La dipendenza da smartphone nella street art di Jupiterfab
In un’epoca in cui la diffusione capillare dei dispositivi tecnologici ha permesso allo smartphone di insinuarsi gradualmente nelle nostre abitudini, siamo talmente presi dalla nostra vita digitale che spesso questa tende a sovrapporsi fortemente a quella reale fino a escluderla nei casi di dipendenza più estremi.
Jupiterfab, all’anagrafe Fabrizio Bianchini, è un muralista e street artist italiano classe 1979 che ha dedicato al tema dell’uso e abuso della tecnologia nella società moderna un progetto su scala mondiale.
Il titolo di questa serie di lavori è “Is This Modern Society?” e l’obiettivo è far riflettere su una crescita sostenibile della tecnologia in relazione ai bisogni e ai principi dell’essere umano. L’artista si è da sempre distinto per la componente sociale presente nei suoi lavori, riflesso di un’attenta osservazione della vita urbana e degli esseri umani mescolata nelle opere con sapiente sensibilità e acutezza.
«La mia idea è che la comunicazione a livello mondiale sia diventata molto più semplice ma, per assurdo, stiamo lottando per comunicare direttamente con le persone intorno a noi e tendiamo a usare la tecnologia per farlo, piuttosto che parlare direttamente», spiega Fabrizio in un’intervista. «Inoltre, tendiamo a isolarci dal resto del nostro ambiente alla ricerca di piaceri virtuali veloci e superficiali che, invece di nutrirci, ci rendono ogni giorno più affamati. L’era dell’intrattenimento ci ha completamente mangiato e il nostro ego ha riempito ogni spazio della nostra vita.»
Jupiterfab ha realizzato moltissimi lavori, ponendo sempre come soggetto principale il corpo umano. Lo studia e lo rappresenta, mostrando chi siamo dietro la maschera, i nostri veri sentimenti e le nostre vere emozioni. Si ispira ai muralisti messicani del XX secolo, dipinge su tela e lavora su installazioni sonore in collaborazione con il suo amico, Andrea Dedomenico.
Stefano Bianchini viaggia da oltre 13 anni ed è stato per parecchio tempo a Toronto, poi in Messico ed Europa. Ora si trova in Italia, precisamente a Brescia, sua città natale, per un progetto che si chiama “Immigrazione e integrazione”, parte di un percorso più ampio realizzato con l’appoggio del Comune che durerà fino al 2020: nel concreto, Jupiterfab utilizza strumenti e laboratori artistici per aiutare l’integrazione tra immigrati e residenti nella città industriale di Brescia.