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Due chiacchiere con AL CASTELLANA – Nuove produzioni e nuova Etichetta Discografica

Due chiacchiere con AL CASTELLANA - Nuove produzioni e nuova Etichetta Discografica“AL CASTELLANA, cantante soul Italiano, non si è mai fermato dopo la pubblicazione di FUNK ME TO THE MOON. Un Artista carico di energia, esplosivo e poliedrico. A oggi, ha un ventaglio di idee e progetti di non poco conto. Nuove produzioni, nuovi video. Ma soprattutto la nascita ufficiale della nuova etichetta LADEMOTO RECORDS. Una sorpresa grandiosa, che ci viene svelata ufficialmente in questa intervista. Le dichiarazioni di AL CASTELLANA non lasciano più dubbi. C’è nuova musica nell’Aria, e anche se ci viene dato giusto un assaggio, non temete: a GIUGNO ne saprete tutti di più! ”

 

Buon Giorno Al. Benvenuto fra le pagine di MyHipHop. La prima domanda é quasi un obbligo!  Sentiamo tutti vibrazioni cariche di attività vulcanica! In cosa sei impegnato in questo periodo?
In effetti sono impegnato su più fronti: uscirà presto il singolo estivo dell’album con “simpatico” video annesso e sarò in giro con la mia “Soul Combo Band” per un pò di live. Sto anche producendo, assieme al mio socio Daniele “speed” Dibiaggio, un nuovo album che uscirà a settembre. Il primo disco del mio team di produzione “Soul Combo”, dove, dal momento che si tratta di un album concepito e scritto come un “tributo alle donne”, presenteremo le nostre splendide SoulSingers. Inoltre, é anche l’occasione per far capire la nostra filosofia di Black music, Jazz, Soul e Funk: i così detti generi di nicchia (in Italia), che tanta soddisfazione ci stanno dando all’estero. Oltre a questo album, abbiamo altre sorprese in serbo: produzioni, collaborazioni e per finire (anzi, per incominciare) stiamo ultimando l’organizzazione, faticosissima, della nostra nuova idea: un’etichetta che produca e promuova musica di “Qualità” senza target o obiettivi particolari, se non quelli della divulgazione di generi musicali solitamente poco considerati, ma che in realtà sono alla base di tutta la musica che i giovani ascoltano di questi tempi. “New Music… Same Old Feeling” è il nostro motto, LADEMOTO RECORDS è il nome dell’etichetta..dal 1 giugno ne saprete di più.

Senza entrare nello specifico e nei dettagli più succosi che saranno rivelati a tempo debito, quali sono le reali difficoltà nell’organizzare e mettere in piedi un’etichetta indipendente? Che lavoro c’è dietro realmente?
E’ una vera e propria impresa. A partire dalla parte burocratica, dove ci si confronta con commercialisti e professionisti. E poi tutto il resto: organizzazione dei compiti con i soci, siti e social network, pubblicità, organizzazione interna, artwork, programmi per il futuro, contratti con gli artisti, ripartizioni e una miriade di altre cose. Insomma uno sbattimento non da poco con la consapevolezza che all’inizio i guadagni a malapena saranno in grado di coprire le spese e continuando a produrre musica rispettando date di scadenza. Una follia condita da sano entusiasmo, passione e voglia di fare buona musica con umiltà e consapevolezza delle difficoltà a cui andremo incontro.

Domanda provocatoria: In Italia ultimamente c’è un pullulare di Etichette Indipendenti e di alternative alla grande distribuzione. Cosa credi che abbia LADEMOTO RECORDS in più delle altre?
A mio parere questo pullulare di etichette è un bene. Riprendiamoci la musica che le major e i media non vogliono farci sentire. LADEMOTO ha questo intento. Non saprei dirti se effettivamente abbiamo qualcosa in più delle altre. Forse siamo più aperti su tutti i generi musicali e con una discreta esperienza nei generi Black. Abbiamo un sacco di bravi strumentisti pronti a darci una mano in studio. Ora è tempo di far capire ai giovanissimi da dove proviene la musica che campionano … e farli innamorare di essa.

Passiamo un momento oltre i progetti in corso e torniamo al tuo ultimo disco. In tre parole, come definiresti Funk me to the Moon?
Passione. Sudore. Gioia. Credo sia la sintesi perfetta.

