Dolce Vita 2 – Dicembre 2005
Una rivista diversa da tutte le altre e che va a colmare un vuoto editoriale evidente, …come dicono tutti quelli che pensano di aver avuto un’idea originale. Non so se l’idea è originale e se ancora esistono dei vuoti editoriali. Credo però che Dolce Vita possa ricavare un posticino interessante nel panorama della stampa alternativa italiana, perché la rivista vuole spiegare in modo semplice cose complicate, rendendo accessibili a tutti i lettori informazioni che solitamente sono relegate ai “club di specialisti” …se poi “Italians do it better” perché non farlo sapere?
“Ci sono solo due categorie di persone che si prendono sul serio: i geni e gli imbecilli”, diceva un mio professore, che subito aggiungeva: “non ho mai conosciuto un genio”. Non prendiamoci troppo sul serio dunque, ma cerchiamo di trattare seriamente gli argomenti importanti. La salute, ad esempio. In questo senso i contributi di Gilberto Camilla, uno dei maggiori esperti italiani nel campo delle psichedeliche, e quello di Claudio Cappuccino, uno dei membri fondatori dell’associazione canapa terapeutica, sono fondamentali. Come fondamentale è la divulgazione delle informazioni utili all’auto-produzione di canapa. Unico modo per tagliare l’erba (è proprio il caso di dirlo) sotto i piedi del crimine organizzato.
Grazie dunque anche a Shantibaba e a Casalone per i loro preziosi consigli (che utilizzeranno solo i lettori olandesi perché le leggi italiane e svizzere ancora proteggono gli affari di chi grazie al traffico di stupefacenti trae ingenti guadagni). Altre preziose collaborazioni sono quelle di Fabrizio Rondolino con il suo punto critico, di Giorgio Samorini con un racconto molto particolare e dell’avvocato Angelo Averni con la nuova rubrica dedicata alle leggi italiane.
Michel Venturelli
(editoriale numero 2)