L’economia della cannabis nel mondo
Continente per continente, Stato per Stato, vediamo le caratteristiche che differenziano i principali mercati cannabici
Dall’Europa all’America, passando per Regno Unito, Asia, Africa e Oceania, la cannabis a livello globale sta guadagnando sempre più centralità nell’economia globale. Infatti, come confermato dagli ultimi dati di Prohibition Partners, sono diversi i passi fatti in questa direzione, con normative già entrate in vigore e altre che devono essere ancora discusse.
IL NORD AMERICA GUIDA LA LEGALIZZAZIONE
Illegale a livello federale, negli USA sono 38 gli Stati che hanno già autorizzato l’uso medico della cannabis e 24 anche quello adulto.
Le vendite legali hanno raggiunto quasi 26 miliardi di dollari nel 2022 (17 miliardi per uso adulto e quasi 9 miliardi per uso medico) e, secondo le stime di Prohibition Partners, dovrebbero superare i 33 miliardi di dollari nel 2023.
In Canada le vendite si avvicinano a 6 miliardi di dollari (93% per uso adulto e 7% per uso medico).
Sono 3.600 i negozi aperti attualmente, con oltre 900 coltivatori e trasformatori autorizzati. E i costi al dettaglio sono in linea con alcuni dei prezzi più bassi degli Stati Uniti.
Rispetto al mercato statunitense però il CBD rimane piuttosto limitato in Canada, dove ne è legale solo l’olio, con THC pari o inferiore allo 0,3%. CBD che può essere acquistato solo previa prescrizione medica.
AMERICA LATINA: I MERCATI PIÙ IMPORTANTI
Si va dall’Argentina, dove il settore della cannabis si stima possa creare fino a 10mila nuovi posti di lavoro, servire 6 milioni di consumatori e creare un’industria nazionale da 500 milioni di dollari, al Brasile, che vanta il mercato più grande dell’emisfero meridionale, con un numero di consumatori sempre più elevato.
In Colombia invece il mercato della cannabis si è evoluto significativamente negli ultimi anni, divenendo il potenziale motore economico del Paese. Infatti le esportazioni hanno totalizzato 8,4 milioni di dollari nel 2022, con un aumento del 96% rispetto al 2021.
In Messico la cannabis terapeutica è legale dal 2017 e nel 2021 la Corte Suprema ha dichiarato incostituzionali le leggi che vietano la coltivazione, la detenzione e il consumo di cannabis.
Da allora i cittadini possono richiedere sia un permesso per possedere fino a 28 grammi di cannabis, sia una licenza per coltivarla e raccoglierla in piccole quantità. Tutto sempre per uso personale.
Legalizzata per scopi ricreativi nel 2013, le vendite di cannabis in Uruguay sono iniziate solo nel 2017. E dopo quasi 7 anni gli ostacoli principali rimangono le restrizioni bancarie e l’offerta del mercato legale ristretta, che prevede solo tre varietà.
Tuttavia, i dati sono ugualmente positivi. Il mercato nero è calato e a luglio 2023 erano circa 60mila le persone che si sono registrate e rifornite dalle farmacie autorizzate, per un totale di 10,7 tonnellate di cannabis vendute.
I MERCATI CHIAVE IN EUROPA
L’industria della cannabis ricreativa in Europa è ancora agli albori, con Malta, Germania, Paesi Bassi e Svizzera che fanno da apri fila.
Germania che con circa 390 milioni di euro di cannabis medica venduta e più di 230mila pazienti, vanta il mercato cannabico più grande del continente. Cifre che dovrebbero raddoppiare per la fine del 2026. Infine, con circa 333 milioni di euro di vendite, il Paese rimane anche il principale consumatore di CBD.
Anche nel Regno Unito il mercato della cannabis terapeutica ha registrato oltre 200 milioni di euro di vendite nel 2023, classificandosi come il secondo più grande dopo la Germania. Il settore britannico del CBD invece, con vendite pari a 287 milioni di euro, è considerato il più maturo d’Europa.
