È iniziato il processo a Walter De Benedetto: accusato di coltivare cannabis per curarsi
I giudici di Arezzo che oggi hanno deciso che Walter De Benedetto sarà giudicato con rito abbreviato il prossimo 27 aprile, dove dovrà rispondere all’accusa di coltivazione di sostanze stupefacenti. La sua colpa? Essere malato di artrite reumatoide e aver deciso di coltivare cannabis in proprio dopo essere rimasto senza terapia a causa delle carenze del sistema sanitario.
De Benedetto era in possesso di regolare prescrizione per la cannabis, la cui efficacia contro la sua patologia è dimostrata e riconosciuta, tuttavia in Italia la richiesta di cannabis terapeutica continua ad essere superiore alla produzione e all’importazione, e la cannabis spesso i malati non riescono a trovarla. Per questo Walter aveva deciso per l’autoproduzione, coltivando alcune piante per il suo fabbisogno.
Nell’ottobre 2019 la perquisizione dei carabinieri, il sequestro e l’accusa di “coltivazione di sostanza stupefacente in concorso”. Walter De Benedetto si è immediatamente dichiarato colpevole e lo ha ribadito ieri in aula, dove è arrivato in ambulanza a causa delle gravi condizioni di salute: «Mi assumo la mia responsabilità, ho fatto di tutto per essere in aula oggi per andare fino in fondo. Questa è una battaglia in cui non ci sono solo io, credo nella giustizia e nella legge, mi sento a posto con la mia coscienza».
Walter è difeso dall’avvocato Claudio Miglio e sostenuto dalla campagna per la legalizzazione Meglio Legale. Alla prima udienza del processo erano presenti i parlamentari Riccardo Magi (che in passato si è autodenunciato per aver coltivato cannabis appositamente per donarla a Walter) e Michele Sodano e l’attivista Matteo Mainardi dell’Associazione Luca Coscioni. Per sensibilizzare la causa di De Benedetto e di tanti altri malati nelle sue condizioni l’associazione Fuoriluogo ha inoltre lanciato un digiuno a staffetta.
«Chiediamo una giustizia equa, un giudizio che valuti il singolo caso – ha spiegato ancora l’avvocato Claudio Miglio – Il caso di Walter De Benedetto merita un’attenzione particolare. Il principio espresso delle Sezioni Unite nel dicembre del 2019 che prevede l’irrilevanza penale dell’uso personale deve essere applicata a questo caso nonostante la quantità sequestrata non fosse modica. Walter ha una necessità evidente, ci auguriamo che il tribunale giudichi la sua condotta come lecita e necessitata dalle sue condizioni di salute.”