Disegnare la cannabis con ironia: la storia di Ivan Art
“Perché/Perché no?” è la serie di vignette nata su Dolce Vita e creata dal mitico Ivan Art che abbiamo intervistato per ripercorrere questi ultimi anni
Certe storie cannabiche fanno giri immensi e poi ritornano, come successo tra Dolce Vita e Ivan Art, che torna a disegnare la copertina in occasione del numero 100. E quindi abbiamo colto l’occasione per fare il punto su oltre 25 anni di vignette in favore della cannabis, che nel frattempo hanno superato i confini nazionali e sono diventate un libro.
Come è nata la copertina del numero 100?
L’idea è partita da Matteo (Gracis, il direttore di Dolce Vita, ndr) e nella prima bozza avevo riunito tanti personaggi, non viventi, che secondo me riflettevano il concetto di “stili di vita alternativi” e che hanno portato un contributo alla società. Solo che all’inizio erano troppi e abbiamo dovuto scremarli, scegliendo quelli che in qualche modo sono apparsi sulle pagine di Dolce Vita. A livello estetico ho creato un ambiente celestiale classico, coi personaggi in piedi sulle nuvole e il cielo azzurro sullo sfondo, e poi c’è Howard Marks che alimenta questa nuvola con il fumo che esce dalla sua canna, e anche Frida Kahlo che fa lo stesso con la sua sigaretta.
E invece, allargando il discorso, raccontaci com’è nata la serie Why/Why not?
Bisogna andare indietro nel tempo, alle prime CannaTrade (la fiera della canapa in Svizzera, ndr) dove ho incontrato Matteo, credo fosse il 2003. Lui in quei tempi aveva l’idea di creare una rivista sulla canapa e stava organizzando il team dei collaboratori, trovandoci anche da Scott (Shantibaba, ndr). Nel 2005 siamo partiti con il numero 0, dove ho iniziato a disegnare le prime vignette. Nel 2006 ho fatto il primo “Perché no?”. Matteo voleva promuovere la rivista in alternativa alle consuete fonti di informazione solitamente negative e allarmistiche, e quindi c’era una persona di profilo, molto nervosa, che beveva caffè e leggeva il Corriere della Sera, e accanto una persona rilassata, che legge Dolce Vita. Poi pian piano, con una serie di vignette si è definita la formula per sensibilizzare sui molteplici usi della canapa.
Che poi sono state raccolte anche in un libro, giusto?
Esatto, nel 2011 le ho raccolte nella versione inglese che si chiamava Hempathy, poi tradotta più tardi in italiano, spagnolo e tedesco con il titolo “Perché no?” nelle varie lingue. È una raccolta di vignette con informazioni e dati. Poi sono diventate internazionali. Sono state pubblicate su CannaHabla (Spagna), sulla rivista canadese sulla cannabis Treating yourself che avevo preso in gestione dove è nato il primo “Why not?” perché fino ad allora erano state pubblicate solo in italiano, sulla rivista britannica Weedworld, sulla versione greca di Dolce Vita, su Dolce Vita Balkan e da qualche anno sulla rivista Grow.
Qualche vignetta storica?
La più significativa che mi viene in mente è quella del farmacista che dà tutti i farmaci al paziente, e nella sezione “Perché no?” il dottore dà la pianta, naturale. Quella forse è una delle più emblematiche per il discorso medico. Ormai ce ne sono 75.
E qual è il tuo bilancio degli ultimi 20 da antiproibizionista, vedi dei cambiamenti?
Abbiamo fatto dei grandi passi in avanti anche se spesso se ne fanno due avanti e uno indietro. Recentemente stavo guardando degli articoli sul giornale ticinese Tio e la canapa viene sempre accostata ad altre sostanze per alimentare il dissenso. Detto questo, abbiamo fatto anche passi da gigante, la cannabis in America è ormai stata sdoganata, ci sono Stati in cui è legale anche fuori dagli Usa, come in Uruguay. È una questione di tempo, prima o poi arriverà anche da noi.
Forse ormai i cittadini sono anni luce più avanti delle istituzioni, no?
Penso che le nuove generazioni sappiano che sulla canapa è stato costruito un grosso inganno: ormai si sa che fa meno male dell’alcol, che ha moltissimi benefici medici e che nessuno è mai morto per il suo utilizzo.
Ci sono novità all’orizzonte?
Arriveranno le nuove cartine della serie Why not, anche se in Italia i negozi dedicati alla canapa non possono più venderle. Le prime risalgono al 2013, ora sta per arrivare la nuova serie su educazione e sostenibilità. Inoltre, dopo tanti anni Why not è diventato anche un negozio, che ho aperto a Chiasso insieme al mio socio Fabrizio. Non è stato facile, ma siamo fieri di essere riusciti a sopravvivere nel periodo di pandemia anche grazie allo shop online, senza contare tutte le difficoltà che incontrano le attività correlate alla canapa, a partire dai problemi con banche e istituti finanziari. Infine dal 20 al 22 maggio sarò presente con tutto il gruppo di Why not insieme ad altri due artisti per esporre disegni e fare caricature al CannaComix, che si svolgerà durante la CannaTrade a Berna.