Dj Jad, tra Milano e New York
Diamo carta bianca a Jad per i suoi primi 40 anni.
Cazzi vostri se mi date carta bianca, io la faccio su! Già i miei primi 40 anni… oltre ad essere un dj io sono soprattutto un papà ed ho anche una moglie. Questa esperienza artisticamente mi ha dato tantissimo, soprattutto a N.Y.: ho avuto modo di misurarmi con un certo tipo di musica, nata lì e di vincere la sfida con me stesso. Grazie agli sbattimenti e all’aiuto di Polo (membro di una band Hip Hop napoletana, vive a N.Y.) che inoltrava le mie basi ai suoi contatti, ho potuto lavorare a questo mio progetto, con artisti che hanno saputo creare delle ottime vibrazioni, e tratto ispirazione per scrivere i testi, sulle basi che io gli inviavo; un’esperienza appagante ai massimi livelli, soprattutto considerando che alcuni di loro sono dei miei idoli, è una soddisfazione indescrivibile. Non ti rendi più conti se stai vivendo un sogno o la realtà.
Ti trovi meglio a Milano o a New York?
America e Italia hanno i loro pro e contro, ma oltreoceano esiste la meritocrazia, quella vera. Parlo in generale: se una persona vale, viene ricompensata adeguatamente, al contrario, se una persona non vale, ne paga le conseguenze. Da noi, diciamo che il sistema non è proprio così… e infatti non funziona, e la gente che ci “sa fare” scappa dall’Italia… e tutto ciò è inaccettabile. In America ho cercato di creare un sound mio, senza scimmiottare il genere, lo stile e la cultura degli afroamericani… e di arrivare a essere riconoscibile, per la mia unicità. Qui ho realizzato un suono diverso da quello degli “Articolo”, un suono più internazionale, processo di crescita e di evoluzione di tutte le caratteristiche del suono, che deve essere come dico io… la sfida con me stesso che dicevo prima, ovvero l’esigenza di fare qualcosa di questo genere.
Tu e J-AX avete preso due strade diverse… ce ne vuoi parlare?
Siete tutti curiosi! In questo momento Dj Jad ha realizzato un suo sogno e continua a seguirlo. J-Ax sta facendo la cosa che lui sente di dover fare. Comunque, dato che tra me e lui c’è sempre stata energia pura… mai dire mai e chi vivrà vedrà.
Ora parlaci del cd.
L’album si apre con “What’s good” un pezzo di Buckshot, metricamente uno dei migliori rapper mc al mondo che riesce a sposare testi e musica con un’intesa perfetta. Un bel pezzo misto jazz, con Maya Azucena, artista new soul, al ritornello. Poi c’è “We got”, con Psyco Les, mc latino membro dei Beatnuts, e “Crazy in here” con Tony Touch e Sasha. “By my side” con Maya Azucena con Big Brooklin Red, artista soul di Brooklin. “Born in the City” con Shabaam Sahdeeq, artista underground e RAHJ invece molto vario con una base soul. “This feeling”, “Criminal thoughts” e via via tutte le altre. Ci tengo a sottolineare che questo cd è di tutti gli artisti che vi hanno partecipato, dando l’anima e credendoci fino in fondo… una cosa che “ghè nìè minga più”.
Vuoi salutare i lettori di Dolce Vita?
Non mi sento di lanciare messaggi… ma se una certa erba fosse utilizzata da più gente, staremmo tutti più tranquilli. Ogni cosa, se esageri, fa male. Peace!
a cura di Tommy