Pensata per studiare gli effetti sociali ed economici di una futura regolamentazione, la legalizzazione sperimentale della cannabis in Svizzera è già realtà in diverse città.
Il mercato del CBD del Paese vanta un quadro normativo decisamente sviluppato e vale 37,1 milioni di euro.
L’industria della cannabis terapeutica in Israele ha assistito a una crescita vertiginosa negli ultimi anni, vantando 129.836 pazienti attivi a settembre 2023.
Il mercato infatti, valutato circa 315 milioni di euro, supera tutti i mercati europei.
Numeri destinati a salire con le nuove riforme annunciate, grazie alla quale la cannabis passerà da “trattamento di ultima istanza” a “trattamento di prima linea”.
CANNABIS IN OCEANIA
L’industria della cannabis in Oceania sta crescendo rapidamente e la regione, dopo il Nord America e l’Europa, rappresenta il terzo mercato mondiale della cannabis terapeutica. Con la maggior parte delle attività commerciali concentrate in Australia e Nuova Zelanda.
Australia dove la cannabis per scopi medici è legale dal 2016 e i pazienti sono stati oltre 110mila nel 2022.
La cannabis ricreativa invece è illegale, anche se alcuni Stati hanno allentato le norme sul possesso personale e sulla coltivazione.
L’industria neozelandese della cannabis invece è esclusivamente medica. I prodotti a base di CBD sono disponibili solo sotto prescrizione e la legalizzazione per uso adulto non è prevista nel breve periodo.
LA CANNABIS NEL CONTINENTE AFRICANO
Nel 2018, la Corte costituzionale del Sudafrica ha depenalizzato il consumo di cannabis, ma la coltivazione e la vendita sono consentite solo per scopi medici.
Tuttavia, si prevede una possibile regolamentazione completa della cannabis sia per uso medico che ricreativo.
Dal 2020, l’Uganda è passato dal divieto assoluto a consentire la coltivazione e la lavorazione per l’esportazione, soprattutto verso Paesi come Israele e Germania.
Considerato il più grande produttore di resina al mondo e la principale fonte di cannabis illegale in molti paesi dell’Europa occidentale, il Marocco ha abbracciato la legalizzazione per usi terapeutici nel 2021.
Da allora, più di 450 agricoltori e circa 80 organizzazioni hanno ottenuto licenze per la coltivazione, lavorazione, estrazione ed esportazione.
LA TRADIZIONE MILLENARIA IN ASIA
Nel 2019 la Thailandia è stato il primo Paese in Asia a legalizzare la cannabis per uso medico. Rimuovendola da più di un anno dalla categoria 5 della lista dei narcotici.
Erano circa 1,2 milioni i coltivatori registrati e 12mila i dispensari aperti fino al 2022. E il mercato del CBD sta crescendo costantemente, con un CAGR del 5,5% fino al 2027.
Sebbene la cannabis sia illegale per uso medico e ricreativo, la Cina è il più grande coltivatore di canapa a livello globale, rappresentando quasi il 50% della produzione mondiale. Puntando a produrre per il 2030 fino a 2 milioni di tonnellate di fibre tessili.
Charas, vijaya, ganja, la cannabis in India, in base a come viene consumata, prende diversi nomi. Sebbene la proibizione effettiva sia arrivata nel 1985, diversi stati indiani hanno introdotto delle leggi regionali che consentono il CBD.
La proibizione in Giappone è alquanto particolare. La cannabis infatti è vietata, a meno che i prodotti non siano ricavati dal fusto o dai semi della pianta o da cannabinoidi sintetici.
La produzione di canapa industriale è estremamente bassa. E non esiste una produzione nazionale legale di CBD.
In Sud Corea alcune forme di cannabis terapeutica sono legali per i pazienti con gravi condizioni di salute, e nel 2020 la provincia di Gyeongbuk ha ottenuto l’autorizzazione a coltivare la canapa.
Anche il CBD è legale solo per uso medico.