Emendamento canapa: un errore che rischia di compromettere il futuro del settore
Le parole di Domenico Bernardini, oggi 83enne, che insieme al fratello Settimio è stato tra i protagonisti nella rinascita delle coltivazioni di canapa a fine anni '90, dalle quali traspare tuttto lo sconcerto per l'emendamento canapa
Sono Domenico Bernardini, e insieme a mio fratello Settimio, abbiamo dedicato gran parte della nostra vita a una missione particolare: riscoprire e valorizzare la coltivazione della canapa in Italia. Oggi, di fronte alla revoca della legge che permette la coltivazione della canapa light, sento il bisogno di raccontare la nostra storia e spiegare perché questa decisione rappresenta un grave passo indietro per il nostro paese.
LA SCOMPARSA DELLA TRADIZIONE DELLA CANAPA
Per molti anni, la canapa è stata una coltura dimenticata in Italia. Ricordo quando da ragazzi, osservavamo gli anziani del nostro paese, Pisoniano, parlare con nostalgia dei tempi in cui la canapa era una risorsa fondamentale. Era utilizzata per tutto, dalle vele e corde delle navi, come quelle dell’Amerigo Vespucci, ai tessuti e materiali per l’edilizia. Tuttavia, con il passare del tempo, la conoscenza e la tradizione legata a questa pianta straordinaria si sono perse, e i giovani non sono stati educati sui suoi molteplici benefici.
IL MUSEO ITINERANTE DELLA CANAPA: UN FARO DI SPERANZA
Nell’agosto del 1997, mio fratello ed io abbiamo fondato il Museo della Canapa con l’obiettivo di riscoprire e tramandare la storia e le tradizioni legate a questa pianta. I giovani che visitavano il nostro museo erano spesso abbagliati nell’apprendere la storia e i molteplici utilizzi della canapa, una pianta che ha contribuito alla nostra economia e cultura in modi significativi per secoli. Per fare un esempio, alle varie scolaresche che venivano in visita al museo raccontavo una storia semplice ma efficace: le caravelle con cui Cristoforo Colombo solco gli oceani erano composte da 2 elementi, legno e canapa. Senza quest’ultima, dalle ottime qualità impermeabili e di resistenza, usata per il calatafaggio, il cordame e le vele, Colombo non sarebbe mai riuscito ad arrivare fino in America. Questo è solo un esempio per capire il valore che può esistere dietro a una pianta.
UN PATRIMONIO ITALIANO DIMENTICATO
L’Italia è stata per secoli la seconda nazione produttrice mondiale di canapa e il primo in termini di qualità, grazie alla cultivar Carmagnola. Questo primato è stato raggiunto grazie alle condizioni climatiche favorevoli e alla competenza agricola italiana. Il silenzio e l’oblio calati sulla storia della canapa sono ingiustificabili, soprattutto considerando il suo potenziale economico e ambientale.
IL MERCATO DELLA CANAPA LIGHT: OPPORTUNITÀ E SFIDE
Il mercato della canapa light ha dimostrato il suo potenziale economico già nel 2018, generando un giro d’affari di 150 milioni di euro e impiegando circa 15mila lavoratori. Tuttavia, il suo potenziale potrebbe essere molto più grande, come dimostrano i dati degli altri paesi che hanno abbracciato la coltivazione della canapa. Studi recenti hanno evidenziato che la canapa non è nociva e offre innumerevoli benefici economici e ambientali.
L’IMPORTANZA DELLA DISTINZIONE
È cruciale distinguere tra la canapa utilizzata per il fumo e quella destinata agli usi industriali. La canapa industriale utilizza ogni parte della pianta. Diversi studi hanno dimostrato che la canapa è una pianta sostenibile, che può contribuire a ridurre l’impatto ambientale e promuovere l’uso di materiali rinnovabili.
CONCLUSIONE
La revoca della legge sulla canapa light del 2016 (il riferimento è all’emendamento contenuto nel ddl Sicurezza che ne vieterebbe la coltivazione, ndr), è un errore che rischia di compromettere il futuro di un settore in crescita e di vanificare anni di lavoro e progressi. La nostra esperienza con il Museo della Canapa ci ha insegnato che c’è un forte interesse e una grande ignoranza da colmare riguardo ai benefici di questa pianta. Nel corso di questi anni con il nostro continuo lavoro sia locale che, soprattutto, nazionale, affiancato dalle più grandi società come Assocanapa (di cui siamo soci fondatori) e Federcanapa (di cui siamo soci onorari), siamo venuti a contatto con molteplici giovani che hanno intrapreso attività di commercio intorno a questa magnifica pianta. Siamo fieri di portare con noi le loro storie che vogliamo non siano dimenticate. È il momento di aprire gli occhi e sfruttare appieno il potenziale della canapa per un futuro più sostenibile e prospero per l’Italia.
Chiudo questo mia espressione libera ricordando le storie degli anziani che abbiamo intervistato, le cui parole sono scritte nel nostro libro “La canapa ‘le nostre radici'” (Bernardini Domenico e Bernardini Settimio, 1996 , terza edizione 2015). Ringrazio in ultima istanza il ministro dell’agricoltura onorevole Pilo che nel dicembre 1997 ridiede vita alla coltivazione della canapa in Italia.
Spero che questo articolo rifletta la nostra passione e determinazione per la causa della canapa e ringrazio tutte le persone che nell’arco di questi anni ci hanno accompagnato in questo viaggio e speriamo in un futuro più libero.
Domenico Bernardini