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Ecovillaggio a pedali: un esempio di bioedilizia in Umbria

Un progetto di comunità intenzionale, ecologica e solidale in Umbria, in provincia di Terni, che è anche un riferimento per la bioedilizia

Ecovillaggio a pedali: un esempio di bioedilizia in Umbria

Siamo in Umbria, ad Avigliano Umbro, in provincia di Terni. L’Ecovillaggio a pedali nasce otto anni fa dall’idea di un gruppo di amici con un sogno in comune: vivere insieme a contatto con la natura ricercando l’autosufficienza alimentare, energetica ed economica.

Laura Raduta, 37 anni, co-fondatrice dell’ecovillaggio lo ricorda così: “Volevamo realizzare una comunità di persone che adottano uno stile di vita attento all’ambiente in cui vivono, riducendo i consumi superflui, a cominciare da quelli energetici, senza lasciare residui, valutando l’impatto di ciò che si acquista, si mangia, si fa. Volevamo realizzare una comunità di persone che condividono, si aiutano, ascoltano, vivono e crescono insieme nel rispetto delle diversità e delle singole individualità“.

Ecovillaggio infatti è prima di tutto un insieme di famiglie che si sostengono mutuamente ed intessono legami sociali forti. La collaborazione, l’aiuto reciproco e la condivisione sono alla base di un modello alternativo a quello attuale. In questo caso “a pedali” per comunicare all’esterno quell’idea di semplicità, lentezza e sostenibilità che gli abitanti hanno vestito fin dal primo istante.

UN ECOVILLAGGIO IN BIOEDILIZIA

Ecovillaggio a pedali: un esempio di bioedilizia in UmbriaLa ristrutturazione dell’edificio, oggi al 70%, è stata fatta grazie al contributo di oltre 60 volontari passati negli ultimi 3 anni e con materiali il più possibile naturali, di provenienza locale: il legno, la paglia per isolare, la terra cruda per intonacare e per i pavimenti, la calce per i bagni idrorepellenti. Oltre ad un impatto molto basso sull’ambiente, questi materiali naturali sono ottimi isolanti, regolano l’umidità interna e diminuiscono i campi elettromagnetici.

Una volta terminata questa realtà comunitaria che ha già l’orto e una foodforest avrà una cucina a norma che permetterà di proporre una piccola ristorazione, di trasformare i cibi, di ospitare eventi e corsi. Avrà un laboratorio-falegnameria per i lavori artigianali.

Diventerà energicamente passiva grazie al fotovoltaico, al solare termico, al cappotto esterno in balle di paglia e alla serra bioclimatica.

ECOVILLAGGIO A PEDALI: UNA REALTÀ ALTERNATIVA A 360 GRADI

Nella loro relazione programmatica che prende il nome di quaderno degli ideali si legge che nell’Ecovillaggio a pedali non sono ammesse gerarchie, “le decisioni vengono prese il maniera condivisa, puntando a riuscire ad applicare il metodo del consenso.  Alla base c’è l’obiettivo di riuscire a distinguere i bisogni reali da quelli superflui, saper scegliere ciò che è duraturo da ciò che è effimero, ritrovare i tempi e i ritmi della natura, abolire il consumismo, la tecnologia fine a se stessa, uscire dalla schiavitù del lavoro finalizzato all’accumulo di denaro in un’ottica di decrescita.

Ad oggi sono presenti oltre 30 ecovillaggi nel nostro Paese, stando ai dati della RIVE (Rete italiana villaggi ecologici). Oltre trenta realtà che ogni giorno sperimentano la possibilità di vivere insieme ed in maniera più sostenibile, godendo delle cose che nascono lungo il percorso e senza troppa fretta di arrivare.

Bernardo Cumbo con Laura Raduta dell'Ecovillaggio a Pedali
Bernardo Cumbo con Laura Raduta all’Ecovillaggio a Pedali


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