Due chiacchiere con AL CASTELLANA - Nuove produzioni e nuova Etichetta DiscograficaQual’é stato il FeedBack del Disco in italia e all’Estero?
In Italia siamo stati recensiti bene un pò da tutti. Abbiamo ottenuto il primo posto nelle classifiche Itunes per la categoria Soul/Rn’b e il disco fisico sta andando aldilà delle più rosee aspettative. All’estero direi che il disco sta avendo ottimi riscontri sia di critica, che di vendita. E’ distribuito in Giappone e Inghilterra con riscontri inaspettati, ma a dire il vero, un po’ tutto il globo si è accorto di noi. Abbiamo ricevuto premi in Giappone e siamo entrati nelle classifiche di gradimento anche in Svizzera, Regno Unito e Canada. Anche dagli States ci hanno dedicato apprezzamenti. Insomma, direi che son soddisfazioni doppie, considerando che non esisteva promozione estera e che tutto ciò sta continuando senza che nessuno ci abbia aiutato.

Il Funk, il Soul, il Jazz. Secondo te l’Italia ha bisogno di maggiori stimoli per valutare maggiormente questi generi musicali?
Non lo so…sinceramente. Credo che esista un mondo sommerso di musicisti ed appassionati competenti, che meritano rispetto e maggior risalto. Cito Bobby Soul per quello che sta facendo con “FUNK IN ITALIA” e tutte le band e gli artisti annessi. Cito SOULVILLE per come concepisce l’idea di musica. Cito i giornalisti competenti. Cito Marco “Funky drops” Clementi, che in radio smazza Soul, Funk e Jazz con passione competenza. Cito Oldani e tanti altri che si impegnano affinché tutto questo patrimonio non venga relegato a genere di nicchia come vogliono farci credere i discografici. La formula giusta non esiste, ma di certo so che lamentarsi non serve a niente, rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare tutti.

A tuo avviso, è solo la Discografia a causare disagio alla divulgazione di questi generi o anche la riluttanza dei grandi Media Nazionali, che sempre più spesso boicottano il genere? Che cosa accade secondo te? Quale potrebbe essere la soluzione?
Le colpe vanno ripartite equamente: un discografico non investirà mai su un prodotto che non tira e una radio (salvo rare eccezioni) di conseguenza non suonerà dei generi che non attirano il grande pubblico. Direi comunque che questo discorso vale soprattutto per l’Italia. All’estero le cose non stanno così. C’è spazio per tutti e ogni genere musicale ha un pubblico attento e partecipativo, che supporta gli artisti, acquista i loro lavori e li segue nelle loro live performance. Darei un consiglio ai giovanissimi che si avvicinano a questa musica: “avete la possibilità di ascoltare tutta la musica del mondo grazie ad internet…datevi da fare…scoprirete le origini e l’evoluzione di ogni genere musicale…acquistate i dischi che vi piacciono e supportate gli artisti che faticosamente la producono, solo così possiamo cambiare le cose!” 

Ho un’ultima domanda. All’estero il Funk, il Soul, il Jazz e l’RnB sono spesso miscelati alle metriche del Rap. E’ la norma ed è del tutto normale. Anche in Italia iniziano ad esserci prodotti analoghi. Molti media del settore e buona parte del pubblico sono però costantemente in conflitto, non considerando che si tratta di radici vitali della stessa pianta e che, inserire dei melodici Soul all’interno di un pezzo Rap, non vuol dire renderlo POP o non “puro”. Quale credi che sia la causa di questo rifiuto? Attribuiresti la colpa a Magazine, Portali e Blog male informati sulle origini dell’Hip Hop ? Credi che siano carenti questi media se parliamo di “reale informazione e divulgazione di cultura”?
Quando JDilla produceva per Bilal o quando Common inserisce D’Angelo nei sui pezzi, il prodotto finale ne esce certamente arricchito. Le commistioni di generi vanno bene se c’è qualità. Il pop non è certamente il diavolo..esiste musica per tutti..ognuno può goderne e farne l’uso che vuole. I puristi integralisti non mi sono mai piaciuti. La pensino come voglio, ma s’informino di più! All’origine dell’hip hop ci sta il funk e all’epoca i puristi del funk storcevano il naso. Io penso che esiste musica bella o musica brutta…ed io propendo per la prima. Non so di chi sia la colpa di questa disinformazione, quello che posso fare io, nel mio piccolo, è stare bene producendo musica che mi faccia stare bene. Tutti quelli che mi vogliono bene si mettano comodi e ascoltino.

 

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Intervista a cura di Selene Grandi



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