Dolce Vita 47 – Luglio/Agosto 2013
Ribellarsi ai genitori, metterne in discussione l’autorità e imparare a scegliere da soli fanno parte dei riti di passaggio di ciascuno di noi: per diventare grandi bisogna almeno una volta disobbedire a papà. Se il Movimento 5 stelle fosse una famiglia, o magari una classe di liceo, non dovremmo dunque preoccuparci per la vera e propria rivolta contro Grillo e Casaleggio scoppiata nei gruppi parlamentari grillini. Se poi il padre è autoritario – e basta una frase di dissenso per essere sbattuti fuori senza tanti complimenti – allora ribellarsi non è soltanto necessario: è giusto. Ma il M5s non è una famiglia, e neppure un’associazione culturale: rappresenta in Parlamento otto milioni di italiani. I quali vorrebbero dai loro eletti qualcosa di più di una rissa sugli scontrini o di un processo stalinista in diretta streaming. I grillini che si ribellano a Grillo non lo fanno per i soldi o per andare in tv, come maliziosamente insinuano i talebani del movimento, ma perché toccano con mano, ogni giorno che passano in Parlamento, l’inutilità delle urla e degli insulti e la necessità, invece, di mettersi a lavorare sodo per prendere in castagna e mettere in crisi quella Casta che le grida di Grillo ormai non scalfiscono neppure. Il parricidio dei grillini – come del resto, con tutte le dovute differenze, quello della Lega nei confronti di Bossi – è una svolta verso la realtà: che è molto più complessa delle parole, delle invettive e delle promesse dei politici vecchi e nuovi. Fare politica sul serio – cioè con scrupolo e al servizio dei cittadini – richiede fatica e umiltà. Se i ribelli imboccheranno questa strada, i primi a beneficiarne saranno gli elettori.
(doppio edito)
“Non sono né un traditore né un eroe, sono un americano”: Edward Snowden, l’ex informatico della Cia che ha rivelato l’esistenza di un raffinato sistema di controllo globale del web creato e gestito dal governo degli Stati Uniti, sta dicendo una grande verità. Perché gli americani sono quelli che hanno inventato la libertà politica, la democrazia moderna e i diritti della persona: e per farlo hanno sfidato e vinto il più grande impero del mondo. Piena di difetti come ogni impresa umana, l’America ha però nel suo codice genetico il diritto a ribellarsi ogni volta che la libertà è in pericolo. “Prisma”, il sistema che accede ai server di Microsoft, Yahoo!, Google, Facebook, Paltalk, AOL, Skype, YouTube e Apple per monitorare audio, video, fotografie, e-mail, documenti e password di centinaia di milioni di cittadini, è perfettamente legale: il Congresso ne è sempre stato a conoscenza, e giuridicamente si fonda sulle leggi antiterrorismo emanate dopo l’11 settembre. Ma legale non significa giusto: e denunciare le ingiustizie al tribunale dell’opinione pubblica è la strada maestra, in una società aperta e democratica, per correggerle. La sicurezza dell’Occidente non si fonda sulla segretezza dei controlli o sull’intrusività dei governi, ma sulla nostra libertà. Finché saremo capaci di essere liberi, cioè informati e responsabili, saremo al sicuro.

(editoriale numero 47)