Ecuador, sentenza storica: l’inquinamento viola i diritti di un fiume
È storica la sentenza dell'Ecuador, che ha riconosciuto a un fiume il diritto di non essere inquinato
L’inquinamento ha violato i diritti del fiume Machángara. È questa la sentenza storica di un tribunale dell’Ecuador: la prima al mondo a riconoscere dei diritti inalienabili alla natura.
Machángara che nei suoi 30 chilometri di estensione attraversa anche la capitale dello Stato: Quito, una metropoli da oltre 2 milioni e mezzo di abitanti che lo sta letteralmente avvelenando.
Infatti, se durante il suo corso il fiume trasporta già tonnellate di rifiuti, quando passa per Quito accoglie anche le acque reflue della città, che vengono scaricate senza alcun trattamento di depurazione.
Lo confermano i livelli medi di ossigeno, appena del 2%, che mettono a repentaglio anche la sopravvivenza delle specie acquatiche che lo abitano.
ECUADOR: RICONOSCIUTO A UN FIUME IL DIRITTO DI NON ESSERE INQUINATO
La decisione del tribunale si basa sulla Costituzione ecuadoriana, che tutela la natura in quanto «luogo dove si riproduce e si verifica la vita», che «ha diritto al rispetto integrale per la sua esistenza e per il mantenimento e la rigenerazione dei suoi cicli vitali, strutture, funzioni e processi evolutivi» nonché il «diritto a essere ripristinata».
Per tali motivi, il tribunale ha decretato colpevole l’amministrazione di Quito, che sebbene abbia presentato ricorso contro la sentenza, dovrà elaborare e presentare al più presto un piano per bonificare il fiume.
«Una svolta nella protezione e nella decontaminazione di uno dei fiumi più vulnerabili del Paese», hanno commentato entusiasti i gruppi ambientalisti.
Secondo gli ultimi aggiornamenti infatti, l’Azienda pubblica metropolitana di Quito può già procedere con gli studi, i progetti e la ricerca di finanziamenti per la costruzione di tre grandi impianti di trattamento delle acque reflue. Uno dei quali servirà proprio il bacino del fiume e tratterà un flusso di 4,38 metri cubi al secondo.