando avevamo appena finito una registrazione, ed eravamo nella sala della Hit Factory; Poke e Tone (dei Trackmasters) avevano appena fatto scendere le Destiny’s Child dalla loro Jaguar. Loro entrarono nella sala e rimasero lì ad aspettare il loro turno nello studio. OBD disse “Yo, sono ODB, Destiny’s Child, voglio sputare dei versi sul vostro disco.” Loro tornarono letteralmente in macchina e rimasero lì! Le molestò!!”

Murphy: “Ricordo che dovetti chiamarlo da un telefono a gettoni alla Staten Island Ferry, quando non si presentò al photoshoot. Stavamo finendo i soldi e non facevamo avvicinare nessuno al telefono perché stavamo aspettando che lui ci richiamasse, visto che gli avevamo lasciato un messaggio in segreteria.”

Ryman: “Il primo pezzo che facemmo con ODB era, mi sembra, “Shame On A Nigga”. Era nello studio di registrazione e io gli aggiustai il grosso microfono sulla sua testa, gli diedi le cuffie e gli mostrai come aggiustare il volume e dove mettersi. Poi tornai nella sala controllo per fare in modo che tutto andasse bene. Lo guardavo attraverso il vetro e lui cominciò ad agitarsi ed a muovere ansiosamente le mani, sembrava nervoso e pensai che non era abituato ad essere in uno studio ed era abituato ad avere il microfono nelle sue mani come sul palco. Così spinsi il tasto per parlare in cabina e gli dissi tipo “Yo, se sei abituato a stringere qualcosa, posso darti io qualcosa da stringere”, intendendo che gli avrei dato un microfono normale se questo poteva tranquillizzarlo. Lui cominciò a ridere ed agitare la testa perché pensò che gli stavo dicendo che se aveva paura poteva tenermi il cazzo! Andammo molto d’accordo dopo quello. Lui era uno dei tizi più fuori di testa che io abbia mai incontrato, ma era anche un uomo intelligente e molto talentuoso.”

Gehringer: “Una volta lui era alla Hit Factory e stavano lavorando ad un disco del Wu-Tang lì. ODB disse letteralmente 1234519687983_fVado a comprare un pacchetto di sigarette”. So che chiamò il giorno dopo da Los Angeles, era andato all’aeroporto ed era salito su un volo.”

Vazan: “In tutti gli anni in cui ho fatto musica e realizzato dischi, dal 1981, mi chiedevo sempre chi poteva farcela davvero. Sapevo che i Das-EFX erano speciali, ma non ho mai pensato che potessero diventare così importanti. Quando il Wu-Tang arrivò sapevamo quanto “rumore” facevano, ma non credevamo che potessero arrivare a vendere.. quanto? Cinque milioni di dischi? Ad un certo punto ho smesso di contare quanti ne riuscirono a vendere. Non avevamo idea che potesse diventare una sorta di culto. Loro uscirono dai palazzoni in cui vivevano per fare musica che divenne una rivoluzione mondiale. Ricordo che un giorno dopo che l’album fu rilasciato, RZA mi chiamò e mi disse “Ho appena comprato una casa in Ohio. Mi trasferisco in una casa!Fu bellissimo.

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Traduzione a cura di Dario De Lisa
Articolo tratto da Spin.com



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