Drug test: come smaltire (rapidamente) il THC
Dallo sport al bere tanta acqua, quali sono i modi (più efficaci) per smaltire il THC? Scopriamoli di seguito
Esistono dei modi per smaltire (più) velocemente il THC dal corpo? Tutti i consumatori di cannabis, prima o poi, si sono posti questa domanda. Sopratutto se in prossimità di un test antidroga.
Sebbene la cosa più efficace da fare è smettere di assumere marijuana per almeno 30 giorni dall’esame tossicologico, non tutti hanno questo tempo a disposizione. E cercano dei rimedi per espellere il THC e non risultare positivi alle analisi, che però non sono tutte uguali.
Spieghiamo velocemente per quanto tempo è possibile rilevare il THC, anche in base al drug test utilizzato, e tutti metodi più conosciuti per eliminarlo il prima possibile.
PER QUANTO TEMPO RIMANE LA CANNABIS NEL CORPO?
Come anticipato, i tempi di rilevamento del THC sono estremamente variabili. Infatti questa molecola, dopo che è entrata nel flusso sanguigno viene scomposta dal fegato in oltre 80 metaboliti, che poi vengono espulsi dall’organismo.
Sono diversi inoltre i fattori che incidono sulla rapidità con cui il THC viene metabolizzato e poi smaltito. In particolare: la genetica, il grasso corporeo, il metabolismo, la dieta, l’attività fisica.
E ancora, la varietà che abbiamo consumato. Infatti, come fatto notare da uno studio che ha analizzato i campioni di capelli raccolti da 136 soggetti, “i consumatori hanno a disposizione vari tipi di cannabis che contengono quantità diverse di cannabinoidi”.
Quindi, uno strain che vanta percentuali di THC molto elevate (dal 20% in su) potrebbe avere maggiori probabilità di essere rilevato rispetto ad una genetica con dei livelli più bassi.
TEMPI DI RILEVAMENTO DEL THC: COME CAMBIANO IN BASE AL TEST
La frequenza di consumo e il tipo di analisi a cui ci sottoponiamo sono due elementi assolutamente da considerare. Ogni test infatti, ha una finestra di rilevamento differente.
Dopo aver sottolineato che i risultati di un drug test “possono essere fuorvianti se non interpretati nel contesto clinico corretto – e quindi – non sono raccomandati sugli adolescenti a scuola o a casa”, uno studio del 2017 ha mostrato come la finestra di rilevamento delle sostanze varia in base al campione analizzato. In particolare, la cannabis può essere rintracciata:
- nelle urine da 1 a 30 giorni
- nei capelli fino a 90 giorni
- nella saliva fino a 24 ore
- nel sudore dai 7 ai 14 giorni
Infine, una revisione di oltre 1612 articoli ha concluso che, nei consumatori abituali di cannabis, il THC nel sangue può essere rintracciato anche dopo una settimana dall’ultima assunzione.
COME ESPELLERE (PIÙ IN FRETTA) IL THC: TUTTI I RIMEDI DA PROVARE
Oltre ad interrompere il consumo di cannabis, negli anni sono stati varati diversi metodi per tentare di smaltire il THC nel minor tempo possibile. Ecco i più conosciuti:
1. FARE SPORT
Una volta scomposti dal fegato, i metaboliti del THC vengono immagazzinati nelle cellule adipose del nostro organismo. Un buon modo per velocizzare il processo di smaltimento potrebbe essere praticare dell’attività fisica.
Circa 30 minuti di corsa al giorno saranno sufficienti. Così facendo, ridurremo sia la massa grassa che le probabilità che i metaboliti vengano rilevati. Anche grazie alla sudorazione.
2. BERE TANTA ACQUA
Il rimedio casalingo per eccellenza: bere acqua in abbondanza (1,5-2 litri) prima del test delle urine. L’obiettivo? Diluire temporaneamente la pipì e rendere più difficile il rintracciamento dei metaboliti in essa contenuti.
3. VAI DI BEVANDE DISINTOSSICANTI
Oltre all’acqua, un modo per “spurgarci” dal THC potrebbero essere le bevande disintossicati: ideali per rimanere idratati, eliminare le tossine e mantenere gli organi vitali in buone condizioni. Il tè verde, il succo di carota o quello di barbabietola sono perfetti.
4. SPRAY ANTI-THC
Sviluppato da THC Protect, questo spray vuole aiutare tutti i consumatori di cannabis a sbarazzarsi dei metaboliti che fanno risultare positivo un test antidroga. In casi d’emergenza è di sicuro “un’arma” da tenere in considerazione.