I nativi vincono contro l’Enel: condannata a risarcire la tribù Osage
260 milioni di dollari più eventuali risarcimenti. È questa la somma che Enel dovrà pagare per aver occupato il territorio della Nazione Osage senza autorizzazione
Quella della tribù Osage dell’Oklahoma contro l’Enel è una vittoria storica per i diritti dei nativi americani.
Il gigante italiano dell’energia infatti, dopo essere stato accusato di aver sfruttato le loro terre senza permesso, dovrà pagare quasi 260 milioni di dollari per rimuovere 84 pale eoliche dal territorio Osage. Oltre ad eventuali risarcimenti che saranno discussi successivamente.
DA IMPEGNO AMBIENTALE A QUESTIONE D’AFFARI: L’ALTRA FACCIA DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
“Enel, ti costerà una fortuna non averci chiesto un permesso. Era tutto quello che dovevi fare”, ha dichiarato il presidente dell’Osage Minerals Council Everett Waller al Financial Times.
Questa è una delle prime sentenze negli Stati Uniti ad ordinare la dismissione di un progetto eolico. A tal proposito, Waller ha precisato che la Nazione Osage non è contro l’energia pulita, anzi. Però le aziende devono consultare l’autorità locale prima di imporsi senza alcuna autorizzazione.
Perché se la transizione ecologica è un impegno che tutti gli Stati devono garantire, la perenne corsa all’energia pulita non si deve trasformare in una gara economica, che, al contrario, potrebbe infliggere gravi danni all’ambiente.
Documentati dagli attivisti americani infatti, sono numerosi gli abusi delle imprese del fossile che hanno violato i diritti delle terre indigene in America, e non solo, nell’ultimo secolo.
Tra i tanti lo evidenzia il rapporto annuale dell’organizzazione no-profit Business and Human Rights Resource Centre, che dopo aver esaminato 28 società pubbliche di energia eolica e solare ha confermato che nessuna di esse menziona né i diritti delle popolazioni indigene né si prende gli impegni stabiliti dalla Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni delle Nazioni Unite, adottata il 13 settembre 2007.
L’ENEL NON FARÀ MARCIA INDIETRO
Sebbene la decisione del tribunale, un portavoce dell’Enel ha dichiarato che l’azienda “non è d’accordo” e presenterà al più presto un ricorso. La società infatti, che non ha mai voluto imporsi sulla sovranità della Nazione Osage, continuerà con il progetto eolico in “buona fede” fino a quando non si giungerà ad una sentenza definitiva.
Infine, se diamo un’occhiata al quadro generale, notiamo come le cause legali dei gruppi indigeni contro progetti che vanno dai parchi eolici ai cavi di trasmissioni, fino alle miniere di litio, stanno aumentando costantemente. Il motivo principale è la paura che sviluppo green possa tradursi in una grave perdita del territorio.
“Per qualunque altra controversia che riguarda il Paese indiano, ora si ha un caso su cui si può fare leva“, ha concluso Waller, riferendosi alla vittoria appena avvenuto contro l’Enel. Un precedente che sarà imprescindibile per fermare le imprese che si spingono troppo oltre.