Elettrodomestici costruiti per rompersi: l’obsolescenza programmata confermata da uno studio
Non è una notizia nuova ma riteniamo si parli sempre troppo poco di questo fenomeno che in un modo o nell’altro influisce sulle nostre vite, nessuno escluso. I mass media naturalmente si guardano bene dall’affrontare l’argomento, facendo parte loro stessi di questo sistema ed essendo foraggiate proprio da quelle aziende accusate di realizzare prodotti costruiti per rompersi. Motivo per cui di tanto in tanto torniamo noi a parlarvene.
L’aspettativa di vita degli elettrodomestici attualmente in uso nelle nostre case si è decimata rispetto al 1970, quando la loro durata si registrava in media di almeno vent’anni.
Uno studio promosso in Germania già 2 anni fa da un gruppo parlamentare ambientalista (“Obsolescenza programmata, Analisi delle cause, Esempi concreti, Conseguenze negative, Manuale operativo” del duo di scienziati Stefan Schridde – foto a destra – e Christian Kreis) ha dimostrato come questo fenomeno di deterioramento precoce sia preventivamente studiato dalle case produttrici con lo scopo di incrementare le vendite, spingendo i consumatori all’acquisto di prodotti nuovi.
L’analisi degli esperti del team tedesco condotta su 20 elettrodomestici di uso comune dimostra che le aziende scelgono volontariamente di dotare i loro dispositivi di componenti di scarsa qualità, programmando una serie di difetti che porteranno i prodotti a rovinarsi subito dopo il termine del periodo coperto da garanzia, che solitamente è di 24 mesi.
Le lavatrici ad esempio vengono spesso dotate di resistenze termiche create con leghe tendenti ad arrugginirsi velocemente; negli spazzolini, nei telefonini e nei tablet le batterie vengono fissate all’interno dell’apparecchio così che una volta esaurite sia impossibile sostituirle e molti altri elettrodomestici vengono assemblati in modo che cambiare o riparare un componente guasto risulti più dispendioso che acquistare un nuovo articolo.
Tutto questo sistema, ormai diffuso globalmente, si rivela uno svantaggio sotto molteplici aspetti a partire dai danni ambientali causati dall’aumento dei rifiuti prodotti, i conseguenti costi di smaltimento, oltre che un incremento spesa per i consumatori quantificato in cento miliardi di euro all’anno.
La relazione contiene anche un manuale pratico per i cittadini, ma soprattutto per i governi, nel quale si possono trovare suggerimenti utili su come poter agire per arrestare questo processo immorale.
Nel frattempo in Francia, alcuni parlamentari hanno presentato un importante emendamento al Progetto di Legge sulla Transizione Energetica promosso dall’attuale Ministro dell’Ecologia, dello Sviluppo Sostenibile e dell’Energia, Ségolène Royal. L’emendamento prevede che l’obsolescenza programmata venga considerata una vera e propria frode a danno dei consumatori: se la frode viene dimostrata, il produttore è punibile con pene detentive fino a due anni di reclusione e multe fino a 300.000 euro.
L’emendamento è stato approvato dall’Assemblea Nazionale a fine settembre 2014 ed ora è in attesa di votazione da parte del Senato francese.
Per ulteriori approfondimenti consigliamo la visione di questo documentario.