Contro-informazione

Dopo 34 anni, è finalmente iniziato il processo agli assassini di Thomas Sankara

Dopo 34 anni, è finalmente iniziato il processo agli assassini di Thomas Sankara

Sono passati 34 anni dalla morte di Thomas Sankara, il Che Guevara del Burkina Faso, ucciso durante un golpe militare il 15 ottobre del 1987 a soli 37 anni, ma sembra che la giustizia stia finalmente per fare il suo corso. La scorsa settimana è infatti iniziato il processo ai 15 imputati per l’omicidio dell’ex presidente, un processo che il Burkina Faso ha atteso per anni e che potrebbe finalmente fare luce sulla morte di uno dei politici più amati e iconici del continente africano. Tra i principali interessati, appare anche il nome di Blaise Campaoré, amico intimo dell’ex presidente e storico dittatore del paese, un ruolo che assunse grazie al golpe militare che portò alla morte di Sankara e che mantenne fino al 2014, anno in cui fu costretto a rifugiarsi in esilio in Costa D’Avorio in seguito a 4 giorni consecutivi di proteste di massa. Sebbene Campaoré continui tuttora a negare il proprio ruolo nell’omicidio di Sankara, le prime notizie sul suo coinvolgimento nel procedimento davanti alle corti locali circolavano già da aprile, e l’ex dittatore, insieme a 15 complici, sarà processato per attentato alla sicurezza dello stato, concorso in omicidio e occultamento di cadavere davanti al Tribunale Militare di Ougadougou.

“Ho atteso questo momento a lungo” ha affermato Mariam Sankara, vedova di Thomas, “Voglio sapere la verità e chi ha fatto cosa”. Leader fortemente anticolonialista e particolarmente carismatico, ancora oggi tra i più amati in Africa, tra il 1983 e il 1987 Sankara varò diverse riforme che contribuirono a una crescita esponenziale del livello di alfabetizzazione, ridistribuzione della ricchezza e crescita economica della Repubblica di Upper Volta, che sotto la sua presidenza cambiò nome in Burkina Faso “La terra degli uomini integri”. La figura di Sankara come uomo del popolo fu poi avvalorata dalla diminuzione dello stipendio che l’ex leader impose a se stesso, al suo esecutivo e a tutta la Pubblica Amministrazione.

Ma perché ci sono voluti 34 anni per iniziare il processo?

“Abbiamo atteso a lungo, per tutti i 27 anni del regime di Campaoré” ha affermato Paul Sankara, fratello di Thomas, “Sotto di lui era impossibile anche solo concepire la possibilità di un processo”. Il primo atto di denuncia venne presentato dalla vedova dell’ex presidente nel 1997, ma ci vollero oltre 15 anni prima che la Corte Suprema di Ouagadougou disponesse la continuazione delle indagini. I primi risultati concreti sono infatti arrivati solo nel 2016, anno in cui le autorità del Burkina Faso chiesero al governo francese, coinvolto nel golpe del 1987, di rilasciare i documenti militari ufficiali riguardo l’assassinio di Sankara, documenti che sono stati trasmessi da Parigi in tre tranche, l’ultima delle quali ad aprile 2021.

Il processo agli assassini di Thomas Sankara rappresenta molto più di un semplice procedimento giudiziario. La sentenza che attende i 15 imputati potrebbe avere conseguenze per tutto il Burkina Faso, un paese interessato da anni di instabilità politica e attacchi terroristici di gruppi affini ad Al-Qaeda. Ma mentre una parte di analisti ritiene che alcuni membri dell’esercito ancora leali a Campaoré potrebbero rappresentare un problema, molti, tra cui l’attuale presidente Roch Marc Kaboré, sono invece speranzosi. Il processo potrebbe infatti rappresentare la chiave per raggiungere la stabilità e l’unità che il Burkina Faso cerca da tempo.

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