Difendersi dalle allergie con il calendario dei pollini
Gli occhi rossi (e non per aver fumato), il naso che cola, il prurito a palato, gola ed orecchie, tosse, asma e difficoltà respiratorie: sono i sintomi delle allergie ai pollini che colpiscono 16 italiani su 100. Si tratta in realtà del nostro sistema immunitario che interviene con la liberazione e la produzione di mediatori chimici pro-infiammatori quando i granuli del polline, che si depositano sulle mucose delle vie respiratorie, liberano rapidamente il proprio contenuto. Per il trattamento della pollinosi sono a disposizione del paziente diversi farmaci, che naturalmente devono essere prescritti da uno specialista: cromoni, antistaminici, broncodilatatori, cortisonici, antagonisti dei leucotrieni ecc. L’immunoterapia specifica (o vaccino), che prevede la somministrazione di dosi progressivamente crescenti di estratti pollinici sensibilizzanti, è in grado di modificare la storia naturale della malattia. Ma anche rimedi naturali come la perilla, la rosa canina o il ribes nero, che sono antinfiammatori ed antiallergici naturali, possono supportare il trattamento sintomatico dell’allergia ai pollini.
Alcuni consigli utili possono essere quello di lavare spesso gli occhi con acqua fredda; prima di andare a dormire, applicare sulle palpebre un batuffolo di cotone imbevuto d’infuso alla camomilla e rosmarino; nei periodi di riacutizzazione dei sintomi dell’allergia ai pollini, adottare una dieta disintossicante per più giorni consecutivi, cercando di variare spesso la dieta; tra le 10 e le 16, periodo di maggior concentrazione di pollini, tenere chiuse le finestre e i finestrini dell’auto ed evitare attività all’aperto o passeggiate in campagna.
Visto che anche l’alimentazione può influire ci sono dei cibi che possono aiutare, come le cipolle – che inibiscono la risposta infiammatoria – o i cibi ricchi di magnesio e vitamina C, ed altri che andrebbero evitati, perché stimolano la liberazione di istamina, come fragole, pomodori, cioccolato, crostacei, molluschi, formaggi fermentati, insaccati e frutta secca. In generale, tra i vari accorgimenti che si possono prendere, il più importante è quello di consultare il calendario dei pollini. Il periodo di fioritura delle diverse varietà di polline cambia a livello territoriale e, in generale, in pianura avviene prima che in montagna. Le graminacee fioriscono da aprile a giugno, le composite come l’ambrosia da luglio a settembre, la parietaria da marzo a ottobre, le betullacee da gennaio a maggio, le oleacee da maggio a giugno, le cupressacee da gennaio ad aprile.
Basandosi su queste informazioni (e sulla tabella in foto) si può pensare ad un eventuale terapia preventiva, adottando alcune misure per ridurre l’esposizione ai pollini, oppure capire per tempo se è prevista un’elevata concentrazione di pollini nell’atmosfera, caso in cui si può pensare di assumere i farmaci per l’allergia prima della comparsa dei sintomi. Inoltre i sintomi possono aumentare proporzionalmente alla quantità e alla qualità dei granuli pollinici dispersi nell’aerosol biologico.
a cura di Francois Le Jardinier