Dolce Vita 115 novembre/dicembre 2024

Buon compleanno THC!

Nonostante la canapa sia nata 28 milioni di anni fa, e il THC con lei, a causa dell’azione di un virus, l’umanità l’ha scoperto e identificato solo nel 1964, grazie al professor Raphael Mechoulam.

È quindi da 60 anni che abbiamo dato un nome e una forma alla molecola, riconoscendone la composizione chimica differente da quella degli altri oltre 100 cannabinoidi ad oggi identificati.

Ma è da millenni che l’umanità lo utilizza per le sue proprietà, mediche e inebrianti, sia per un utilizzo terapeutico che ha attraversato il mondo e i suoi ultimi 5mila anni, sia per meglio connettersi con il divino, nelle sfaccettature di tante religioni che ancora oggi considerano la cannabis una pianta sacra.

Nonostante il THC sia infatti il cannabinoide più demonizzato in epoca moderna, visto che è uno dei pochi ad essere psicoattivo causando il tipico effetto associato alla pianta, è anche quello che la caratterizza. È inoltre il cannabinoide più conosciuto, citato in modo più o meno esplicito con il suo nome o parte di esso (come l’abbreviazione Delta 9, che è parte della sua formula) in libri, poesie, canzoni, trattati e moderni studi scientifici.

Il cannabinoinde è contenuto nella pianta nella sua forma acida, che viene attivata quando lo fumiamo o vaporizziamo, grazie al calore. Nel nostro corpo accade che il cannabinoide interagisce con degli appositi recettori, i CB1 e CB2 del sistema endocannabinoide, che sono sparsi in tutto il nostro corpo. Essendo lipofilo, che si lega facilmente ai grassi, è in grado di attraversare facilmente la barriera emato-encefalica (la protezione che regola l’accesso di sostanze al cervello). Questo passaggio consente al THC di raggiungere rapidamente il sistema nervoso centrale, producendo i suoi effetti psicoattivi.

Naturalmente il THC è anche responsabile di molti degli effetti terapeutici attribuiti alla cannabis, che sono maggiori quando utilizzati all’interno di un fitocomplesso, mantenendo dunque anche gli altri elementi della pianta ed evitando di isolarlo o sintetizzarlo.

Negli ultimi anni il THC è stato spesso demonizzato per la sua psicoattività, che è poi la caratteristica per cui è apprezzato dai fruitori, ed oggi è stato messo in secondo piano dalla ricerca scientifica che si sta concentrando su cannabinoidi che hanno proprietà differenti, e che soprattutto non danno effetti psicotropi. Ecco perché abbiamo deciso di dedicargli questo numero di Dolce Vita: il THC è stato sintetizzato 60 anni fa ed è qui per rimanerci, esploriamolo in tutte le sue sfaccettature.

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