È sempre reggae se non è puro?
Sting e Shaggy hanno vinto il Grammy Award 2019 nella categoria miglior album reggae dell’anno all’ultima cerimonia tenutasi al Microsoft Theater di Los Angeles. Chi lo avrebbe immaginato? Tanti sapientoni del reggae puro avevano bollato questo progetto come un flop gigantesco. Secondo il Reggae Grammy, invece, Sting e Shaggy sono dei fuoriclasse e “44/876” è un bel prodotto che dà ottime vibrazioni.
Chi scrive conferma che il mood di questo album, composto da sedici tracce, è notevole: da “Morning Is Coming” a “Gotta Get Back My Baby”, dal singolo “Don’t Make Me Wait” a “Just One Lifetime”, da “22nd Street” a “Dreaming In The U.S.A.”. Reggae di grande qualità, pop stile Police e super arrangiamenti per una collaborazione davvero sorprendente ma non certo inutile!
L’eleganza di Sting e la carica del guascone Shaggy in un album di «gioia musicale in puro stile giamaicano», come lo hanno definito i media americani. Sting l’ha descritto con un’ironia che lo rende inattaccabile: «Per me la cosa più importante nella musica è la sorpresa, e tutti sono stati sorpresi da questo disco».
Sting e Shaggy si sono esibiti in un lungo tour lo scorso anno e ho avuto il piacere di vederli insieme nella data italiana di Cattolica, in una domenica assolata di agosto. Anche nella versione live l’esperimento è davvero riuscito, un tuffo musicale straordinario con Sting in grande forma che ha deliziato il pubblico con alcune delle perle della sua carriera, da “Every Breath You Take” a “Englishman in New York”, da “Message in a Bottle” a “So Lonely”, mentre Shaggy rispondeva con “It Wasn’t Me”, “Boombastic” e “Angel”.
Il reggae’n’roll ha scatenato un po’ tutti. Ad accompagnare i due artisti c’erano dei musicisti fantastici a cominciare dallo “staff” di Sting, Dominic Miller (chitarra), Josh Freese (batteria) e Rufus Miller (chitarra), mentre Shaggy si è portato in tour il tastierista Kevon Webster e i coristi Monique Musique e Gene Noble, che si sono uniti in uno strepitoso sound!
Che dire, amici lettori, un premio meritato per due grandi della musica in levare, alla faccia dei sapientoni puristi che sinceramente mi fanno tristezza. Peace & love.