Dolce Vita 30 – Settembre/Ottobre 2010
Una volta si diceva “beata ignoranza”. Beh, oggi credo si possa dire “beata stupidità”. Anche se le due beatitudini che ho appena citato, a volte vanno di pari passo, che lo vogliate ammettere o no, si tratta di uno degli aspetti della triste realtà di oggi.
La domanda da porsi è: meglio essere stupidi o intelligenti? E a farsela dovrebbe essere chi ancora non si è fatto manipolare e – passatemi il termine – rincoglionire dal circo mediatico di oggi. Dalle impensabili quanto improbabili pubblicità televisive, a quelle radiofoniche, senza vergogna, fino alla campagna “be stupid” di una nota marca di vestiario dalla quale abbiamo preso spunto sembra che il mondo del business punti ad avere un pubblico stupido.
La qualità della programmazione mediatica non è comunque da meno, salvo poche eccezioni. Ci sarebbe da chiedersi: ma c’è davvero un pubblico per questi contenuti? La risposta la conoscete già: purtroppo si. Tra format sempre più banali e trasmissioni di cosiddetto varietà, la qualità dei contenuti tende a rasentare un quoziente intellettivo prossimo allo zero. Probabilmente è la stessa mente umana a lasciarsi condizionare e guidare in una vita “stupida”, fatta di belle apparenze e di poca sostanza. Il vero problema è che poi tutto si proietta sulla vita di tutti i giorni, sullo stile di vita delle persone che, condizionate, finiscono a vivere di banalità e nemmeno se ne accorgono. La maggioranza di quel pubblico finisce poi per osannare persone probabilmente più stupide di loro, che il più delle volte si fanno manipolare e che anche in questo caso non se ne rendono conto.
La stupidità impedisce di cambiare le situazioni, di pensare ad alternative, di cercare ed applicare soluzioni anche quando sono ovvie e chiare. La stupidità è disarmante e ti lascia attonito, quando la incontri in un interlocutore magari fortemente convinto che tutte le idiozie che ha recepito e fatto sue siano l’unica realtà esistente. E il più delle volte in questo caso a poco serve fermarsi e cercare di spiegare; la stupidità a volte diventa anche sordità e muro di gomma; la stupidità assopisce la mente e arriva a farci facilmente ignorare quanto viene abilmente nascosto dietro a fantomatiche buone azioni. Considerando chi controlla i media, la domanda successiva, riguarda le conseguenze che un bombardamento mediatico di questo genere ha sulla qualità intellettiva di chi lo recepisce, ovvero in soldoni, il popolo. Ma perché volere un popolo stupido o cercare di renderlo tale? Perché da sempre una persona che pensa con la propria testa è una persona pericolosa, che potrebbe agire diversamente da quanto il sistema, la morale, i governi e i controllori, prevedono e prestabiliscono.
Un popolo stupido può essere manipolato, e indirizzato verso uniformati e banali stili di vita, spremuto come un limone e messo da parte quando non è più utile, annullato quando cerca di protestare. Un popolo stupido inoltre, è in grado di accettare qualsiasi realtà proposta da chi di fatto lo controlla, che giustifica e rende accettabile anche qualsiasi abuso, se fatto in nome di una “giusta causa” oppure della democrazia, fatta oggigiorno di tanti bastoni e carote. Per far questo si utilizzano strumenti di per sé utili, ma estremamente pericolosi, quali i mass media e da sempre le – inique – leggi, che mirano a reprimere qualsiasi comportamento non conforme, piuttosto che seguire faticosi percorsi di informazione e di diffusione della libertà di scelta. Rendendo un popolo stupido infine, si riducono le possibilità che questo possa insorgere o reagire, quando viene commessa qualche ingiustizia; il popolo in questo caso viene distratto da futilità accattivanti e subisce senza accorgersene.
La stupidità rende accettabile qualsiasi regola, che di per sé porta il concetto di “non è importante quanto stupide o inutili siano le regole, l’importante è che ci siano” e poco importa che oltre ad essere stupide, siano anche a volte dannose. La stupidità è in grado di renderci leggeri, sereni, spensierati, confortati dal fatto che – inconsciamente si arriva ad accettarlo – ci sia qualcuno che “pensa per me”, salvo poi ritrovarsi inermi di fronte alle prime difficoltà.
E molto probabilmente è facile, vivere da stupidi. Il difficile è pensare con la propria testa. La stupidità è in grado di creare grossi e molteplici danni, sia in ogni aspetto della singola vita umana, che in quelli della vita di questo pianeta. La vita, la nostra e quella di tutto ciò che ci circonda, è una ed una soltanto… Vale davvero la pena di viverla in modo stupido? Io sono convinto che nonostante tutto sia meglio essere intelligenti, consapevoli di quello che siamo, di quello che realmente ci accade attorno, anche se questo vuol dire orrore, schifo e brutture. Tanto intelligenti da decidere di scegliere, valutare le proprie fonti di informazione, e soprattutto di rifiutarsi di essere una persona stupida e passiva. Occorre probabilmente fermarsi, mettersi a pensare, a riflettere, a cercare stili di vita differenti, soluzioni alternative ai propri problemi e a quelli delle persone che ci circondano. Tutto questo può essere un inizio…
Abbiamo seguito differenti temi, fino ad oggi, ma probabilmente tutte le provocazioni che abbiamo voluto lanciare sono collegate tra loro: ogni nostra protesta o iniziativa, se analizzata a fondo, è stata finalizzata a trattare e cercare di “combattere” situazioni stupide, dalle “palle” che ci raccontano i media, agli abusi dell’uomo su questo pianeta, dalle speranze sulla fine della guerra alle droghe alle nostre critiche al proibizionismo fino alla nostra Povera Italia, solo per citare qualche esempio.
La stupidità, che come ho detto è una caratteristica tipica della società di oggi, se non quasi una moda o uno stile di vita. E questa volta vogliamo invitarvi ad una riflessione profonda. Sveglia gente! Forse è davvero il caso di riacchiapparci il cervello e di iniziare ad usarlo.
Maurizio Birocchi
(editoriale numero 30)